Danzando Verso La Felicità. Marisa Santi

Читать онлайн.
Название Danzando Verso La Felicità
Автор произведения Marisa Santi
Жанр Секс и семейная психология
Серия
Издательство Секс и семейная психология
Год выпуска 0
isbn 9788885356665



Скачать книгу

al pub.

      <<Sei proprio sicura di volere “sprecare” due giorni interi senza allenamenti e piroette?>> Chiede Vanessa ancora perplessa ed incredula per la mia richiesta. Annuisco con espressione divertita per le facce che hanno tutti in questo momento, la loro espressione è basita, come se davanti a loro fosse apparso un fantasma.

      I ragazzi si confrontano per decidere se accettare o meno la mia richiesta in base ai loro impegni. Sembrano abbastanza spiazzati ma anche euforici per la piacevole novità. Sole, mare, amici e baldoria. Finalmente smettono di osservarmi come se fossi appena uscita dal manicomio e mi danno il verdetto.

      <<Sì, per me va più che bene>> dice entusiasta Rebecca.

      <<E voi?>> chiedo agli altri.

      <<Ci verremo tutti>> rispondono canticchiando in coro.

      E poi sarei io quella strana! Alex, Vanessa, Rebecca, Vittorio, Lara, Rossana, Matteo, Chiara e Marco sono da anni gli inquilini della pensione, abbiamo legato talmente tanto da comportarci come se fossimo tutti fratelli e sorelle: siamo una grande famiglia, uniti da una profonda amicizia.

      <<Quindi è deciso, nel tardo pomeriggio si parte!>> esclamo contenta.

      Concluso il pranzo, ci prepariamo per partire.

      Nel frattempo prendo il cellulare e contatto anche Max e Roberta, la mia migliore amica, per invitare anche loro alla gita. Roberta accetta subito, mentre purtroppo Max, a malincuore, è costretto a rinunciare per impegni lavorativi. Mi spiace che non possa esserci, non lo vedrò per due giorni.

      Chiudo il borsone e mi affretto a raggiungere gli altri nel salone.

      <<Ci siamo tutti, mancavi solo tu e scoprire la nostra destinazione! Abbiamo preso baracca e burattini, adesso ti spiacerebbe dirci dove siamo diretti?!?>> chiede Chiara sempre più incuriosita.

      <<Al mare! Oh... Magari vorreste sapere anche il luogo… ad Alassio in Liguria. C’è una cara amica di mia madre che ci aspetta a braccia aperte! Lei è sempre felice di avere ospiti, particolarmente se si tratta di baldi giovani. È da tempo che mi chiede di raggiungerla perché si sente un po’ sola e vorrebbe che portassi con me degli amici. Ha una casa molto grande con un sacco di stanze. Vi ho chiarito le idee o pensate ancora di essere diretti verso l’ignoto più oscuro?>> chiedo prendendomi gioco di loro. <<Dai, partiamo!>>

      <<Dicci almeno come si chiama la tua amica!!!>> esclama Roberta.

      <<Franca ed è una signora molto dolce e simpaticissima. Ah… Forse temi che possa trattarsi della malvagia strega di Hansel e Gretel? Chissà, magari ho preso accordi con lei e il pranzo di oggi potrebbe essere un modo per mettervi tutti all’ingrasso e prepararvi per il suo magico forno…>>

      Finalmente hanno finito di tempestarmi di domande inutili e hanno deciso di incamminarsi verso il parcheggio. Carichiamo i bagagli e infine si parte.

      Decido di andare in auto con Roby e lei preoccupata di dover affrontare l’autostrada chiede di utilizzare la mia e possibilmente di guidare io, come sempre.

      <<Roby, devi superare questa assurda paura di guidare in autostrada. Per questa volta ti assecondo ma al ritorno lo farai tu!>> le dico con tono di rimprovero.

      <<Sai che non sono portata… non sono tutti come te signorina-faccio-tutto-io! Mi scarrozzerai tu anche al ritorno!>> ribatte defilandosi dalla responsabilità verso se stessa di superare la propria paura.

      <<Okay.>> rispondo sbuffando.

      Accendiamo la radio, alziamo il volume al massimo e mettiamo da parte il battibecco. Sono incessantemente felice della sua compagnia, riesce sempre a farmi ridere, con lei dimentico i malumori e il tempo vola.

      

      

      Finalmente dopo tre ore di viaggio e svariati rallentamenti dovuti dal traffico arriviamo ad Alassio. Durante il percorso ci siamo dispersi. Per fortuna ho dato loro l’indirizzo prima di partire e i navigatori satellitari fanno sempre “o quasi” bene il loro lavoro.

      Ci ritroviamo davanti all’ingresso della villa di Franca. Suono più volte il campanello, fino a quando finalmente il cancello si apre e troviamo ad accoglierci Mario, il maggiordomo.

      <<Signorina Isabel che piacere rivederla! Prego ragazzi entrate, la signora vi sta aspettando.>>

      <<Sei una serpe, l’avevi già avvisata del nostro arrivo! Mi hai fatto credere per tutto il viaggio che dovessimo piombarle in casa senza alcun preavviso come dei maleducati...>> mi dice Roberta alquanto innervosita.

      <<Già!>> Rispondo facendomi un po’ beffa di lei, consapevole della sua timidezza. In qualche modo dovevo vendicarmi per aver fatto solo sclerare me in autostrada dietro a code e pazzi incuranti del codice stradale.

      Sono sempre stata giocosa e vivace quindi è abbastanza abituata a subire un ingenuo scherzo a suo discapito. Se ne farà una ragione e imparerà ad essere meno ingenua. Per fortuna mi amano nonostante la mia lingua un po’ velenosa e il mio sarcasmo e comunque possediamo tutti un gran senso dell'umorismo, è difficile che ci si offenda facilmente.

      Franca ci aspetta davanti all’ingresso con un magnifico sorriso: <<Entrate ragazzi, siete tutti benvenuti! Gli amici di Isabel sono anche amici miei.>> Dice facendoci accomodare.

      Tutti rimangono a bocca aperta entrando in questa fantastica casa, Franca ha buon gusto ed è appassionata d’arte, la sua abitazione sembra un museo: ha viaggiato molto prima della morte di suo marito e da ogni viaggio hanno portato a casa qualche “ricordo”. È una persona di classe e penso che sia una delle donne più affascinanti e intelligenti che abbia mai conosciuto e nonostante tutto, sa mettere tutti a proprio agio senza atteggiarsi come tante altolocate con la puzza sotto il naso. Solo il pensiero dell’esistenza di certi elementi, mi viene la nausea.

      <<Isabel, che piacere averti qui. Quando la mamma mi ha detto che vi sareste fermati per due giorni mi ha riempito il cuore di gioia. Lucia adesso vi mostrerà le vostre stanze.>>

      <<Grazie mille Franca, sei sempre molto generosa. Mi sei mancata tanto è molto che non vieni a farci visita! Come stanno le tue figlie? Sono sempre in Inghilterra?>>

      <<Stanno molto bene, mi dicono sempre di salutarti! Fatti abbracciare Isabel.>> Mi getta le braccia al collo e mi accarezza come solo una mamma sa fare. Amo questa donna, per me è come una seconda madre. Chissà se anch’io e Roby continueremo ad essere così tanto amiche come loro due? Spero proprio di si!

      La serata è trascorsa gioiosamente anche se siamo tutti molto stanchi per il viaggio. Dopo aver cenato i ragazzi si sono finalmente rilassati e hanno superato l’impaccio. Avevo dimenticato quanto fosse brava ai fornelli Lucia. Ci ha preparato una spaghettata allo scoglio “divinamente buona” e il branzino al cartoccio con contorno di insalata, il tutto accompagnato da dell’ottimo vino bianco.

      <<Isabel hai proprio ragione: la signora Franca è davvero una donna molto simpatica e giovanile. Chiacchierare con lei è divertente.>> Mi dice entusiasta Rebecca.

      Concentrati e affascinati dai racconti interessanti di Franca non ci siamo resi conto del tempo che scorre, si è fatto molto tardi e il sonno inizia a farsi sentire.

      Vittorio è il primo a cedere a Morfeo. <<Buona notte a tutti.>> dice mentre cerca di trattenere uno sbadiglio.

      Poco alla volta tutti gli altri prendono esempio e si recano nelle proprie stanze. Io e Roby rimaniamo ancora un po’ a chiacchierare con Franca, non mi stancherei mai di ascoltarla parlare. Chissà quanto si saranno divertite lei e mia madre quando erano giovani, non faccio fatica ad immaginarle infrangere cuori e a fare girare le scatole alla mia nonna materna. Rigida com’è non oso pensare quante volte avrà ripreso la figlia per la sua “esuberanza”. Per fortuna con me non è così, forse invecchiando, si diventa più tolleranti e pazienti.

      <<Isabel hai qualcosa che ti preoccupa vero? Lo