Inviolata. Dakota Willink

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Название Inviolata
Автор произведения Dakota Willink
Жанр Современные любовные романы
Серия
Издательство Современные любовные романы
Год выпуска 0
isbn 9788835413721



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caso qualcuno abbia bisogno di cure mediche è presente in questo edificio anche una piccola infermeria. Il campeggio è diviso in quattro sezioni–Musica, Arti visuali, Danza, e Teatro. Ogni sezione ha cinque alloggi che servono come residenze estive per i nostri studenti. Questi alloggi avranno tra otto e dieci studenti. Dal sorgere del sole fino allo spegnimento delle luci saranno sotto la vostra responsabilità. Siete stati scelti come leader per un alloggio che riguarda la vostra area di competenza. Come alcuni di voi già sanno, il campeggio Riley era un piccolo villaggio di minatori ma è stato abbandonato durante la Grande Depressione. Mentre gli alloggi sono stati restaurati con tubature moderne, non ci sono abbastanza docce per tutti. Perciò tutti condivideranno un bagno comune diviso tra maschi e femmine.”

      Una ragazza carina con i capelli scuri alzò la mano per fare una domanda e io le feci cenno di andare avanti.

      “Io ho fatto domanda per danza e anche per arti performative. Sai dirmi a che sezione sono stata assegnata?”

      “Qual è il tuo nome?”

      “Sophia Stanton.”

      Presi la mia cartellina, e guardai tra le carte alla ricerca del suo curriculum.

      “Sophia. Hai una laurea in teatro alla Juilliard, hai insegnato ballo alla Steps a Broadway, e stai cercando di accumulare più esperienza con la coreografia. Giusto?” Quando lei annuì, le sorrisi. “Hai un curriculum impressionante. Sei stata assegnata al Demi-pointe, una dei nostri alloggi per la danza. Benvenuta a bordo!”

      “Grazie!” disse raggiante.

      Proseguii parlando degli altri edifici del campeggio, come il Flourish. Era l’unico negozio del campeggio dove gli studenti potevano comprare cose come materiale artistico, corde per gli strumenti o scarpette per la danza. Il negozio vendeva anche altre cose essenziali come articoli da toeletta, acqua o snack vari. Quando dissi al gruppo che erano disponibili anche francobolli, buste e cartoline per coloro che volevano scrivere a casa durante l’estate fui interrotta.

      “Francobolli? Chi usa più la posta? Non avete l’e-mail?” chiese Devon incredulo.

      Quasi roteai gli occhi ma in qualche modo riuscii a trattenermi. Stavo cominciando a pensare che Fitz avesse tutto il cervello dei due. Ebbi il pensiero di soprannominarli Batman e Robin. Mentre Fitz sembrava calmo, controllato e tranquillo, Devon sembrava avere degli impulsi più pazzi. Era come un bambino che non aveva ancora imparato le buone maniere.

      “Non abbiamo internet qui e non ci sono computer a disposizione degli studenti o dello staff,” gli dissi. Lui si pizzicò il volto come se fosse sbalordito dall’idea. Non avrei spiegato i costi astronomici dei computer a qualcuno che chiaramente non capiva il valore di un dollaro. Dissi invece, “Questo è un campeggio per artisti. Agli studenti qui non interessa star dietro ai loro account su America Online. Molti non ne hanno neppure uno. Inoltre, c’è qualcosa da dire sulle lettere scritte a mano. Penna e inchiostro aggiungono un tratto distintivo che non può essere raggiunto con una tastiera.”

      Devon alzò le spalle e si appoggiò alla parete.

      “Credo di essere solo abituato a Georgetown. Quando siamo qui sembra di essere come in –”

      “Amico! Questo posto ti sembra Georgetown? Smettila di fare lo stupido e lascia parlare la signorina,” disse bruscamente Fitz a Devon, poi si girò verso di me. “Mi scuso per il mio amico. Per favore continua.”

      Una sensazione di curiosità e di paura corse lungo la mia spina dorsale. Per quanto avessi ammirato Fitz per aver messo a posto il suo amico, mi ritrovai a guardarlo con cautela. Non mi fidavo ancora di lui, Avevo la sensazione che stesse solo provando a entrare nelle mie grazie. Osservai con attenzione quel ragazzo terribilmente bello, solo per provare una terza ondata di farfalle nello stomaco quando si passò una mano sulla nuca tra i suoi capelli tagliati corti. I suoi occhi incrociarono i miei–meravigliose pozze grigie coperte da spesse sopracciglia scure. C’era della malizia in quel grigio, e potei solo immaginare i pensieri che gli passavano per la mente. Cose spinte–di quello ne ero sicura.

      Quando l’angolo della sua bocca si alzò in un sorriso, fu veramente difficile sopprimere il sospiro che voleva fuggire dalle mie labbra. Le mie pulsazioni aumentarono di nuovo, e dovetti combattere il rossore che minacciava di inondare le mie guance.

       Gesù riprendi il controllo. Ho decisamente perso la strada.

      “Grazie, Fitz,” ringraziai, cercando disperatamente di mantenere il contegno. “Ora, a che punto ero?”

      Proseguii, dando a ogni responsabile le istruzioni per la sera e dissi loro dove fare rapporto con i loro studenti il mattino successivo. Dopo aver risposto ad alcune domande, i responsabili cominciarono a uno a uno ad andarsene e a dirigersi verso I loro alloggi assegnati. Una volta che se andarono tutti, rimasi da sola con Batman e Robin.

       Questo dovrebbe essere divertente.

      Feci loro un sorriso esageratamente dolce e feci cenno con un dito ai due piantagrane di seguirmi. Fitz–per quanto arrogante sembrasse–in realtà sembrava nervoso per quello che gli aspettava. Camminai davanti a loro, fuori dalla fresca aria condizionata della Creator Hall, nella umida aria esterna. Non mi guardai indietro per vedere se mi stessero seguendo ma li potevo sentire sussurrare dietro di me. Non ero in grado di sentire quello che stavano dicendo. Sentii solo occasionalmente Fitz sibilare al suo amico di chiudere la bocca.

      Mi fermai quando arrivammo al fienile che stava a circa duecento metri dalla sala principale. Aprii le ampie porte rosse del fienile e feci cenno di entrare. Come previsto, mio padre era dentro, circondato dalla sua collezione di attrezzi, scope e ramazze. Sembrava stesse cercare di sistemare una grossa ruota metallica. Le sue mani erano luride, e notai una macchia nera di grasso sulla sua guancia sinistra.

      “Ehi, papà,” lo chiamai allegramente mentre mi dirigevo verso di lui. Lui sorrise quando mi vide, evidenziando ancora di più le sue rughe sul suo volto abbronzato.

      “Cadence! Come stai, ragazza? Sopravvissuta al primo giorno?”

      “Chiedimelo domani. Non è ancora finito,” scherzai.

      “Dillo a me. É solo il primo giorno e già ho una carrucola di una delle tende del palcoscenico che si è rotta. Tua mamma era pronta per essere già legata.”

      “Sono sicura che poi mi racconterà tutto,” dissi ridendo. “L’altra sera a cena ti ho sentito dire che eri un po’ a corto di personale quest’estate. Sono venuta a offrirti un po’ di aiuto. Vorrei che tu incontrassi Fitzgerald Quinn e Devon Wilkshire. Ho pensato che i lavori di manutenzione sarebbero una scelta perfetta per loro. Sono sicura che avrai parecchio lavoro per tenerli occupati.”

      E di questo ne ero certa. Mio padre era fantastico e io lo amavo profondamente ma era un tipo che non perdeva tempo. Dopo tutto era il capo carpentiere di tutti gli edifici del campeggio. Era il suo sudore che rendeva fattibili le visioni di mia madre. C’erano ben pochi dubbi che avrebbe fatto in modo che quei ragazzi avrebbero finito l’estate con ben più di qualche callo sulle mani. Se fossi il tipo di ragazza che scommetteva avrei scommesso che anche Fitz e Devon lo sapevano. Potevo sentire le loro occhiatacce senza aver bisogno di guardarli.

      “Sono sicuro che avrò ben più di un po’ di lavoro per tenere occupati questi ragazzi!” disse ridendo mio padre. Girandosi verso Fitz e Devon, si pulì con uno straccio il grasso dalle mani prima di allungarle per stringere le loro. “Piacere di conoscervi. Sono Jameson Riley, ma tutti qui mi chiamano signor Jimmy. In che alloggio staranno i ragazzi?”

      Devon e Fitz si girarono verso di me con aria interrogativa.

      “Oh, non ve l’ho detto?” chiesi con finta innocenza. “Siamo al completo quest’anno, perciò starete qui, nel solaio del fienile.”

      Sorrisi e girai I tacchi, lasciando entrambi fissarmi sbalorditi mentre me ne andavo.

      3

       Fitz

      Incazzato