Название | Inviolata |
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Автор произведения | Dakota Willink |
Жанр | Современные любовные романы |
Серия | |
Издательство | Современные любовные романы |
Год выпуска | 0 |
isbn | 9788835413721 |
Il fienile non era così lontano dal mio cottage.
Andrò solo ad assicurarmi che sia tutto a posto e poi andrò a letto.
Almeno questo è quello che dissi a me stessa.
Attirata come una falena dalle fiamme, mi allontanai lentamente dal letto che mi aveva tanto attirato pochi secondi prima e mi diressi verso la luce. La curiosità che sentivo era quasi compulsiva. In pochi minuti mi ritrovai proprio all’esterno del fienile, a sbirciare verso la finestra dove avevo visto accendersi la luce. Non ero sicura se sentirmi in colpa per spiare o se controllare un ospite fosse in qualche modo un mio dovere. Sapevo solamente che non ero in grado di guardare da un’altra parte.
Vidi Fitz muoversi, la schiena rivolta verso di me, la sua mole che riempiva quasi tutta la finestra. I suoi capelli corti erano un completo disastro, la parte superiore completamente mossi come se vi avesse passato le mani con molta violenza. Improvvisamente si girò verso la finestra. Colta dal panico, mi nascosi dietro a un albero lì vicino.
Non riuscii a cogliere la sua espressione, ma pensai che non mi avesse visto. Fissò fuori dalla finestra per un po, ’ prima di avvicinarsi e premere i suoi palmi contro il bordo della finestra. Fece cadere la testa tra le spalle. Sembrava quasi triste, e non potei fare a meno di chiedermi il motivo per cui quel ragazzo privilegiato dovesse sentirsi triste.
Dopo un po’, Fitz si allontanò dalla finestra e la luce si spense. Non ero sicura di cosa mi avesse spinto a dirigermi verso il fienile. Le mie preoccupazioni erano sciocche. Era tutto a posto. Sentendomi in colpa, mi allontanai dalle ombre e mi diressi verso casa. Dahlia mi seguiva, saltellando felice quando trovò un bastoncino sul sentiero.
“No, ragazza. Non puoi giocare. É ora di andare a dormire.” Si lamentò per un momento ma conosceva le regole. Quando le presi il bastoncino dalla bocca, cominciò a ringhiare. “Dahlia! Non osare ringhiarmi!”
Poi sentii un rametto spezzarsi alla mia sinistra, e mi resi conto che non stava ringhiando contro di me. Un senso di allarme mi travolse come se fosse trasportato da ali. Mi si rizzarono I capelli sulla nuca e mi venne la pelle d’oca sulle braccia.
Probabilmente è solo un altro coniglio.
Sentii rompersi un altro ramoscello e seppi di non essere da sola. C’era qualcuno tra I fitti alberi vicino al sentiero. Cercai di sbirciare nell’oscurità, ma la vegetazione bloccava la luce della luna e rendeva difficile vedere.
“C’è qualcuno?” dissi ad alta voce. Nessuno rispose. Dahlia continuò a ringhiare con un tono basso mentre mi venivano in mente tutte le immagini dei film dell’orrore che avevo visto nella mia vita. Attualmente stavo interpretando il ruolo della persona stupida del film–quella che andava tutta sola nelle tenebre solo per essere catturata e mangiata da un gruppo di zombie.
“Non è educato spiare le persone, dolcezza,” disse una voce dietro di me. Sobbalzai e quelle parole mi aumentarono violentemente le pulsazioni nelle mie orecchie. Sapevo che la voce stava ripetendo le mie parole di poche ore prima. Non era uno zombie pronto a nutrirsi della mia carne. Gli zombie non chiamano le persone ‘dolcezza’.
Era Fitz.
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