Danzando Verso La Felicità. Marisa Santi

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Название Danzando Verso La Felicità
Автор произведения Marisa Santi
Жанр Секс и семейная психология
Серия
Издательство Секс и семейная психология
Год выпуска 0
isbn 9788885356665



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che anch’io lo stavo mangiando con gli occhi. Dio santo quest’uomo sarebbe super sexy anche con indosso un sacco della spazzatura.

      Nell’attesa sono scesa in cucina per bere un bicchiere d’acqua fredda per riprendermi e fare calmare i bollenti spiriti anche se forse sarebbe meglio mandare giù qualcosa di alcolico il quale potrebbe rendermi più spigliata.

      Mi dirigo verso il corridoio e nel frattempo noto Mattia che sta scendendo le scale per raggiungermi. Ha indossato un jeans, una maglietta di cotone nera con scollo a v e una giacca di pelle. È bello da fare male!

      Mi prende la mano e mi chiede se sono pronta a portarlo in giro. Annuisco e respirando a fondo inizio a parlare a raffica: <<ti porto in auto fino in Piazza Vittorio Veneto, è tra le più grandi piazze d’Europa e da lì in poi andiamo a piedi per le vie principali del centro: Via Po, Piazza Castello, Via Roma e poi torneremo indietro da Via Lagrange per poi ritrovarci nuovamente in Via Po econcludiamo andando a berci qualcosa ai Murazzi.>>

      <<Perfetto, mi fido di te!>> esclama divertito dalla mia improvvisa parlantina.

      Raggiungiamo la mia auto, una Mito nera dell’Alfa Romeo.

      Messa da parte la timidezza e sciolto il ghiaccio, incomincio a sentirmi a mio agio. Così per accelerare i tempi e conoscerlo meglio lo tempesto di domande riguardanti la sua città nativa e la sua vita privata. Quando mi ci metto sono davvero invadente.

      <<Scusami se ti tormento, ma mi domando cosa diavolo ci fai qui a Torino, abitando in una città stupenda come Roma.>>

      <<Lavoro>> risponde.

      Nonostante le mie decolleté siano molto alte, sono riuscita a camminare tanto e seguire l’itinerario prefissato.

      Raggiungendo i Murazzi gli faccio notare la chiesa della Gran Madre e il Monte dei Cappuccini.

      <<Lo sapevi che Torino è una città magica? La prossima volta ti porto in Piazza Statuto. Anticamente era una porta della città considerata infausta e fuori da questa vi erano le crocifissioni. Per i suoi precedenti storici si pensa che la piazza nasconda qualcosa di malefico, addirittura si suppone che sotto l’aiuola centrale ci sia la porta per l’inferno. Torino è il vertice del triangolo della magia nera con Londra e San Francisco e anche della magia bianca con Praga e Lione. Il punto preciso del vertice della magia nera è un piccolo obelisco costruito nel 1808 su un punto geodetico secondo calcoli trigonometrici ed è situato in un aiuola del piccolo giardinetto.>>

      <<Davvero?>>

      Annuisco. Poi gli indico le tre statue della Gran Madre e gli spiego cosa rappresentano.

      <<La statua al centro rappresenta Vittorio Emanuele I, quella di destra l’allegoria della religione con la tiara ai piedi, mentre, quella a sinistra l’allegoria della fede, una donna che regge un calice. Si ritiene che la statua volga lo sguardo verso il luogo in cui si nasconde il Santo Graal. Invece una delle leggende esoteriche vuole che non lo sguardo ma che l’indice della mano indicasse il luogo in cui è sepolto il Graal, per questo ignoti l’hanno distrutto.>>

      <<Interessante.>>

      <<Magari appena entrambi avremo un po’ di tempo libero, ti porto a fare un tour, facendoti visitare la Torino misteriosa, sotterranea e esoterica.>>

      <<Mi piacerebbe molto.>>

      <<Non credo in queste cose… anche se in fondo l’esoterismo mi affascina e spaventa al tempo stesso.>>

      <<Anch’io non credo in queste cose. Anche se in questo momento un po’ di magia la percepisco e più che alla porta dell’inferno, mi sento in quella del Paradiso.>> Mi dice guardandomi negli occhi.

      <<Sapevo che ti sarebbe piaciuto qui…>> gli dico fingendo di non capire. Perché penso che non si stesse riferendo alla città… sono la solita presuntuosa.

      Mentre siamo al pub e continuiamo a bere, Mattia mi elenca i posti che vorrebbe visitare. Successivamente mi racconta qualcosa della sua famiglia, di avere delle sorelle e di esser molto affezionato a loro.

      <<Mi sono trasferito qui per questioni di lavoro. Sono un consulente finanziario, mia zia mi ha detto di conoscere delle persone che necessitano di me ed io ho bisogno di avere più clienti e accumulare esperienze, così ho deciso di trasferirmi! Conoscendo i tuoi, mi ha aiutato a trovare una sistemazione, ha chiesto loro la possibilità di ospitarmi nella vostra pensione. Purtroppo a casa sua non c'è molto spazio per ospitarmi.>>

      <<Io non ho mai conosciuto tua zia, mia madre mi ha detto che è una sua amica di vecchia data che ancora non ho avuto il piacere di conoscere. Stando a quello che dice, non abita in città. Sarei curiosa di incontrarla, potrebbe rivelarmi qualcosa che mia madre combinava da giovane. Non si sa mai, potrebbe tornarmi utile quando mi starà con il fiato sul collo!!!>> Commento con un sorrisetto compiaciuto.

      <<Se vuoi un giorno ti ci porterò, vive in Val di Susa da quando si è sposata.>>

      <<Grazie, mi piacerebbe molto.>>

      Vorrei chiedergli anche se è fidanzato, ma penso che non sia il caso, potrebbe pensare che io possa avere “altri” interessi nei suoi riguardi.

      Parliamo ancora molto continuando a mandare giù birra, cosa che mi rende più sicura e meno timida. Ridiamo e ci divertiamo per tutta la serata. Senza rendercene conto il tempo è volato.

      <<E’ tardissimo!>> esclamo guardando l’ora. Sono quasi le tre del mattino e tra poche ore devo andare all’università.

      <<Hai ragione, il tempo è passato velocemente, non pensavo fosse così tardi!>>

      <<Già… E’ ora di andare a dormire>> dico molto dispiaciuta di dover interrompere la piacevole chiacchierata.

      <<Grazie mille per la bella serata...>> dico facendo una pausa per prendere coraggio e raccontargli di averlo già visto.

      <<Sai, stamattina mentre andavo all’università ti ho incrociato; eri fermo ad un semaforo con la cartina stradale in mano. Non ho potuto fare a meno di notarti e sono rimasta affascinata dal tuo aspetto, pensavo fossi inglese o Irlandese… sei particolarmente interessante!>> esclamo e poi cerco di riparare <<Scusa, mi fa male bere tanto, perdo il controllo e non penso a quello che dico…>> arrossisco e evito di guardarlo in faccia.

      Mi sorride e mettendo due dita sotto il mento mi costringe a guardarlo negli occhi: <<Evidentemente è un segno del destino che noi dovessimo incontrarci.>>

      <<Forse...>> gli rispondo intimidita da lui, dai suoi occhi e dalla situazione.

      <<Non ti sfugge niente! In parte hai indovinato, ho origini Irlandesi da parte di mia madre.>> Mi comunica orgoglioso.

      <<Me lo hanno suggerito i tuoi lineamenti, il colore degli occhi e dei capelli. Sei la classica bellezza del nord Europa.>> gli confesso diventando color porpora. Meno male che ho smesso di mandare giù birre. Non oso immaginare cosa non potrei ammettere… ad esempio che se non fossi fidanzata gli sarei saltata addosso. E adesso da dove mi escono questi pensieri peccaminosi?!?

      Ci dirigiamo verso l’auto, entriamo e metto le mani sul volante fingendo d’essere attenta a quello che sto facendo. Non voglio che si accorga del mio volto ancora paonazzo per via della mia confessione di qualche minuto prima.

      Mattia è immerso nei suoi pensieri ed io non voglio aprire bocca per evitare altri strafalcioni. Il silenzio è quasi confortevole.

      Finalmente siamo arrivati a casa, rimanendo sempre in silenzio saliamo le scale e ci troviamo davanti al corridoio dove ci sono le nostre stanze.

      Rompendo il silenzio gli sussurro: <<Notte Mattia e grazie ancora per la bella serata.>>

      Lui mi guarda e si avvicina per darmi un bacio sulla guancia. <<Notte Isabel.>>

      Entriamo nelle nostre rispettive camere e nonostante