Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 3. Botta Carlo

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Название Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 3
Автор произведения Botta Carlo
Жанр Историческая литература
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Издательство Историческая литература
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di artiglieria.

      Ma qui non ebbe fine il fortunoso combattimento. Appena erano gl'Inglesi entrati negli alloggiamenti loro, gli Americani seguendo l'impeto della vittoria gli affrontarono da diverse parti con incomparabile ardire, malgrado la furiosa tempesta di cannonate a scaglia, e di archibusate che loro piovevano addosso. Arnold sopra tutti, il quale pareva in questo giorno, fosse fuori di sè per l'agonia di menar le mani, ed i pericoli cercasse piuttosto con bestial furore, che con valore umano, abbandonatamente assaltò le trincee in quella parte, dove stavano alla guardia i fanti leggieri inglesi sotto i comandamenti del lord Belcaro. Ma gl'Inglesi con audacia inestimabile si difendevano. La battaglia fu dura, lunga e sanguinosa. Infine, quando già s'abbuiava, Arnold, superati tutti gli ostacoli, si sospinse per maladetta forza dentro il vallo con pochi dei più animosi. Ma in questo punto fu sconciamente ferito in quella gamba medesima, la quale già gli era stata guasta nell'assalto di Quebec. Fu costretto con grandissimo suo cordoglio a ritirarsi. I suoi tuttavia seguitavano a menar le mani, difendendosi però sempre gli Inglesi gagliardamente, e, fatto già notte, anch'essi finalmente si ritirarono.

      Ma non si combattè così felicemente pei reali da un'altra parte. Quella squadra di repubblicani, la quale condotta dal luogotenente colonnello Brooks iva allargandosi sull'ala dritta dei regj, dato una gran giravolta, erasi recata ad assaltar il destro fianco degli alloggiamenti, e combattendo ferocemente si sforzava di entrarvi. Stava alla difesa di questa parte del campo Breyman co' suoi lanzi. Questi non mancarono a sè stessi, e con gran valore si affaticarono di risospingere gli assalitori. Ma morto sulle prime Breyman, si disordinarono, e dettero luogo all'impeto degl'inimici. Furono tutti o fugati, o fatti prigionieri, o tagliati a pezzi. Perdettero tutte le tende, le bagaglie e le artiglierie. Entrarono gli Americani, e piantarono gli alloggiamenti loro dentro il campo inglese. Udite Burgoyne le novelle di sì tristo caso, ordinò, si andasse a rincacciar il nemico. Ma o sia la notte, ch'era sopraggiunta, o lo sbigottimento delle genti, che sel facessero, i comandamenti suoi non ebbero effetto, e gli Americani continuarono a dimorare nel luogo, che con tanta gloria acquistato avevano. In tal modo s'erano questi aperto il passo sul fianco destro, ed alle spalle dell'esercito inglese. Le altre schiere americane stettero tutta la notte in armi ad un mezzo miglio distante dal campo inglese. La perdita dei morti e dei feriti fu molto grave da ambe le parti; ma più da quella degl'Inglesi, de' quali ne furon anche fatti prigioni non pochi. Il maggiore d'artiglieria Williams e l'Ackland dei granatieri furono nel numero di costoro. Molti pezzi d'artiglieria vennero in poter dei repubblicani, con tutte le bagaglie dei Tedeschi, e molte munizioni da guerra, delle quali avevano grandissimo bisogno. Aspettavano gli Americani impazientemente il nuovo dì per rinnovar la battaglia. Ma trista, ed oltre ogni dire pericolosa era la condizione dell'esercito britannico, la quale però sopportava con maraviglioso coraggio. Il continuar a starsene in quel sito era un esporsi l'indomani ad una inevitabile rovina. Gli Americani più potenti e più arditi, e per l'adito che già aperto si erano al destro fianco, e per le altre parti ancora poco difendevoli, si sarebbero certamente fatto la via per ogni dove nel campo, e l'esercito inglese sarebbe stato condotto ad un totale sterminio. Pertanto si determinò Burgoyne a mutar gli alloggiamenti; il che eseguì con mirabil ordine, e senza perdita veruna, facendo per a mò di conversione retrograda dell'ala dritta, girando sulla sinistra che stava ferma, ritirare indietro le sue genti presso il fiume su certi poggi, che stavano a sopraccapo all'ospedale. In questa positura aveva le spalle volte al fiume, la dritta all'in su, e la manca in giù della sua sponda.

      Aspettavano il giorno seguente nel nuovo campo loro gl'Inglesi la battaglia. Ma Gates da quel capitano sperimentato ch'era, avendo buono in mano, non volle rimescolare, abborrendo dal rimettere in arbitrio della fortuna quella vittoria, che già era sua. Intendeva, godendosi il benefizio del tempo, che la fame, e la necessità delle cose compissero quell'opera che aveva con audace battaglia sì bene incominciata. Seguirono però questo dì frequenti scaramucce di poco conto. In questo istesso dì, la sera si fecero nel campo inglese le esequie al generale Frazer, molto terribili e dogliose pel danno passato, pel pericolo dell'avvenire, pel desiderio del morto, per l'abbuiar della notte, pel balenar continuo, e pel rimbombo dell'artiglierie d'America, le quali strisciando spruzzavano la terra ad ora ad ora sul viso del cappellano che offiziava.

      Ma Gates, il quale già prima della battaglia aveva fatto passare al di là del fiume rimpetto Saratoga un grosso squadrone di soldati, acciò ne custodissero il passo, ed impedissero che il nemico non facesse qualche sdrucito da quella parte, ora ne mandò altrettanti anche ad un guado superiore. Intanto avviava all'insù due migliaia di soldati scelti, acciocchè girando sul fianco dritto degl'Inglesi si avvicinassero alla riva del fiume, sicchè in tal modo sarebbero questi stati accerchiati da ogni parte. Accortosi di ciò Burgoyne comandò, si ritraesse prestamente l'esercito a Saratoga, che trovavasi sei miglia più in su sulla medesima riva del fiume. Incominciavano a muoversi alle nove della sera; ma tal era la malvagità delle strade, rese ancor più difficili da una continua pioggia, e tale la debolezza delle bestie da trarre pel difetto degli strami, che non arrivarono a Saratoga, che in sull'oscurarsi dell'aria la sera del seguente giorno, stracchi tutti e malconci dalle fatiche e dai disagi. Lasciarono in poter dei nemici da trecento malati nell'ospedale, e molte trite cariche di munizioni e di bagaglie. Per istrada distrussero le case, ed ogni cosa che loro si era parata davanti. Cessata la pioggia, Gates gli seguitava sempre dietro un alloggiamento, lentamente e colle briglie in mano, per aver gl'Inglesi rotti i ponti, e per non dar loro occasione di appiccare con vantaggio un qualche fatto d'armi. Temendo che Burgoyne con una subita correrìa di soldati leggieri mandasse ad occupar il passo del fiume vicino al Forte Edoardo, inviò certe compagnie di milizie nel medesimo Forte, perchè l'impedissero. Non così tosto vi erano arrivate, che sopraggiungevano i corridori inglesi; ma, trovato, ch'erano state loro furate le mosse, tristi e dolenti se ne tornarono. In questo frattempo il grosso dell'esercito inglese, passata la notte dei nove a Saratoga, ne partì la mattina dei dieci, e varcò il Fish-kill-creek, che corre nell'Hudson a tramontana di questa Terra. Speravano i capitani, che avrebbero quivi potuto ad un solito passo traversar l'Hudson, e trovare scampo sulla sua sinistra riva. Ma primieramente incontrarono una banda di repubblicani sulla stanca di Fish-kill-creek, che già stavano lavorando alle trincee su certi colli; i quali poscia, veduto il grosso numero degl'Inglesi, attraversarono l'Hudson, ed andarono a congiungersi collo squadrone principale, che alloggiava al di là, affine di impedire questo passo.

      Perduta la speranza di varcar il fiume ne' luoghi vicini a Saratoga, i capitani britannici voltarono il pensiero all'aprirsi la via sulla destra riva sino di rincontro al Forte Edoardo, e là, sforzato il passo con ributtar le genti, che poste vi erano per difenderlo, valicar sulla sinistra. A questo fine mandarono avanti una compagnia di guastatori con una scorta di un reggimento di regolari, alcuni feritori alla leggiera, e leali, acciocchè racconciassero le strade ed i ponti per al Forte Edoardo. Appena erano costoro partiti, che compariva l'inimico molto grosso sui colli dalla parte opposta del Fish-kill-creek, il quale faceva le sembianze di voler passare per attaccare la battaglia. Richiamaronsi incontanente i regolari ed i feritori. Solo rimasero coi guastatori i leali, i quali pizzicati appena da una piccola banda, che andava ronzando intorno, diedero volta, lasciando soli i guastatori, lavorassero a posta loro. Per la qual cosa disperossi affatto di poter condurre in salvo le bagaglie e le artiglierie.

      A tante difficoltà venne anche ad aggiungersi questa, che i repubblicani, i quali stavano attelati lungo la riva sinistra del fiume, ad ogni passo traevano contro i battelli carichi di munizioni e di arnesi da guerra, che avevano, navigando a ritroso, seguitato l'esercito dopo la sua partita da Still-water. Molti di questi battelli erano stati presi, alcuni ripresi con perdita di gente da ambe le parti. Finalmente e' bisognò per minor male sbarcar le munizioni, e ridurle sui poggi; opera, che molto accrebbe di fatica al già tanto stracco esercito.

      Ora era giunta al colmo la sfortuna delle genti britanniche, ed altro non s'appresentava alla mente sì dei capitani, che dei soldati, che un totale sterminio, od un pregiudiziale accordo. Il voler passar il fiume così grosso, essendo la sinistra riva con tanta gelosia e da tante genti guardata, e vicino un sì potente nemico gonfiato dall'aura della vittoria, era impresa non che temeraria, disperata. Il ritirarsi per la destra con questo medesimo nemico alla coda, per istrade cotanto difficili ed intricate, era un partito piuttosto impossibile ad eseguirsi, che malagevole. Ogni cosa presagiva una inevitabile catastrofe. Eppure in mezzo a tanta calamità si apriva ag'Inglesi qualche speranza di bene, e l'occasione di poter ad un tratto ristorar