Democrazia futurista: dinamismo politico. F. T. Marinetti

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Название Democrazia futurista: dinamismo politico
Автор произведения F. T. Marinetti
Жанр Документальная литература
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Издательство Документальная литература
Год выпуска 0
isbn 4064066071004



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velocizzato e centuplicato le comunicazioni terrestri, marine ed aeree.

      La conflagrazione ha sventrato a cannonate i cimiteri; dissodato e arato a cannonate le solitudini romantiche; decapitato a cannonate le montagne; sconvolto, sfasciato e vivificato a cannonate le città morte; scavalcato e rovesciato monumenti e cattedrali; condannato alla fame le città passatiste che persistono a vivere sfruttando il loro passato e svalutato e spaventato per sempre la pericolosa e umiliante industria del forestiero. [pg!33]

      La conflagrazione ha massacrato il «buon gusto», le delicatezze effemminate, i bizantinismi psicologici, i decadentismi e gli estetismi (Baudelaire, Mallarmé, Oscar Wilde, D'Annunzio) le estasi mistiche, le nostalgie e tutti i sentimentalismi delle rovine.

      La conflagrazione ha snobilitato, svalutato e ridotto l'amore alle sue proporzioni naturali. Tutti i soldati al fronte sapevano di essere, più o meno, traditi dalle loro donne ma se ne infischiavano.

      La conflagrazione ha denigrato e preso a calci, col suo vasto massacro a ripetizione, il patriottismo commemorativo che morrà soffocato — lo speriamo — sotto la valanga degli eroi da commemorare.

      La conflagrazione ha inspirato ai nostri grandi generali dei proclami duri, veloci, incisivi, balzanti, essenziali, che sono quasi parole in libertà di guerra.

      La conflagrazione ebbe per oppositori accaniti tutti i nemici del futurismo: conservatori, quietisti, tradizionalisti, clericali, uomini d'ordine, eruditi, archeologhi, critici, professori e avvocati (tipo Barzellotti, Benedetto Croce, Enrico Ferri, Claudio Treves).

      La conflagrazione ha spento a cannonate le lampade dei filosofi e fatto tremare l'impiantito sotto i podagrosi piedi pensanti dei sedentarî che volevano sgovernare l'Italia dal fondo delle biblioteche e dei musei.

      La conflagrazione è la nostra prima giovanissima parolibera futurista. [pg!34]

      Tutti i partiti politici: conservatori, clericali, democratici, nazionalisti tradizionali, socialisti interventisti, anarchici e socialisti ufficiali si sono trovati a disagio in questa conflagrazione milita-rivoluzionaria.

      Noi soli futuristi fummo veramente a posto nella conflagrazione: la prevedemmo, la comprendemmo e ricevemmo le sue confidenze segrete...

      La conflagrazione era già tutta contenuta nel 1º Manifesto del futurismo (pubblicato nel «Figaro» di Parigi il 20 febbraio 1909) che sembrò contradittorio e pazzesco, mentre era semplicemente profetico. [pg!35]

       Indice

      Vecchie idee a braccetto da separare.

      La politica prima di noi ha vissuto sempre di luoghi comuni o meglio ancora di idee a braccetto che camminavano stupidamente sempre legate da una illusoria parentela che in realtà non esiste.

      Quando si dice: monarchia, si pensa immediatamente all'esercito, alla guerra, alla patria, al patriottismo. E questo è ammissibile. Ma è assurdo che dicendo, per esempio, le parole patria, patriottismo, guerra, esercito entusiasta, si debba pensare forzatamente alla idea di monarchia reazionaria.

      Quando si dice: nazionalismo, si pensa immediatamente a spirito conservatore, a imperialismo rapace e sistematico, a spirito tradizionale e reazionario, a repressione poliziesca, a militarismo, ad aristocrazia blasonata, a clericalismo.

      Idee a braccetto da separare brutalmente.

      Quando si dice: democrazia, si pensa immediatamente a spirito imbelle, umanitario, pacifista, pietista, quietista, rinunciatario, anticoloniale, umile, internazionalista, e senza orgoglio di razza o negatore delle razze.

      Idee a braccetto da separare brutalmente. [pg!38]

      Quando si dice: rivoluzione, si pensa immediatamente ad antipatriottismo, a internazionalismo e a pacifismo.

      Idee a braccetto da separare brutalmente.

      Quando si dice: educazione sportiva, slancio, coraggio, audacia, forza muscolare, mania del record, si pensa immediatamente alla monarchia imperialista o clericale.

      Idee a braccetto da separare brutalmente.

      Quando si parla di giustizia, di eguaglianza, di libertà, diritti del proletariato, dei contadini e dei nullabbienti e della lotta contro il parassitismo, si pensa immediatamente all'antipatriottismo, all'internazionalismo pacifista, al marxismo, al collettivismo.

      Idee a braccetto da separare brutalmente.

      Il regno di questi luoghi comuni legati assurdamente insieme per l'eternità ha fatto sì che una delle frasi del primo manifesto futurista pubblicato 11 anni fa, la quale glorifica insieme il patriottismo e il gesto distruttore dei libertarî, sembrò alle mentalità politiche una pazzia o un puro scherzo.

      Tutti trovavano assurdo o buffo che l'idea libertaria andasse per la prima volta a braccetto con l'idea di patria. Come mai la parola patriottismo non era quel giorno accompagnata dalla sua amica monarchia d'ordine e reazionaria?

      Come mai l'idea: gesto distruttore dei libertarî non era quel giorno accompagnata dalla sua inseparabile amica: antipatriottismo?

      Stupore enorme nei cervelli così detti politici, i [pg!39] quali si nutrono di luoghi comuni e di ideologie libresche, nella loro assoluta incapacità di interpretare la vita, le razze, le folle, gli individui.

      Ma il loro stupore ingigantì maggiormente quando nel maggio glorioso del 1915 videro ad un tratto nelle piazze burrascose di Milano e di Roma passeggiare di nuovo la coppia strana: Gesto distruttore dei libertarî e Patriottismo, con dei nomi nuovi come Mussolini, Corridoni, Corradini, Garibaldi, Marinetti, al grido unico di: Guerra o Rivoluzione.

      Noi oggi separiamo l'idea di Patria dall'idea di Monarchia reazionaria e clericale. Uniamo l'idea di Patria con l'idea di Progresso audace e di democrazia rivoluzionaria, antipoliziesca.

      Ma occorre separare brutalmente una ben più grave unione cretina: quella di queste due idee a braccetto oggi in molti giornali italiani e d'Europa: Società delle Nazioni e Pacificazione della volontà vendicativa dei vinti.

      E queste altre idee a braccetto: Concessioni ai popoli inferiori e senza civiltà e Conservazione della Pace.

      Idee a braccetto assurde.

      Per sostenere le forze della Intesa nella grande conflagrazione fu necessario unire l'idea di guerra con l'idea di ultima guerra. E l'idea di vittoria con l'idea di vittoria senza vincitori e senza vinti.

      Si pensava vagamente ad una Pace di compromesso, ma si lottava ferocemente per abbattere il nemico. [pg!40]

      Come mai si poteva sperare che questo nemico una volta abbattuto pacificasse immediatamente il suo cuore senza covare un desiderio accanito di vendetta?

      L'idea di vittoria completa si era stranamente sposata con la idea di una Germania felice di essere stravinta. E l'idea di una Intesa vittoriosa si era stranamente sposata con la idea di una Intesa quasi mortificata di aver vinto.

      I nostri contradittori gridano alla truffa, la chiamano anzi la truffa all'europea. Come! ci gridano: la conflagrazione non servirà dunque a stabilire una Pace eterna? Presto! presto! ad ogni costo, fondiamo la Società delle Nazioni per impedire la possibilità di una nuova guerra. Nella loro Società delle Nazioni bisognerebbe far sedere intorno all'unico tavolo pacifero i vincitori che erano stati aggrediti e non avevano voluto la guerra, i vinti che l'avevano brigantescamente ordita, i neutri che l'avevano vigliaccamente contemplata dal balcone, i neonati sani e i neonati rachitici con alcuni popoli marci decrepiti.

      Ma bisognerebbe anche che tutti lasciassero fuori dalla porta i loro caratteri tipici: logico orgoglio del vincitore, desiderio logico di vendicarsi nel vinto; sano appetito di neonato forte, nevrosi di neonato morituro, subdole cocciutaggini di vecchio decrepito, ecc.

      La Vita crea, domina e plasma le ideologie. Ogni idea politica è un organismo vivo. I partiti politici sono quasi sempre destinati a diventare