Название | Nozze d'oro |
---|---|
Автор произведения | Enrico Castelnuovo |
Жанр | Языкознание |
Серия | |
Издательство | Языкознание |
Год выпуска | 0 |
isbn | 4064066070649 |
— Il caffè lo verso io — dichiarò la Marialì ritta davanti alla tavola di vimini dove Giacomo aveva posato il vassojo con le chicchere. — Lo verso io e l'Antonietta lo distribuirà. Credo di ricordare il gusto di tutti quanti... Il babbo poco zucchero, la mamma molto... Luciano due pezzi...
— Per me solo una mezza tazzina — disse la signora Laura. — Mi piace tanto il caffè, ma mi agita i nervi. Se badassi al dottore, non ne prenderei affatto.
VIII.
— Lupus in fabula — gridò Cesare Torralba additando un uomo di mezza età che si avanzava lungo il viale. — Ecco Vignoni.
E gli mosse incontro.
— Non si sentiva fischiar gli orecchi, dottore?
— Perchè?
— Perchè parlavamo di lei.
— Davvero?
Ora i due uomini venivano insieme verso il grosso della comitiva.
Cesare disse: — Gli Alvarez e i Frassini li ha già visti iersera... Luciano e Tullio, Girolamo e mia cognata Adele sono arrivati stamattina... C'è bisogno d'introduzione?
— No, ho avuto il piacere d'incontrarli qualche altra volta — replicò il medico scambiando saluti e strette di mano. — Anzi col signor Tullio — egli soggiunse — siamo vecchie conoscenze.
— Giuocheremo di nuovo alle boccie, sa — disse il giovane.
— Sono sempre a' suoi ordini.
— Dottore, desidera un caffè? — domandò Marialì.
— Grazie, signora, se mi dispensa.
— O un bicchierino di cognac?
— Neppure... Ho appena pranzato.
— O un bicchiere di vino?
— Nossignora. Proprio non prendo nulla.
— Un sigaro almeno — disse Girolamo aprendo l'astuccio.
— Grazie... Accetterò quello.
— Un medico di campagna che non beve! — esclamò la Marialì — Che miracolo! Il suo predecessore aveva altre abitudini.
— Così raccontano — rispose sorridendo Vignoni. — E ho inteso che negli ultimi anni sopra tutto...
— Era sempre brillo — soggiunse Cesare Torralba terminando la frase. — Me lo ricordo benissimo. Se non avesse avuto un cavallo savio che conosceva a menadito tutte le strade e tirava da sè il suo biroccino sarebbe andato a finire in fosso un pajo di volte al giorno.
— Capiscono che non ho torto se non voglio imitarne l'esempio.
— Quanti anni sono ch'è quì, dottore? — chiese la Marialì. — Certo è venuto dopo ch'io mi sono sposata.
— Sono venuto nel 1885.
— E ormai non si muove?
— Ho la mia famiglia, ho un poderetto che coltivo da me.
— Coltivar la propria terra, quella dev'essere una soddisfazione — sospirò l'Angela. — Quando la si affitta, si cessa d'essere in comunione con lei.
— La terra! — borbottò Luciano consegnando a sua nipote Antonietta la chicchera vuota. — La terra è esausta. Chi può viver più della terra?
— Scusi — ribattè Vignoni, — tutti ne viviamo, anche coloro che la disprezzano. — Se talora essa ci sembra stanca, impoverita, gli è che le domandiamo troppo... Si vuole ch'essa nutra quelli che la lavorano, quelli che la fanno lavorare e quelli che la cedono a chi la fa lavorare agli altri... senza contare le delizie del fisco.
Il commendatore Ercole si scosse. — La proprietà fondiaria è gravata in un modo indecente.
— Il nostro sistema fiscale è un cumulo d'iniquità — sentenziò Girolamo, l'onorevole.
— Oh non isperiamo niente neanche da voi radicali — soggiunse, stizzito, il commendatore. — Figuriamoci se voi pensereste ad alleggerire i proprietari!
— Noi ridurremmo le spese... esercito, marina...
Luciano protestò: — Dio guardi l'Italia dalla finanza dei demagoghi... Altro che ridur le spese!... Voi le raddoppiereste... Troppa gente avete da contentare...
Mentre i due fratelli si bisticciavano, la signora Adele ammiccava a Vignoni.
— Il dottore è un po' socialista, se non m'inganno... Anch'io...
Ma la signora Adele non potè svolgere le sue idee perchè quasi contemporaneamente gli suoceri reclamarono Vignoni per sè.
— Dottore, non stia a discorrer di politica, e venga quì — disse l'ex Prefetto col suo tono alquanto imperioso.
E la querula signora Laura, che rimproverava l'Angela di averla fatta uscire in giardino, disse alla sua volta:
— Me ne appello a lei, dottore. Non è un'imprudenza, co' miei reumatismi, di rimanere all'aria aperta?
— Fin che c'è questo bel sole, no.
— Ma — riprese la vecchia valetudinaria — il sole è sul punto di nascondersi dietro gli alberi... E meglio ch'io rientri in casa.
— E a me è appunto il sole che dà noja — brontolò il commendatore. — Quando avevo i miei occhi sani non me ne dava; me ne dà adesso che non ci vedo... Una delle solite canzonature della vita... Del resto, penso di fare anch'io la mia dormitina... Arrivederci più tardi.
La Letizia gli riofferse il suo braccio. Ma la Marialì sostenne che questa volta toccava a lei.
— Nè l'una nè l'altra — dichiarò Ercole Torralba. — C'è l'Angela che ha più pratica.
— E la signora Laura darà il braccio a me — disse il dottore. — Io poi leggerò il giornale al signor Prefetto fin che si sia addormentato... Così la signorina Angela potrà trattenersi con gli ospiti.
Questa, che s'era avviata col padre, girò un momento la testa.
— Allora mi aspettate quì... Torno subito.
— Sì, sì, ti aspettiamo.
Incontrandosi nello stesso pensiero Luciano e Girolamo guardarono l'orologio; indi gridarono dietro alla sorella: — Tarderà molto la posta?... Hai mandato il giardiniere a prenderla?
— Sicuro, e non può tardare — ella rispose di lontano.
Luciano investì l'onorevole. — Vale la pena che tu sia deputato se non riesci a far organizzar meglio le poste e i telegrafi di questi paesi?... È incredibile... Una sola distribuzione al giorno...
— Scusa, in quanto a distribuzioni ce ne son due.
— Oh, quella della mattina è insignificante... E il telegrafo a cinque chilometri, e niente telefono... E l'Angela si maraviglia della brevità e della rarità delle nostre visite!
— Quando non se ne occupa il deputato del collegio, — obbiettò Girolamo.
— Chi è? Chi è?
— Un riccone, Basterini... un moderato di tre cotte.
Giulio Frassini che passeggiava su e giù con aria trasognata si fermò sui due piedi, e battendo sulla spalla del cognato — Caro mio — principiò — tu e Girolamo e Cesare...
— Chi mi nomina? — interruppe costui che stava chiacchierando con la Marialì.
— Io, io — replicò Frassini — E volevo dire che tutti voi altri, uomini e donne... forse la Letizia e l'Angela