Название | La figlia dei draghi |
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Автор произведения | Морган Райс |
Жанр | Книги для детей: прочее |
Серия | L’era degli stregoni |
Издательство | Книги для детей: прочее |
Год выпуска | 0 |
isbn | 9781094343198 |
Si accucciò lì diversi secondi, per non essere vista. Poteva sentire il rumore dei passi sulle mura, ma sapeva che le guardie non avrebbero potuto vederla da lì. Era più preoccupata della possibilità di essere sorpresa da Finnal. Tuttavia, quando alla fine si azzardò a guardare di nuovo attraverso la fessura del tetto e nelle stalle, lui era ancora lì, stava osservando i cavalli come cercasse di decidere quale pretendere dopo.
Erin impugnò la lancia e aggiustò la presa, preparandosi a colpire. La lancia era corta ma, da lì, non aveva dubbi che sarebbe riuscita a infilzare il cuore di Finnal. Fece un respiro, approntando la mano, avvertendo la tensione lì e…
E una mano si chiuse sull’asta della lancia, impedendole di scagliarla verso la sua preda.
“Ucciderlo in pieno giorno?” sussurrò Odd, scuotendo la testa in disapprovazione.
Erin si girò verso di lui. L’ex cavaliere portava ancora gli abiti da monaco, che si era guadagnato sull’Isola di Leveros, e aveva la spada legata sulla schiena. Non si aspettava che si muovesse così piano.
“Deve morire,” sibilò Erin in risposta, ma quando tornò a guardare giù attraverso la fessura, Finnal stava uscendo dal suo campo visivo.
“E una volta ucciso che cosa avrete ottenuto?” chiese Odd. Non le aveva ancora rilasciato l’arma. “Per prima cosa, la vostra lancia sporgerebbe dal suo petto. Principessa o no, non potete uccidere il figlio di un duca e restare impunita. Vi farebbero impiccare!”
“Neanche Vars mi farebbe impiccare,” disse Erin. “E per proteggere Lenore…”
“Per proteggere, dovete restare viva!” Ringhiò Odd in risposta e spinse Erin via da lui. “Non potete finire a marcire in una segreta e non potete iniziare una guerra civile che ci farà morire tutti.”
“Uccidere quello… quello metterebbe fine alle cose, non le inizierebbe,” insistette Erin.
“Non quando metà dei nobili sono dalla parte sua e di suo padre,” ribatté Odd. “Dimostrerebbe al regno che la famiglia reale sta cercando di governare, senza accettare consigli né vincoli. Fate la cosa sensata, Erin.”
“Perché voi potete insegnarmi molto al riguardo?” Scattò Erin in risposta e spostò lo sguardo da Odd a dove giaceva il regno. “Credete che non sappia chi siete e chi eravate? Non vi chiamavano Sir Oderick il Giudizioso!”
“No, mi chiamavano il Folle,” replicò lui e, in un attimo, liberò la sua spada dalla custodia. Sfrecciò, ed Erin a malapena riuscì a pararla con la lancia. “Dicevano che ero un matto. Dicevano che ero un mostro.”
Colpì di nuovo, più e più volte, costringendo Erin ad arretrare, un passo, poi un altro.
“Credete che la vostra rabbia sia l’unica cosa che conta? Beh, io ne so molto di rabbia,” disse e colpì ancora; adesso Erin era stufa di restituire i colpi. Sistemò i piedi e…
… eccetto che non c’era nessun ‘e’, perché scoprì che il terreno era finito. Ruzzolò giù, la lancia le sfuggì di mano e, per un momento, era certa che si sarebbe spezzata le ossa sui ciottoli sottostanti. Tuttavia, pareva che Odd non l’avesse solo spinta al bordo del tetto, ma l’aveva anche indirizzata verso un punto sotto il quale giaceva un serbatoio per la raccolta dell’acqua piovana. Erin ci sprofondò con un tonfo, immergendosi rapida e tornando a galla borbottando.
Odd era già da lei e le stava porgendo la sua lancia.
“Vi sentite meglio?” chiese.
“Mi sento come se dovessi colpirvi come foste lui,” replicò Erin e sentì il peso del suo sguardo su di lei. “Ma… non ancora. Avete ragione. Non posso ucciderlo e basta, giusto?”
Odd scosse la testa e le lanciò la sua arma. “Dobbiamo escogitare un altro modo. Per adesso, vostra sorella è in un matrimonio pericoloso e ha meno amici di quanti pensi.”
“Ha me,” affermò Erin, tirandosi fuori dall’acqua.
“Noi,” la corresse Odd.
Erin non mise in discussione quella rivelazione; era semplicemente grata che un guerriero così abile fosse disposto ad aiutarla. Finnal aveva delle risorse dalla sua parte, un ruolo di rilievo e persino l’amicizia di Vars. Schierato contro di lui, tutto ciò che Erin aveva per tenere sua sorella al sicuro era un ex-cavaliere probabilmente pazzo. Tuttavia, avrebbe tenuto Lenore al sicuro, anche se le fosse costato la vita.
CAPITOLO SESTO
Devin era in piedi negli alloggi del Maestro Grey, fra le cianfrusaglie strane che solo un mago poteva raccogliere, fissando una mappa del regno mentre lo stregone indicava dei punti su essa.
“La mia ricerca ha identificato dei luoghi dove si trovano frammenti della Spada Incompiuta,” disse. “Una tomba di famiglia alle colline pedemontane del lontano nord, un santuario fuori dal villaggio al cuore del regno.” Indicò un’altra mezza dozzina di punti, uno dopo l’altro.
Devin cercò di metabolizzare il tutto. “Perché qualcuno dovrebbe sparpagliare i frammenti di una spada del genere?”
“Perché è un’arma di potere,” rispose lo stregone. “Una troppo pericolosa per essere lasciata nelle mani degli uomini in tempi di pace.”
“Ci sono stati tempi di pace recentemente?” chiese Sir Twell il Pianificatore dall’altro lato della stanza. Sir Halfin il Lesto era in piedi accanto a lui; i due cavalieri dello Sperone indossavano un’armatura di lastre e catene, coperta dai mantelli, e i loro scudi erano lisci invece che dotati dello stemma identificativo della loro provenienza. Sir Twell aveva una ferita bendata che aveva accusato in battaglia, ma sembrava muoversi ancora bene. Sir Halfin continuava a spostare il suo peso, come bramoso di agire.
“Non sono le guerre fra uomini a preoccuparmi,” replicò il Maestro Grey.
“Allora cos’è che vi preoccupa?” domandò Devin. Non che si aspettasse una risposta. Non ne avrebbe mai ottenuta una.
“È fondamentale che raccogliate i frammenti della spada,” rispose il Maestro Grey. “Molti giacciono in bella vista, altri in luoghi più… più pericolosi. Con la lama che hai fatto per le nozze, hai dimostrato di poter forgiare il metallo stellare.”
“Meraviglioso,” intervenne Sir Halfin. “Viaggiare insieme per raccogliere quella roba. Sarà proprio come il nostro viaggio a Clearwater Deep.”
“Eccetto che questa volta, Rodry non sarà con noi,” aggiunse Sir Twell, con un tono cupo. “Avete detto che tutto questo è necessario, stregone?”
Il Maestro Grey annuì. “Se hai visto le cose che ho visto io, non dovresti chiedermelo.”
“Ma io devo chiedervelo,” ribatté Sir Twell. “Perché voi volete allontanare due cavalieri dal castello nel bel mezzo di una guerra.”
“Ne manderei di più,” replicò il Maestro Grey. “Ma se si sparge la voce, verrebbero in troppi. Voi due e Devin è più discreto.”
Il cavaliere sospirò a quell’affermazione, perché non era chiaramente ciò che voleva. “E voi vi siete preparato a dovere per questo?”
Il Maestro Grey gli rivolse uno sguardo strano. “Da più tempo di quanto potresti anche solo concepire, Pianificatore. Ma se intendi nel senso più immediato… cavalli, scorte, armi e oro vi attendono di sotto. Tutto ciò che persino tu potresti richiedere.”
Quello sembrò rendere il cavaliere, se non felice, quantomeno soddisfatto.
Sir Halfin si voltò verso Devin. “E tu cosa ne pensi? Credi che sia una buona idea? Ti fidi dello stregone del re?”
Devin non era sicuro di come rispondere a nessuna delle tre domande. Il Maestro Grey non era un uomo che ispirava fiducia, che dava delle risposte o che quantomeno agiva in un qualsiasi