I divoratori. Annie Vivanti

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Название I divoratori
Автор произведения Annie Vivanti
Жанр Любовно-фантастические романы
Серия
Издательство Любовно-фантастические романы
Год выпуска 0
isbn



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l'accaduto; e l'altra serva andò con lei.

      Il nonno rimase solo nella casa deserta.

      (Le Parche filavano. « Ecco un filo nero. Intessiamolo »).

      Il nonno era solo nella casa deserta. Chiamò sua figlia. Chiamò Valeria; ed Edith; e Nancy. Poi si ricordò che Nancy si era smarrita. E chiamò Sally. E chiamò Tom. Poi suonò tutti i campanelli, ma nessuno venne, nessuno rispose. Allora di nuovo si ricordò che Nancy era smarrita, e che tutti erano andati in cerca di lei. Lentamente si avviò nel parco e scese lungo il viale fino al cancello. S'affacciò a guardare: la strada si stendeva deserta nell'ombra crepuscolare.

      Il vecchio uscì, e a passo a passo, volse a sinistra, dalla parte opposta al villaggio, verso il crocevia delle Cascine.

      Ma, prima ancora di arrivarci, lasciò la strada maestra e prese un sentiero traverso i campi. Il sentiero si perdeva al Fosso di Wakeley, ma il vecchio continuò a camminare inoltrandosi verso la brughiera desolata e incolta.

      Il sole era caduto dietro le colline, e la notte, come un gatto grigio, correva furtiva e rapida per le lande.

      Nancy era già stata trovata e ricondotta a casa da Jim Brown. Ma il vecchio nonno volgeva ancora i tardi passi per la scura e desolata brughiera. Vide qualcosa oscillare e muovere contro il celo.

      – Sarà Nancy, – disse. E la chiamò.

      Ma era una trebbiatrice, coperta di lunghe tele nere che sventolavano nell'aria. Il nonno si affrettò un poco nel passare, e disse forte:

      – Ho ottantasette anni.

      Allora si sentì più tranquillo. Era persuaso che nessuno, sapendo la sua grande età, gli avrebbe fatto del male. Difatti la trebbiatrice lo lasciò passare senza fargli nulla, e non lo seguì coi suoi cenci sventolanti, come egli aveva temuto. D'un tratto sussultò udendo dei piedi leggieri correre nel buio davanti a lui. Erano tante pecore grigie nella notte, che si fermarono di colpo, tutte insieme, con le faccie nere volte verso di lui. Gli venne freddo, e si affrettò, vacillante; mentre gli pareva sempre che dietro a lui sbucasse qualche cosa dai cespugli. Era agghiacciato di paura.

      – Ho ottantasette anni. Non è giusto che io sia qui, solo nella notte, – disse e cominciò a piangere forte, come un bambino; ma nessuno lo udì ed egli ebbe paura del rumore che faceva.

      Si volse per tornare a casa, passando di nuovo vicino alla macchina avvolta nel drappo nero. Ed ecco che in un campo a destra vide qualcuno in piedi che si moveva.

      – O Nancy! – gridò – sei lì?

      Ma la figura non rispose.

      Allora il nonno gridò:

      – Buona sera. Scusi… ha visto Nancy? Buona sera! Nancy è passata di qui?

      La figura nel campo faceva molte riverenze e il nonno continuava a rispondergli:

      – Buona sera, buona sera.

      E come gli pareva di vedere che gli facesse cenno di avvicinarsi egli si avviò pel campo, incespicando nei solchi.

      Quando fu vicino a quella figura, disse in fretta:

      – Ho ottantasette anni.

      La figura sventolò ambe le braccia, molto impressionata.

      Il nonno sedette per terra perchè era stanco.

      … Già Nancy era giunta in salvo, e la casa echeggiava di voci e splendeva di lumi accesi. Ma nel buio sulla collina il nonno sedeva vicino allo spaventa-passeri e discorreva con lui.

      – Quando vorrà andare a casa, – diceva il nonno, – verrò anch'io se permette.

      E lo spauracchio non fece obbiezioni.

      Dopo un lungo silenzio il nonno riprese:

      – Mi dirà poi quando sarà disposto ad andare…

      La figura gli fece cenno con fluttuante gesto che aspettasse; e il nonno cercò di non impazientirsi.

      – Va bene, va bene, – disse. – Non ho fretta.

      Ma era tardi e faceva freddo.

      … D'improvviso, ecco, sul ciglio della lontana collina, apparire suo figlio Tom! Ed anche il figlio di Tom. Giganteschi e taciti scendevano per il pendìo, venendo a lui con passi lunghi e leggieri. E dietro loro, con passi lunghi e leggieri, venivano tutti i figli morti di suo figlio Tom. E tutti si mettevano a sedere intorno a lui. E più l'aria si faceva buia, più egli se li sentiva vicini, leggieri e giganteschi. C'era anche Sally, Sally che era la sua prediletta; ed essa si appoggiava strettamente al suo petto, e gli agghiacciava, col piccolo viso freddo, il cuore.

      A tutti loro egli domandò se avessero veduto Nancy; ma essi dissero di no, scotendo la testa tutti insieme. Il nonno chiese a Sally se la sua tosse andava meglio. E allora tutti risero piano, senza rispondere.

      La trebbiatrice passò, agitando le ali…

      Così per tutta la notte i suoi figli morti sedettero accanto a lui. All'alba si levarono, e ritraversarono con passi lunghi e leggieri la collina.

      Ma lo spauracchio non lo abbandonò.

      (Taglia il filo, disse la Parca).

      VIII

      Quindici giorni dopo il funerale, Nino si arricciò i baffi e se ne andò a Londra. Suo padre non gli fece rimostranze. Veramente lo zio Giacomo stesso trovava la casa esageratamente lugubre; e sentiva intorno a sè un'atmosfera di vaga irrequietezza angosciosa che non poteva attribuirsi alla scomparsa della mite figura dell'avo.

      Valeria errava per le camere nel suo vestito di lutto, con un'espressione spaurita e sonnambulesca. Se lo zio Giacomo voleva parlarle, ella scattava in mezzo alla conversazione con aria di bestiola inseguita, e correva a vedere di Nancy. Lo zio Giacomo s'infastidiva. Ma non c'era dunque Fräulein per badare a Nancy? E se Fräulein fosse occupata con la signora Avory e con le domestiche, v'era pur sempre Edith! Edith non adorava forse la piccina, accarezzandola e viziandola? Che bisogno c'era che Valeria si agitasse a questo modo?… Ma Valeria si agitava, impallidiva e correva via. Non più piccole premure per lo zio Giacomo; non più minestroni freddi, fatti espressamente da lei sotto il naso disapprovante della cuoca inglese. Più nulla. In quanto a Nino, poveretto! pareva proprio che per Valeria egli non esistesse più. Ella non aveva occhi che per Nancy e per Edith. Sempre le guardava, le seguiva, s'intrometteva nei loro discorsi; sempre le spiava con quell'aria di bestiola inseguita che faceva pietà. Quando le due ragazzette sedevano insieme, felici, leggendo o chiacchierando, Valeria con voce rauca e nervosa chiamava Nancy, e la mandava via a far qualche commissione inutile; oppure se la teneva vicina, facendole dei lunghi discorsi incoerenti. Edith talvolta si domandava perchè mai Valeria le portasse via così la bambina; perchè la chiamasse sempre a sè con fare così improvviso e severo. Ma poi vedendo il viso ansioso e pallido di Valeria – e guardando Nino, che per lo più sembrava distratto e seccato, Edith pensava a litigi d'innamorati, e non faceva domande.

      Ma non v'erano litigi d'innamorati tra Nino e Valeria. Dal cuore affannato di lei l'amore materno aveva scacciato ogni altro sentimento; e un solo pensiero la possedeva: il pensiero di proteggere Nancy, di tener Nancy lontana dal lieve alito di Edith, dai teneri baci di Edith! E Nino, vedendola sempre colla figlioletta sulle ginocchia o al fianco, si abituò gradatamente a vedere in Valeria la madre più che l'amante, la parente più che la fidanzata.

      Poichè la creatura in grembo a sua madre vieta e frena la passione.

      Una sera Nino, sbadigliando, prese in mano un giornale, e per esercitarsi nell'inglese ne lesse le notizie. Ed ecco che le notizie lo interessarono!

      All'indomani si arricciò i baffi e partì per Londra. Andò a pranzo da Pagani e vi trovò un vecchio compagno di università, Carlo Fioretti, che pranzava con una signora inglese, troppo ingioiellata e dai capelli troppo dorati, a una tavola presso la sua. Fioretti gli fece gran festa, e la bionda signora gli sorrise. Lo invitarono a prendere il caffè con loro, e Fioretti gli raccontò molte cose sulla colonia italiana di Londra. Poi lo invitarono a venir con loro all'Alhambra. Ma Nino, spiacentissimo – oh, desolato! – non poteva. Andava appunto stasera al teatro Garrick…

      – Ma