Altri Mondi. Il Trono Dell'Anima. Libro 1. Elena Kryuchkova

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Название Altri Mondi. Il Trono Dell'Anima. Libro 1
Автор произведения Elena Kryuchkova
Жанр Современная зарубежная литература
Серия
Издательство Современная зарубежная литература
Год выпуска 0
isbn 9788835428756



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Volpe Bianca annuì.

      “Allora vai e diventa umana, mia curiosità. E vivi felicemente la tua vita da mortale.” disse il ragazzo.

      E la Volpe Bianca scomparve... perché era entrata a far parte del mondo umano...

      Mondo di Geba, Confederazione dei Regni, Regno di Wend, Mokoshin, 954 post-Rinascimento

      Che cos'è il “mondo”? Questo concetto può essere interpretato in modi diversi. Per alcuni il mondo si riduce allo spazio che abbiamo attorno. Per altri è l’intero pianeta su cui si vive.

      Il pianeta Geba era il terzo pianeta del Sistema di Ra, il sole locale. Geba era bellissima: era ricoperta di oceani azzurri, in cui vivevano molti animali e piante marine.

      La terraferma costituiva una parte relativamente piccola dell’intera superficie del pianeta azzurro. In totale c’erano quattro continenti principali: centrale, orientale, meridionale e settentrionale. Un tempo c’era anche il Continente Occidentale ma, a causa del movimento attivo delle placche tettoniche, si spaccò in un gruppo di isole.

      Nel Continente Centrale due fazioni erano in guerra tra loro: l'Alleanza dei Regni (o semplicemente l'Alleanza) e la Confederazione dei Regni. Era una guerra cruenta che durava da molti anni. I regni del Continente settentrionale avevano scelto di rimanere neutrali. Ma alcuni di loro si erano uniti all'Alleanza. Tuttavia, non volendo scendere in aperto conflitto, preferivano coprire gli alleati alle spalle.

      ...Un nuovo giorno stava iniziando sulla città di Mokoshin, capitale del Regno di Wend e dell'intera Confederazione dei Regni (o semplicemente CK).

      Le strade di Mokoshin, dove si ergevano delle tipiche costruzioni a più piani con muri grigi, erano illuminate dal sole primaverile di aprile. O, come usava dire la gente del luogo, godeva di una "Bella Golden Ra". La luce scivolava con i suoi raggi dorati sulle foglie degli alberi, sull'erba verde, sugli edifici, le strade e i campi da gioco.

      In una delle case, alla periferia della capitale, nella stanza da letto dalle pareti rosa chiaro di una ragazza, si udì il suono di una sveglia. La ragazza che vi dormiva, la sedicenne Zima, 2numero di identificazione X-0-2212938-R0101, si svegliò riluttante. Quella notte aveva fatto un brutto sogno: aveva visto sua sorella maggiore Vesna precipitare nel vuoto. Dopo un tale incubo, al risveglio si sentiva distrutta. Ma le succedeva spesso di svegliarsi male, al mattino.

      “Stupida sveglia…” mormorò, spegnendo l'odiato congegno.

      Lanciando un’occhiata al calendario da tavolo, Zima ricordò che quel giorno avrebbe dovuto compilare un questionario di orientamento professionale. Dopotutto, aveva studiato per ben dieci anni, cioè era pronta per l’università. E alla fine di quell’anno accademico, a maggio, avrebbe dovuto superare gli ultimi esami. Dopotutto, così come per i questionari di orientamento professionale, il giudizio sarebbe stato molto influenzato dalle annotazioni che i professori avevano scritto sui vari studenti. Una buona valutazione avrebbe spianato l’ingresso all’università. E nessuno poteva ambire ad entrare in un ateneo prestigioso senza la una valutazione adeguata, anche se avesse superato tutti gli esami col massimo del punteggio!

      “Stupida Scuola e stupidi questionari! - Zima sospirò tragicamente - E anche gli esami sono stupidi! Voglio dormire, non andare a scuola!”

      Ma non c'era scelta, doveva alzarsi. Zima X-0-2212938-R0101 si alzò dal letto e cominciò a prepararsi. Indossò l'uniforme scolastica, un austero abito grigio, e andò a guardarsi allo specchio. Il suo riflesso le ammiccò: era una ragazza pallida e sottile, con occhi azzurri e lunghi capelli neri e lisci.

      Guardando il suo riflesso senza molto interesse, Zima iniziò a pettinarsi i capelli. Decise di acconciarli in maniera stravagante. Prese le due ciocche di capelli più esterne, una per lato, e le pettinò in due trecce. Poi le legò tra loro. Davano l’impressione di un ”paio di corna di montone”. A scuola le acconciature eccentriche non erano vietate, anche se la maggior parte delle studentesse preferiva farsi semplicemente due trecce, o una cipolla, o magari una coda di cavallo…

      Nel frattempo, nella mente di Zima si fece strada un pensiero: “Devo stare attenta a non sbagliare il mio numero di identificazione, quando compilerò il questionario! Faccio sempre confusione...”

      Com’è facile intuire, nessun cittadino della Confederazione aveva un cognome, ma solo numeri di identificazione. La prima lettera indicava il sesso. X per una femmina e Y per un maschio. La seconda cifra, 0 o 1, indicava lo stato civile. 0 indicava una persona single. Quando ci si sposava il numero cambiava da 0 a 1. Seguivano i numeri della data di nascita. Ad esempio, la data di nascita di Zima era il 22 dicembre 938 post-Rinascimento.

      Zima era nata durante il solstizio d'inverno. E i suoi genitori, che avevano un accentuato senso dell’umorismo, le avevano dato quello strano nome.

      I numeri che seguivano la lettera R rappresentavano il Regno e la città di nascita. Ad esempio, Zima era nata nel primo Regno della Confederazione dei Regni, Wend, e in una delle sue principali prima città, nella capitale Mokoshin. Pertanto, il suo numero di regione era 0101. Così, il numero di identificazione di Zima era X-0-2212938-R0101. Se una ragazza superava con successo il questionario di orientamento professionale, sosteneva ottimamente tutti gli esami e otteneva una buon giudizio finale, poteva aspirare a diventare operatore radio nell'esercito. E a quel punto al suo numero identificativo si sarebbe aggiunto un 1, per significare che ormai era un soldato.

      ... Quando ebbe finito di acconciarsi i capelli, Zima uscì dalla stanza e, da brava figlia, salutò i genitori:

      “Buon giorno!”

      “Oh, figlia cara, buongiorno!” rispose sua madre, che stava spolverando l'armadio nel corridoio.

      A volte la donna rassettava la casa di mattina presto, prima di andare al lavoro. Dopotutto, lavorava come bibliotecaria a un passo da casa, e non usciva prestissimo la mattina.

      “Buongiorno, figlia!” le fece eco suo padre.

      Lui invece faceva il camionista, e la mattina era il primo ad uscire.

      “E’ oggi che devi fare il questionario di orientamento professionale?” le chiese lui.

      “Sì.” rispose la ragazza.

      “Fai attenzione a scrivere bene il tuo numero di identificazione! Non confondere le cifre!” l'ammonì suo padre.

      “Cercherò di non sbagliare!” rispose Zima, incupendosi.

      Dopo averle dispensato le solite raccomandazioni, l’uomo salutò madre e figlia e se ne andò al lavoro, mentre Zima si chiuse in bagno.

      “La colazione è pronta in cucina! - le urlò sua madre al di là della porta - E un'altra cosa: il caffè e il the nero sono finiti, quindi ti ho preparato una tisana di menta!”

      “Va bene.” rispose Zima.

      E pensò tra sé e sé: “Ancora niente caffè e the.... Stupendo! Ma i nostri Golem Meccanici non fanno che combattere eroicamente contro l'Alleanza dei Regni! Sarebbe meglio rifornire i negozi, piuttosto che perdere tempo a fare la guerra! Altrimenti, tutto ciò che cresce sulle nostre fertili terre continuerà ad andare in bocca all’esercito! E a noi poveri civili alla fine mancherà il pane! Certo, come si dice in tv, è un momento di crisi…che però dura da tanti anni! Sia mamma e papà che i nonni non ricordano di avere mai vissuto un periodo di abbondanza. Per loro è sempre stato così, le cose non sono mai cambiate. Finirà mai questa guerra?”

      Zima sospirò tristemente. Ahimè, com’era triste la realtà. La guerra contro l’Alleanza dei Regni durava da quasi un secolo (dall'856 dopo il Rinascimento). Gli scontri al di là del confine erano all’ordine del giorno. I media della Confederazione dei Regni non facevano che strombazzare che l’Alleanza stava vessando la sua stessa gente e la stava usando per mandarli in battaglia