Название | Top |
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Автор произведения | Albertazzi Adolfo |
Жанр | Языкознание |
Серия | |
Издательство | Языкознание |
Год выпуска | 0 |
isbn | 4064066071257 |
Alla metà di giugno: via! Se n'andrebbe! La liberazione!
Ebbene, allora, nell'attesa, Elena s'accorse che la Filomena posava su di lei sguardi di nuovo indagatori; quasi a leggerle nell'anima. E quasi indotta in un'apprensione diversa, la vecchia cominciò a starle attorno con nuove premure, con attitudini timide, incerta tra la soggezione e la confidenza. Pareva aver acquistata la coscienza de' suoi torti e aver bisogno di perdono e dimandare con gli occhi la pietà che per l'addietro aveva disdegnata, l'affetto che aveva respinto.
Finchè, un giorno, a voce bassa, con le labbra tremule, uscì a dire:
— Voi, Elena, gli volevate bene: è vero?
E gli occhi materni rifulsero dietro il velo delle lagrime.
Elena perdè d'un tratto la sua energia. Stupita, non ebbe coraggio di negare. Non rispose; sviò lo sguardo. E la vecchia:
— Me n'ero accorta, io! E avevo paura che vi sposasse! Ma sarebbe stato meglio...
Bel complimento! Meno male che il suo Agostino sposasse lei, anzi che morire ammazzato! Ma Elena non rise. Non potè riderne neppur [pg!64] dopo; perchè dopo, la vecchia si rivolse a confortar lei per confortarsi con lei.
— Rassegnatevi, poverina! — le diceva —. Pugni al Cielo non se ne posson dare. Ma il Signore è giusto; e voi sapete se era buono, il mio figliolo! Ah se era buono!
O le diceva:
— Cerchiamo d'esser buone anche noi, e lo rivedremo in Paradiso, il mio Agostino.
Elena non aveva questa speranza, nondimeno taceva; non commetteva la crudeltà di contrariare col minimo atto l'illusione della povera vecchia. — Che ignorante! — pensava. — Stolida! Credere che io ne fossi innamorata!; che desideri, io di rivederlo in Paradiso! Io!
E contava quanti giorni mancavano alla chiusura della scuola, e sospirava l'ora che se n'andrebbe. Ma sentiva che il distacco non sarebbe agevole; sentiva che il dolore vincola più dell'amore e che, no, non invano aveva sofferto per quella povera vecchia ignorante e stolida. Bisognava dirle: — Me ne vado. Vi abbandono, per sempre —. Era un pensiero penoso.
Quando un giorno, uno degli ultimi giorni avanti le vacanze, credè giunto il momento opportuno a dar l'avviso. E rincasando, udì... Oh una cosa insana! incredibile! Al solito luogo d'un tempo, sotto al fico, mentre rigirava l'arcolaio, la Filomena cantava a squarciagola! Appena otto mesi dopo aver perduto il figlio in quel modo, [pg!65] cantava; ripresa dal fervore che nel giugno pieno di vita la natura le effondeva d'intorno, dal cielo caldo e luminoso, dai campi dorati di grano e verdi di messi, dai monti azzurri e solatii, dal fiume bianco e lucente. Cantava! Nè volgendosi sorpresa, arrossì; non si vergognò. Interruppe il canto; attese che Elena le venisse vicino. E sorrideva, in un modo...
Elena s'avvicinò per dirle (tanto, non era pazza quella vecchia?), per dirle: — Alla fine della settimana, parto. — Ma prima che parlasse la vecchia le prese di forza la mano, la costrinse a piegarsi verso di lei, sul suo petto, le accostò al viso le guance grinzose, la baciò su la fronte.
Poi si scostò d'un tratto per guardarla — oh con tutto il cuore negli occhi, con un affetto immenso! —, e mentre i lagrimoni le calavano su le grinze e sorrideva: — Il Signore è buono — mormorò —. Mi ha tolto il figliolo, ma mi ha dato una figliola. Tu, sei tu, non è vero?, la mia figliola!
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