Название | Breve Storia Della Cina |
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Автор произведения | Pedro Ceinos Arcones |
Жанр | Историческая литература |
Серия | |
Издательство | Историческая литература |
Год выпуска | 0 |
isbn | 9788835411215 |
L’abbondanza di oggetti di giada scoperti nei luoghi principali di questa cultura, generalmente usati a scopo rituale, fan pensare in una società con un profondo impegno religioso, dove gli sciamani hanno un ruolo importante. Per alcuni autori si può chiamare la Età della Giada, che corre parallela a quella progressione politica che va dalla società comunista al potere degli sciamani e posteriormente ai primi capi, corrisponderebbe nell’ambito materiale con l’utilizzo della pietra lavorate e levigata, la giada, e il bronzo. Neolitico, Età della Giada ed Età del Bronzo.
Si crede che le precedenti tre culture nominate non abbiano avuto uno sviluppo posteriore ma che tra di loro abbiano sviluppato tendenze a collegarsi ed espandersi. Questo processo però si cristallizza intorno al 3000 a.C.; data che vede nascere la cultura di Longshan; nella quale ritroviamo tracce delle culture del nord e influenze in quelle del sud.
In questo modo si crea, nel centro della Cina, una cultura dalla quale ne usciranno i processi della formazione statale dei secoli a venire, quel processo che arriverà all’unità territoriale.
Nella cultura di Longshan, si evidenzia un aumento della ricchezza e del potere politico, ora più importante che il potere spirituale, più violenza nelle relazioni sia interne che esterne, più sviluppo dell’agricoltura e dell’allevamento, così come nell’artigianato del bronzo, dove appaiono le mostruose figure “taotie”, con un significato ancora sconosciuto, e della giada, con una popolarizzazione del disegno “cong” (terra) e “bi”(cielo). Si sono ritrovati resti di rudimentali muraglie di terra pressata intorno ad alcuni villaggi. La produzione di ceramica è molto più sviluppata e qui ritroviamo i diversi tipi di ceramica riprodotto posteriormente dal popolo cinese. Ci sono segni di riti di divinazione, riscaldando ossa; credono nell’esistenza degli spiriti della natura, i quali sono venerati come dei. Gli abitanti del villaggio vengono sepolti con la testa all’ingiù. Il bue e la pecora sono ora animali domestici. Ci sono varie centinaia di località nel nord della Cina dove si sono ritrovato resti della cultura Longshan, da qui possiamo pensare in comunità di agricoltori, contadini, che vivono in contatto tra di loro, che affrontano gli stessi ostacoli materiali e che comunicano con il commercio , intercambio umano per matrimoni o associazioni di guerra. Questo tipo di società è guidata da un capo, generalmente un anziano del clan. Con il passare del tempo la società si gerarchizza, costruisce in alcuni casi delle muraglie che dividono la zona nobile dal resto del villaggio. L’ultima fase della cultura Longshan si colloca tra il 2400 e il 199 a.C. e rappresenta la base della cultura dinastica che sorgerà nei prossimi secoli. La cultura agricola di Longshan si mantiene praticamente inalterata durante i secoli occupati dalla dinastia Xia (s XXI- s XVI a. C.) e quella Shang (s XVI- S XII a.C.), dove le coltivazioni, le case e le modalità di costruzione sono praticamente le stesse. Quello che si trasforma sono i centri di potere.
Il processo formativo dei primi stati del centro della Cina, pare si sia sviluppato proprio nei villaggi della cultura di Longshan. Sembrerebbe infatti che inizialmente le tribù si radunassero per occasioni concrete, per realizzare alcune attività. Il motivo potrebbe essere la difesa comune contro altri nemici, proteggersi dalle inondazioni del Fiume Giallo, come la mitologia da ad intendere, o altre attività menzionate dai testi classici.
Addirittura potrebbero essersi formate unioni occasionali solo per alcuni di questi motivi in un determinato momento, e poi dissolte al terminare il pericolo o la necessità. È anche possibili che alcune di queste unioni perdurino perché i propri partecipanti si resero conto del miglioramento sociale tenendo in vita l’unione. Gli scavi archeologici sui villaggi di Longshan ci mostrano una gerarchia degli insediamenti, con l’esistenza di un centro primario circondato da centri secondari e quest’ultimi da piccoli villaggi. I capi acquisiscono sempre più potere temporali e gestiscono le eccedenze della produzione. Le federazioni di villaggi iniziano ad essere permanenti sotto la guida dei capi. Le eccedenze agricole permettono mantenere un sistema schiavista, creato generalmente con i nemici di guerra. Nei centri primari dove vivono i capi si sono ritrovati resti di muraglie, altari per sacrifici, bronzi, scritture, manufatti di oracoli, giada, ecc.. Con la presenza del bronzo, nell’ultima fase della cultura Longshan, si denota una forma di aristocrazia che consolida il suo potere grazie alle armi. Il sud della Mongolia, in quel periodo prevalentemente agricola, soffre numerosi cambi climatici che trasformano la zona, diventando sempre più arida e fredda. Ovviamente questi cambi climatici mettono fine all’agricoltura nella zona, da qui la posteriore migrazione di popolazioni nomade che si dedicheranno all’allevamento.
Le scoperte archeologiche dimostrano come la competizione tra diversi gruppi potrebbe essere la causa dell’aumento delle dimensioni degli insediamenti umani, i quali continuano sviluppandosi fino a creare i primi stati, centri artigianali e commerciali. Questi primitivi stati, venuti dai risultati agglomerativi dei piccoli villaggi, si sono trasformati in un fenomeno permanente nel nord della Cina; tutto questo crea un ambiente adeguato al sorgere di sistemi politici più complessi, come quella che poi sarà la dinastia Xia. Ci sono ancora villaggi che si mantengono ai margini di queste strutture federali, però sembrerebbe che la tendenza ad unirsi ha le caratteristiche delle zone adiacenti o vicine, della vicinanza parentale, dell’identificazione etnica, culturale o per interessi.
In un momento dato dell’anno 2600 a.C. sorge una federazione di stati sommamente stabile, che fa capo ad un unico leader, considerato il padre della Cina. È l’imperatore Giallo (Huangti).
Questa teoria riunisce numerosi storici che concordano nel localizzare questa figura emblematica in una nuova gerarchizzazione della cultura Longshan; un processo storico questo, soggetto ad influenze politiche, del proprio governo cinese, che desidera cimentare l’esistenza e l’unità di una Cina nella più remota antichità.
Esistono numerosi dubbi, infatti, sull’esistenza dell’Imperatore Giallo, però, la maggior parte delle gesta che la leggenda gli attribuisce, effettivamente sono successe in un periodo che più o meno corrisponde a quello in cui l’imperatore dovrebbe essere vissuto; si dovrebbe più correttamente parlare dell’esistenza del concetto di “Imperatore Giallo”; e quindi riferirlo ad una persona o a gruppi di persone o incluso ad un’epoca. Alcuni autori sono convinti della provenienza dell’imperatore dai monti Kunlun, ad ovest, ancora oggi venerati dai cinesi come residenze degli dei, localizzazione questa che lo trasforma in un invasore delle pianure centrali. È un capo di un popolo guerriero che invade le pianure centrali e sottomette i suoi abitanti, domina una gran massa di agricoltori. L’Imperatore Giallo, secondo narra la leggenda, è unto con poteri speciali dalla sua nascita, lo si adora per aver saputo portar la pace e unire le tribù del nord e di combattere i suoi nemici, i Miao, costruendo così il primo concetto di identità cinese. La leggenda narra come Huang Di e suo fratello Yan Di combattono e vincono il re dei Miao, Chiyou, spingendolo al sud. I Miao saranno costretti a migrare lungo il corso del Fiume Giallo in direzione sud, saranno di nuovo vinti dall’imperatore Yao ed inizieranno un lungo periodo di migrazioni che finirà solo nel secolo XX. Nella stessa leggenda sui Miao rimane vivo il ricordo di queste battaglie.
Si attribuisce all’Imperatore Huang Di e a sua moglie l’invenzione della seta, i caratteri cinesi, il primo compasso, alcune opere mediche ed alcuni concetti filosofici che posteriormente svilupperanno la scuola taoista. Com’è evidente queste sono attribuzioni posteriori che vogliono rappresentare il pensiero di quell’epoca più che una realtà storica.
Altri capi tribù verranno quasi deificati, tenendo successo in questioni più pratica, prima dai diretti discendenti e poi da tutti i cinesi. È il caso di Fuxi, primo uomo a tessere una rete da pesca, Nuwa, creatore dell’umanità che ricostruisce i pilastri della terra, o Shennong, dio dell’agricoltura e della medicina. Dopo un tempo di leader assoluti che rappresentano le prime conquiste della civiltà cinese, i libri dei classici evidenziano il sorgere di tre re: Yao, Shun e Yu, quest’ultimo è il fondatore della prima dinastia Xia.
I tre Re sono il risultato della nuova organizzazione della società; i loro principali compiti sono organizzare il calendario, la base della società agricola, e ristrutturare le tribù sotto il loro mandato; un mandato questo che è sempre accompagnato dall’esigenza di far fronte a catastrofi naturali