Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 2. Botta Carlo

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Название Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 2
Автор произведения Botta Carlo
Жанр Историческая литература
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Издательство Историческая литература
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quella provincia effetti partoriti del tutto contrarj a quelli, che gli autori suoi si erano proposti. La maggior parte degli abitatori del Canadà l'avevano ricevuto, eccettuati i nobili, con evidenti segni di disgusto, e generalmente lo riputavano tirannico e tendente all'oppressione. E quantunque non si potesse aspettare che i Canadesi, siccome quelli che per lungo tempo sotto il governo francese erano stati avvezzi ad un più duro freno, fossero altrettanto inclinati alla resistenza, che i coloni inglesi usi a vivere sotto le leggi di un governo più largo, tuttavia non si stava senza speranza, che, pel tedio della signoria degl'Inglesi, entrassero anch'essi a parte della querela, e con quelle dei vicini le armi loro congiungessero. Non ignoravano eziandio, che alcuni fra i Canadesi, e massimamente quelli di Monreale e di altri luoghi più vicini alle colonie, si erano gravemente risentiti all'occupazione fatta dai coloni delle Fortezze di Ticonderoga, e di Crown-point, ed alla signoria da essi presa dei laghi, pei quali si ha la via dalle colonie al Canadà. Questi sospetti e queste gelosie volevano gli Americani purgare. Ma quello ch'era più degno di considerazione, si era, che si avevano certe notizie de' sforzi, che non cessava il governo inglese di fare per indurre i Canadesi a pigliar le armi, e coi soldati britannici accozzarsi. Gli agenti del Re nè ad oro risparmiavano, nè a lusinghe, nè a promesse per ottener il fine loro. Il generale Carleton, che ne era governatore, sebbene molto di propria natura severo, faceva in questo però molto frutto coll'autorità, che aveva grandissima presso quei popoli, e coll'opinione in cui era, e molto meritamente tenuto, di buon guerriero, di uomo umano, e d'integerrimo cittadino. Era noto, ch'egli era arrivato nella provincia con un mandato amplissimo. Poteva giusta suo piacere eleggere tutti i membri del Consiglio, o congedargli; obbligare quanti volesse dei sudditi del Canadà contro qualsivoglia nemico ch'ei credesse di dover combattere; piantar Fortezze, o disfarle, e tutte quelle provvisioni fare, che alla sicurezza della provincia riputasse necessarie. Egli poi non era uomo da non saper usar bene l'autorità che gli era stata conferita. Aveva già posto mano all'opera avendo pubblicato, che si sarebbero volentieri ricevuti i Canadesi agli stipendj del Re, ed ordinati in un reggimento. Avevano inoltre gli Americani avuto lingua, che il governo aveva deliberato di spedire alla volta del Canadà quindicimila archibusi per mettergli in mano ai cattolici romani di questa provincia. Tutto annunziava, che si volesse fare una testa grossa per assalir alle spalle le colonie, e cooperar di là coll'esercito del generale Gage. L'istesso lord North, favellando in Parlamento, si era lasciato intendere, che quest'era il disegno del governo. Le cose erano molto strette, e se non si poneva un pronto rimedio, gli animi dei Canadesi si sarebbero di breve rivolti a cose nuove contro la sicurezza delle colonie. Per la qual cosa si risolvette il congresso di scrivere una lettera a quei popoli, intitolandola: Agli oppressi abitatori del Canadà, la quale riempirono di pensieri opportuni, coloriti con istile elegante e molto concitato. Recavan essi in mente dei Canadesi, che già avvisati gli avevano dei perniziosi disegni, che si covavano contro gli uni e gli altri; che ora avevan bene di che condolersi, che questi disegni si volessero mandare ad effetto; che anzi i medesimi per la nuova forma di governo data alla provincia del Canadà si erano già introdotti; che per questa gli abitatori suoi, le donne, i figliuoli erano fatti schiavi; che più non avevan cosa, che loro propria potessero estimare; che tutti i frutti delle fatiche e della industria loro potevano essere involati, quandunque un avaro governo, un rapace consiglio il volessero; che potevano in lontane contrade trasportati essere, per combattervi le battaglie, nelle quali non avrebbero niun interesse; che il godersi la religione loro stessa dipendeva da una potestà legislativa, della quale non eran partecipi; che i sacerdoti loro sarebber cacciati, banditi, spogliati, quantunque volte le ricchezze loro e possessioni avessero sufficienti cagioni di tentazione offerite; che non potevan esser sicuri, che un buon Re sempre occupasse il trono, e se un cattivo, o non curante principe concorresse con malvagi ministri nel cavar denaro per impoverire ed infievolire la provincia, non si poteva prevedere, a quali estremità sotto le presenti leggi avessero i Canadesi ad esser ridotti; che sapevano molto bene gli Americani, che si faceva ogni sforzo, che si usava ogni ingegno per far correre i fratelli del Canadà ai danni loro; ma che s'eglino consentissero a ciò fare, si ricordassero, che, nascendo la guerra colla Francia, sarebbero i tesori loro spesi, i figliuoli mandati nelle spedizioni contro le isole francesi dell'Indie occidentali; che in quanto ai coloni si erano essi determinati a viver liberi, od a morire; che erano amici, e non nemici ai Canadesi; che la occupazione delle Fortezze e delle navi sui laghi era stato l'effetto della necessità; ma che stessero pur sicuri, che altri modi non avrebbero tenuti fuori di quelli, che l'amicizia e l'interesse comune dei due popoli avrebbero consentito; che speravano finalmente, si sarebbero i Canadesi ai coloni congiunti per difendere la comune libertà.

      Fatta la lettera la mandarono alla volta del Canadà. La cosa ebbe l'effetto che desideravano, per quanto si voleva, che i Canadesi tenessero la via neutrale. Risposero questi alle instanze del governatore, che stavano sotto il governo inglese molto volentieri, e sempre si sarebbero pacificamente e lealmente comportati. Ma ch'erano affatto stranieri, e non potevano e non dovevano esser giudici delle controversie nate tra il governo e le sue colonie; che in nissun modo conveniva loro, che diventassero parte in questa contesa; che se il governatore volesse levar le milizie della provincia per difenderla nel caso in cui venisse assaltata, ciò farebbono di buonissima voglia; ma al marciare oltre i confini, ed assaltare i popoli vicini non potevan acconsentire. Da questo buon animo dei Canadesi ne ricevettero le cose del congresso verso tramontana maggior sicurtà.

      Trovata Carleton nei Canadesi tanta durezza si rivolse all'autorità della religione, e pregò il signor Brand, vescovo di Quebec, acciò volesse pubblicare un mandamento, il quale dovesse esser letto dai parrochi in sui pulpiti nelle chiese a tempo dei divini uffizj. Intendeva, che il vescovo esortasse quei popoli a pigliar le armi, ed a secondare i soldati del Re nell'impresa loro contro i coloni. Il vescovo, con memorabile esempio di pietà e temperanza religiosa, ricusò di metter mano in quest'opera, dicendo, ch'ella era troppo indegna della persona del pastore, e troppo contraria ai canoni della chiesa romana. Tuttavia alcuni ecclesiastici, siccome in tutti gli ordini si trovan di quelli, che antepongono l'interesse al dovere, e l'utile all'onesto, si adoperavano caldamente in questa bisogna. Ma ciò fu tutto invano. I Canadesi persistettero nella determinazione loro a volersene stare di mezzo. La nobiltà, siccome quella che aveva tanto favore ricevuto dall'atto di Quebec, credette, fosse della gratitudine sua di secondare in questo le intenzioni del governatore, e vi si adoperò con molto fervore. Ma i suoi sforzi a far correr la gente pacifica alle risse ed al sangue riuscirono, come quei del governatore, del tutto vani. Forsechè nel confermar gli animi degli abitanti di questa provincia a non uscire della neutralità, oltre le esortazioni del congresso, contribuì non poco la speranza, che il pacifico proceder loro in una occorrenza piena di tanto pericolo, e nella quale la congiunzione loro coi coloni sarebbe stata di tanto danno cagione agl'interessi britannici, avrebbe piegato il governo ad usar con essi più mansuetudine, ed a conceder loro favori, che senza di ciò non avrebbono potuto conseguire.

      Accorgendosi Carleton, che non poteva sperare di poter formar reggimenti canadesi, e conoscendo che ciò non ostante esistevano nella provincia alcuni leali, i quali non sarebbero stati lontani dal pigliar le armi, ed altri ancora che per amor del guadagno sarebbero venuti volentieri al soldo, si voltò ad un'altra via, e fe' dar ne' tamburi in Quebec per eccitar la gente ad arrolarsi sotto le insegne d'un reggimento che chiamò dei Reali montanari fuorusciti. Propose favorevolissime condizioni; dovessero condursi solamente duranti le turbolenze; ciascun soldato ottenesse dugento acri di terra in quella provincia dell'America settentrionale, che più gli venisse a grado; il Re pagherebbe esso tutte le gabelle solite a pagarsi nell'acquisto delle terre; per venti anni avvenire non avessero a pagar censi alla Corona; ciascun soldato ammogliato ottenesse cinquanta acri per conto della moglie, e cinquant'altre per conto di ciascun figliuolo, le une e le altre colle medesime esenzioni e privilegj, e di più una guinea di caposoldo nel pigliar la condotta. In questo modo riuscì Carleton a raggranellare alcuni pochi soldati; ma questa fu cosa di poco momento. Ben più importante si fu quella delle mosse degl'Indiani. Il governatore e gli agenti del Re presso di queste selvagge nazioni avevano tanto detto e tanto fatto, che finalmente riuscirono in una parte dello intento loro, avendo persuaso ad alcune di pigliar le armi in favor della parte inglese, non ostante che avessero con tanti giuramenti asseverato di volersene star dall'un de' fati senza impacciarsi più in questa parte, che in quella. Ma non sono già le nazioni barbare meglio mantenitrici della fede, che le civili; e grand'incentivo è l'oro, l'amor della preda, e la sete del sangue. Adunque in sul finir