Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 2. Botta Carlo

Читать онлайн.
Название Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 2
Автор произведения Botta Carlo
Жанр Историческая литература
Серия
Издательство Историческая литература
Год выпуска 0
isbn



Скачать книгу

tempo, ed in egual proporzione l'Inghilterra. Ma il fatto di Breed's-hill, lo stretto assedio di Boston, l'ardore dei popoli, e forse già qualche più probabile speranza di soccorsi esterni fecero sì, che queste proposte furono messe in disparte, e gli animi si voltaron del tutto ai pensieri di guerra.

      Fatte tutte queste cose, le quali riguardavano od alle provvisioni della guerra, od a conservarsi nell'amicizia le vicine nazioni, ovvero a dar favore alla causa loro presso gli abitanti della Gran-Brettagna e dell'Irlanda, il congresso applicò l'animo a determinare, qual fosse l'autorità sua ed i termini, sino a' quali essa si doveva distendere, siccome i rispetti che doveva avere coll'autorità delle assemblee provinciali. La qual cosa era di somma necessità non senza ragione tenuta. Imperciocchè fin allora il suo operare era meglio fondato sull'opinione favorevole dei popoli, che su statuti, i quali fossero da questi, o dalle assemblee, che gli rappresentavano, approvati. Si obbediva al congresso, perchè tal era l'inclinazione delle genti, ma non già perchè così fosse dagli ordini pubblici statuito. Si desiderava eziandio, che siccome si voleva condurre l'America allo stato di una nazione independente, la quale avesse un governo proprio, ed un solo maestrato supremo, così si cominciassero appoco appoco a questo fine indirizzare le cose, e la somma di esse ritraendo dalla potestà dei maestrati locali, in una sola e generale si concentrassero. Quest'era anche un mezzo efficace per ottenere, che nissuna provincia si ardisse da sè sola scostarsi dalla lega; perchè in tal caso non solo sarebbe diventata infedele alle altre, ma ancora ribelle al governo generale dell'America. Con tutto ciò non si poteva questa bisogna senza molta disagevolezza maneggiare per causa delle gelosie delle assemblee provinciali, le quali difficilmente avrebbero consentito a rinunziare ad una parte dell'antica autorità loro per investirne un maestrato insolito e nuovo. E se non fosse stata la propensione dei popoli e la necessità di continuare nella carriera, nella quale si era di già camminato sì gran tratto, forse che tutta l'impresa si sarebbe guasta per causa di queste ambizioni parziali. Ma le sorti eran tratte, e bisognava o andar avanti più che non si sarebbe voluto, o ritornar indietro più che non si sarebbe temuto. Adunque tra di queste speranze e queste necessità il congresso divisò e pubblicò gli articoli della confederazione, coi quali veniva a stabilire ed a dichiarar l'autorità sua non più fondata sull'impeto momentaneo dei popoli, ma sugli ordini pubblici approvati e consentiti da tutti. Si obbligassero i coloni e la posterità loro per la comune difesa contro i nemici, per la sicurezza delle libertà e proprietà loro, siccome delle persone e della prosperità dell'America; ritenesse ciascheduna colonia l'intiera sua giurisdizione dentro i suoi limiti, e quella ancora di far leggi di amministrazione interna, ed una independente sovranità in tutti i suoi domestici affari: si eleggessero, pel più conveniente maneggio delle faccende generali, da ciascuna colonia delegati da doversi riunir in congresso a tali tempo e luogo, che dal precedente congresso sarebbero determinati, e che nei casi ordinarj s'intendesse, che la sede del congresso dovesse andar a volta da questa colonia a quella, sinchè in tutte successivamente assembrato si fosse; il che fatto, si dovesse ricominciar la vicenda; la potestà del congresso fosse di far la guerra o la pace, di contrar leanze, di comporre le controversie tra una colonia e l'altra, e di piantarne nuove là, dove fosse creduto necessario; dovesse il congresso, e far potesse quelle generali provvisioni, che all'utilità generale delle colonie fossero stimate necessarie, e per le quali non fossero le assemblee provinciali competenti, come sarebbe a dire ordinar le forze della lega, e le faccende appartenenti al commercio, od al conio; dovesse nominare tutti gli uffiziali, tanto civili che militari della lega, come sarebbero generali, ammiragli, ambasciadori e simili; dovessero le gravezze della guerra ed altre spese della lega pagarsi dal comun tesoro, il quale dovesse da ciascuna colonia riempirsi in proporzione del numero dei maschi dell'età dai sedici infino ai sessant'anni; il numero dei delegati per colonia al congresso fosse scalato secondo il numero degli abitanti maschi nella medesima, dimodochè un delegato vi fosse per ogni numero di cinquemila abitanti maschi; le provvisioni nel congresso si dovessero vincere colla metà dei suffragi; e che si potesse anche render suffragio per procurazione; vi fosse un Consiglio esecutivo composto di dodici persone elette fuori del congresso, quattro delle quali dovessero aver gli scambj ogni anno; dovesse questo Consiglio a' tempi delle vacanze del congresso mandare ad esecuzione tutte le provvisioni da questo fatte, e che i partiti vi si dovessero vincere con due terzi delle voci; avesse il medesimo Consiglio il maneggio delle faccende generali tanto interne quanto esterne; ricevesse gli uffizj presentati da parte dei Principi e governi forestieri; preparasse la materia da sottomettersi alla considerazione del prossimo congresso; riempisse nelle vacanze di questo tutti i maestrati che vacassero; ed avesse inoltre la facoltà di estrar la pecunia dal pubblico erario. Si stabilì ancora, che nissuna colonia potesse offender con guerra alcuna nazione indiana, senza il consentimento del congresso; che i confini e le terre di ogni nazione indiana dovessero esser riconosciute loro, ed assicurate; che si trattenessero agenti da parte del congresso tra le nazioni indiane nei distretti a ciò appropriati, il cui debito fosse di prevenir le fraudi e le soperchierie nel traffico con quelle; che questa general lega dovesse bastare, finchè i termini di composizione proposti nella petizione del varcato congresso al Re fossero accettati dall'Inghilterra, e gli atti proibitivi del commercio americano annullati, ed un compenso fosse dato per la chiusura del porto di Boston, per l'incendio di Charlestown, e per le spese fatte nella guerra, e finchè ancora le genti britanniche non avessero votato intieramente il territorio dell'America. Aggiunsero in ultimo, che quando le soppraddette condizioni avesse il governo inglese adempite, sarebbero le colonie all'antica congiunzione ed amicizia colla Gran-Brettagna ritornate. Ma che diversamente dovesse la confederazione esser perpetua. Fu lasciato luogo ad entrar nella lega alle province di Quebec, di San Giovanni, della Nuova-Scozia, delle due Floride, ed alle Bermude. Questi furono i fondamenti gettati dal congresso alla grandezza dell'America.

      Ma le colonie nell'accettar questi articoli fluttuarono. La Carolina Settentrionale apertamente gli ricusò. Le cose non erano ancora a tal maturità pervenute, che già si potesse venire allo stabilimento della lega. I popoli si lasciano troppo spesso condurre o da vani timori, o da vane speranze. Ed a quel tempo l'universale dei coloni andavasi tuttavia lusingando di poter ritornare, quando che fosse, con onorati termini all'antica unione colla Gran-Brettagna. Si vedeva in vero, a qual fine mirasse il congresso. Ei considerava la riconciliazione come se fosse, se non affatto impossibile, almeno molto improbabile. E se vi fosse stata tuttavia qualche speranza di componimento, questi stessi capitoli (e perciò forse il congresso gli aveva messi avanti) l'avrebbero molto attenuata, per non dir del tutto spenta. Imperciocchè, passando anche sotto silenzio le acerbe e minaccevoli parole, e gli stabiliti ordini pubblici affatto lontani dalla costituzione inglese, e dal tenore dei diplomi, solo questa nuova pretensione dei compensi sarebbe stata sufficiente per rompere ogni pratica d'accordo; poichè nissuna speranza si poteva avere, che il governo britannico fosse per calare a sì vituperevoli condizioni. Laonde essa era una cosa molto manifesta, che nel mentre che le due parti protestavano di volersi appuntar l'una e l'altra, facevano ogni sforzo per disgiungersi e vieppiù discostarsi. Da questo si vede ancora, che quando nel Parlamento si proponevano dagli avversarj dei ministri concessioni e condizioni d'appuntamento, molto a ragione gli ridarguivano i ministri, dicendo, ch'esse concessioni e condizioni non solo sarebbero inutili state, ma eziandio dannose, perciocchè avrebbero dato animo ai coloni a tirarsi su maggiormente colle dimande. E se i ministri stessi poi proposero e vinsero una provvisione di accordo, ciò fu per colorire e per dividere, e non per accordare. Avevan adunque i ministri la ragione, quando volevano ad ogni modo continuare la guerra; ebbero bensì il torto a non averla esercitata coll'armi sufficienti.

      Io non so quello che taluno sarà per dire, leggendo queste storie, considerando, che mentre i popoli in tutte le colonie correvano all'armi, pervertivano o annullavano le leggi pubbliche, ed ogni sorta di dimostrazione ostile facevano contro l'autorità del Re, i governatori, i quali questo rappresentavano, si stessero, per così dire, colle mani alla cintola, e nissuna di quelle determinazioni pigliassero, che fossero atte a ristorare l'antica obbedienza e divozione. Se qualcuno avesse preso maraviglia, che nessuno dei governatori abbia fatto sforzi eguali alla gravità delle circostanze, ci ponga mente, che in nissuna provincia si avevano in pronto eserciti stanziali per costringere gli abitatori alla obbedienza. La sola forza, alla quale solevano i governatori ricorrere per mantenere la pubblica quiete e far eseguir le leggi, eran le bande paesane, le quali essendo parte del popolo sollevato, ed alle voglie di questo del tutto favorevoli, nissuna forza rimaneva per proteggere efficacemente l'autorità loro. Non era quivi il caso,