Democrazia futurista: dinamismo politico. F. T. Marinetti

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Название Democrazia futurista: dinamismo politico
Автор произведения F. T. Marinetti
Жанр Документальная литература
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Издательство Документальная литература
Год выпуска 0
isbn 4064066071004



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a coltello fra madre e figlia eleganti e belle; duello di avarizia e di sperpero fra padre conservatore e goliardismo del figlio. Dovunque in Italia il triste spettacolo del padre ricco egoista che vuole imporre la solita professione seria al figlio poeta, artista, ecc.

      Se la famiglia funziona bene, vischìo del sentimento, pietra tombale della tenerezza materna. Quotidiana scuola di paura. Vigliaccheria fisica e morale davanti a un raffreddore, un gesto nuovo, un'idea nuova.

      La famiglia che nasce quasi sempre, per la donna, da una legale compra-vendita d'anima e di corpo, diventa una mascherata di ipocrisie oppure la facciata saggia dietro la quale si svolge una prostituzione legale incipriata di moralismo. [pg!63]

      Tutto questo in nome di una divinità spaventosa da rovesciare: il Sentimento.

      Noi proclamiamo che il Sentimento è la virtù tipica dei vegetali, di abbarbicarsi e piantar radici. Diventa un vizio negli animali, un delitto negli uomini, poichè ne incatena fatalmente il dinamismo e la evoluzione veloce.

      Dire: la mia donna non può essere altro che una cretineria infantile o una espressione da negrieri. La donna è mia quanto io sono suo, oggi, in questo momento, per un'ora, un mese, due anni, secondo il volo della sua fantasia e la forza del mio magnetismo animale o ascendente intellettuale.

      La famiglia con la parola mia moglie, mio marito, stabilisce nettamente la legge dell'adulterio ad ogni costo o della prostituzione mascherata ad ogni costo. Ne nasce una scuola d'ipocrisia, di tradimento e di equivoco.

      Noi vogliamo distruggere non soltanto la proprietà della terra, ma anche la proprietà della donna. Chi non sa lavorare il campo deve esserne spodestato. Chi non sa dare gioie e forza alla donna non deve imporle il suo amplesso nè la sua compagnia.

      La donna non appartiene a un uomo, ma bensì all'avvenire e allo sviluppo della razza.

      Noi vogliamo che una donna ami un uomo e gli si conceda per il tempo che vuole; poi, non vincolata da contratto, nè da tribunali moralistici, metta alla luce una creatura che la società deve [pg!64] educare fisicamente e intellettualmente ad un'alta concezione di libertà italiana.

      Una sola educatrice basta a favorire e difendere senza costrizione il primo sviluppo di 100 bambini, i quali avranno per prima percezione dominante la necessità di costruire il proprio coraggio, l'urgenza di risolvere personalmente e al più presto i minuti problemi fisici di equilibrio e di nutrimento; verrà completamente abolita quella atmosfera di piagnucolamenti e di mani aggrappate alle gonne e di baciucchiamenti morbosi che costituiscono la prima fanciullezza.

      Sarà finalmente abolita la mescolanza di maschi e femmine che — nella prima età — produce una dannosa effemminazione dei maschi.

      I bambini maschi devono — secondo noi — svilupparsi lontano dalle bambine perchè i loro primi giuochi sieno nettamente maschili, cioè privi d'ogni morbosità affettiva, d'ogni delicatezza donnesca, vivaci, battaglieri, muscolari, e violentemente dinamici. La convivenza di bambini e di bambine produce sempre un ritardo nella formazione del carattere dei bambini che immancabilmente subiscono il fascino e la seduzione imperativa della piccola femmina come piccoli cicisbei o piccoli schiavi stupidi.

      Sarà finalmente abolita l'abbietta caccia al partito e il balordo calvario delle madri affannose che portano su per le feste da ballo e le stazioni balneari le loro ragazze da sposare, come croci pesanti da piantare nel Golgota cretino di un buon matrimonio. [pg!65]

      «Bisogna metterle a posto» — nel letto di un tubercolotico, sotto la lingua di un vecchio, sotto i pugni di un nevrastenico, fra le pagine di un dizionario come una foglia secca, in una tomba, in una cassaforte o in una cloaca, ma bisogna «metterle a posto».

      Strangolamento feroce del cuore e dei sensi di una vergine che fatalmente considera la prostituzione legale del matrimonio come una condizione indispensabile per raggiungere la mezza libertà dell'adulterio e la riconquista del suo io mediante il tradimento.

      La vasta partecipazione delle donne al lavoro nazionale prodotto dalla guerra, ha creato un tipico grottesco matrimoniale: Il marito possedeva del denaro o ne guadagnava, ora l'ha perduto e stenta a riguadagnarne.

      Sua moglie lavora e trova il modo di guadagnare un denaro abbondante in un momento in cui la vita è eccezionalmente costosa.

      La moglie ha per il suo lavoro stesso la necessità di una vita poco casalinga, il marito invece non lavorando concentra tutta la sua attività in una assurda preoccupazione di ordine casalingo.

      Rovesciamento completo di una famiglia dove il marito è diventato una donna inutile con prepotenze maschili e la moglie ha raddoppiato il suo valore umano e sociale.

      Urto inevitabile fra i due soci, conflitto e sconfitta dell'uomo. [pg!67]

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