Prima Che Insegua. Блейк Пирс

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Название Prima Che Insegua
Автор произведения Блейк Пирс
Жанр Зарубежные детективы
Серия
Издательство Зарубежные детективы
Год выпуска 0
isbn 9781094305417



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è in ospedale con lui, ma il tempo stringe.”

      “Non fa niente. Cosa succede?”

      “Nulla di grave. Ma stavo mettendo insieme la documentazione per assegnare a Ellington un caso per cui ho bisogno di lui subito. Poi però McAllister mi ha chiamato per informarmi dell'incidente. E, per quanto possa sembrare insensibile, mi trovo ad avere bisogno di un agente che si occupi delle indagini.”

      Mackenzie non disse nulla, non volendo saltare alle conclusioni. Ma quando il silenzio di McGrath si protrasse, non poté farne a meno. “Posso farcela, signore.”

      “Ecco perché l'ho chiamata. Stavo per mandare McAllister, ma non voglio toglierlo dal caso a cui sta lavorando, visto che lui ed Ellington l'hanno quasi chiuso.”

      “Allora lo dia a me.”

      “Sicura di essere pronta?”

      Quella domanda la irritava, ma si trattenne. Era pronta? Beh, aveva dato la caccia a un killer scalando la parete di una montagna appena cinque mesi dopo il parto cesareo. I tre mesi in più che le aveva fatto passare a casa erano stati una decisione di McGrath – una decisione che Mackenzie non approvava, ma che aveva fatto del suo meglio per accettare con obbedienza.

      “Sì, signore. In ogni caso mi avrebbe fatta tornare la prossima settimana, no?”

      “Salvo imprevisti, sì. Ora, White... questo caso è a Seattle. Se la sente di accettare?”

      Quasi rispose subito di sì. Aveva già la parola sulla punta della lingua, poi però pensò a come sarebbe stato essere così lontano da Kevin. Si era affezionata ancora di più a lui in quegli ultimi tre mesi, sperimentando di persona quel legame di cui parlavano i manuali che aveva letto. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per suo figlio, e il pensiero di stare dall'altra parte del paese per un periodo di tempo indeterminato non la allettava. Per non parlare del fatto che sarebbe rimasto con il papà, che poteva usare solo un braccio.

      Ma McGrath le stava essenzialmente restituendo la sua carriera... su un piatto d'argento, niente di meno. Doveva accettare.

      “Dovrebbe andare bene, signore.”

      “Non posso accontentarmi del condizionale, White. Senta... darò a lei ed Ellington dieci minuti per parlarne. Ma ho bisogno di un agente su un volo per Seattle per le sette di stasera. C'è un aereo che parte tra due ore e mezza.”

      “Ok. La richiamo subito.”

      Terminò la chiamata e vide Ellington che la guardava. Il dottore si era avvicinato e aveva iniziato ad applicare la garza bagnata sul braccio, avvolgendola intorno alla zona gonfia e scolorita. Lo sguardo sul volto di Ellington le disse tutto quello che doveva sapere. Aveva sentito almeno una parte della conversazione e non aveva ancora deciso come si sentiva.

      “Allora, dov'è?” Chiese Ellington. “È l'unica cosa che non sono riuscito a sentire.”

      Le sorrise, facendole sapere che era riuscito a sentire l'intera conversazione. Avevano spesso scherzato sul fatto che il direttore McGrath aveva una voce incredibilmente alta, al telefono.

      “A Seattle. Partirei questo pomeriggio o questa sera.” Poi guardò Kevin e scosse la testa. “Ma non posso lasciarti con lui... non con un braccio rotto.”

      “Mac, basta guardarti in faccia per capire quanto desideri questo incarico. Io e Kevin ce la caveremo.”

      “Tesoro, riesci a malapena a cambiare un pannolino con due mani.”

      Ellington annuì. Anche se Mackenzie scherzava, era evidente che lui capiva il suo punto di vista. All’improvviso, però, sembrò avere un’illuminazione. Rimasero in silenzio per un po', e l'unico rumore proveniva dal dottore che applicava il gesso. Anche quest’ultimo rimase in silenzio, facendo del suo meglio per rispettare la loro situazione d'impaccio.

      “Sai che c'è?” disse infine Ellington. “Mia madre mi ha chiesto quando potrà tornare per passare un po' di tempo con Kevin. Posso garantirti che coglierà l'occasione al volo. A meno che tu non l'abbia dimenticato, lei adora sentirsi l’eroina della situazione.”

      Mackenzie ci pensò. Lei ed Ellington avevano entrambi problemi con le loro madri, ma renderle nonne sembrava aver fatto meraviglie per quanto riguardava le loro relazioni individuali. E, egoisticamente, se la madre di Ellington fosse venuta a trovarlo mentre lei era fuori città, sarebbe stato fantastico. Mackenzie faceva finta che le piacesse quando era nei paraggi, ma sia lei che Ellington sapevano che in realtà non le andava affatto a genio quella donna.

      “Ma sarà libera?”

      “Parliamo di mia madre. Cos'altro potrebbe avere da fare? Inoltre... che ti piaccia o meno, questo piccoletto ce l’ha in pugno. Anche se fosse occupata, lascerebbe volentieri tutto per precipitarsi da lui. Lascia che la chiami. Tu intanto richiama McGrath.”

      Prima che potesse protestare, Ellington stava tirando fuori il cellulare dalla tasca con il braccio buono. Il dottore gli lanciò uno sguardo severo, facendo una pausa nell’applicazione del gesso.

      Mackenzie richiamò subito McGrath. Mentre il telefono iniziava a squillare, si voltò verso Kevin. Era intento a guardare il padre, sorridendogli. Anche se il suo cuore fremeva d'eccitazione all’idea di tornare al lavoro così all’improvviso, cominciava anche a soffrire al pensiero di essere lontana dal suo bambino. Immaginò che sarebbe stata una sensazione che avrebbe provato più volte, mentre Kevin cresceva. Un cuore diviso tra due amori: lavoro e famiglia.

      E ora, con un nuovo caso dall'altra parte del paese che l'aspettava, sapeva che non sarebbe stata una sensazione a cui si sarebbe mai veramente abituata.

      CAPITOLO TRE

      Fu più difficile andarsene di quanto Mackenzie si aspettasse. Non aiutava il fatto che suo marito fosse ingessato da poco e che la madre di Ellington non fosse ancora arrivata quando lei dovette uscire dalla porta. Kevin stava misericordiosamente facendo il suo pisolino pomeridiano. Sapeva che avrebbe dormito per almeno un'altra ora e che per allora la suocera sarebbe stata lì. Eppure, le sembrava di abbandonare la sua famiglia. Aveva provato qualcosa di simile quando era partita per l'ultimo caso, ma questa volta ci stava male. Stavolta era più consapevole del proprio ruolo di madre e conosceva il senso di unità di cui lei ed Ellington erano capaci.

      “Andrà tutto bene” le assicurò Ellington accompagnandola alla porta. “Mia madre è fin troppo opprimente. Si prenderà fin troppa cura di Kevin. E di me. Oddio, le piacerà troppo. Potrebbe non volersene più andare.”

      “Questo non aiuta.”

      Ellington la baciò teneramente sulle labbra. Si era abituata un po' troppo a quei baci, negli ultimi mesi. Qualcuno avrebbe detto che era diventata viziata.

      “Vai” disse Ellington, guardandola negli occhi con profondità e passione. “Perditi nel lavoro per un po'. Penso che te lo meriti. Noi saremo qui ad aspettarti, al tuo ritorno.”

      Le diede una pacca sul sedere, per smorzare a modo suo la serietà che gli si era insinuata nella voce. Entrambi si amavano ferocemente ed entrambi lo sapevano. Ma nessuno dei due, in particolare Ellington, era mai stato particolarmente bravo ad esprimerlo.

      Si scambiarono un ultimo, rapido bacio e Mackenzie si ritrovò fuori dal loro appartamento, con la porta chiusa alle spalle. Aveva con sé solo un trolley, abbastanza piccolo da poter essere considerato un bagaglio a mano, e nient'altro. Si avviò lentamente verso l'ascensore, sapendo di essere più che pronta a tornare al lavoro, ma già sentendo la mancanza della sua famiglia.

      ***

      Provò a guardare un film sull'aereo ma, con sua grande sorpresa, si addormentò quindici minuti dopo. Quando si svegliò all'annuncio del pilota che stavano iniziando l’ultimo atterraggio a Seattle, aveva la sensazione che le fosse stato rubato del tempo, in qualche modo. D'altra parte, non era sicura dell'ultima volta in cui era riuscita a godersi un vero e proprio pisolino. Anche se era stato su un aereo, era stato piacevole.

      Si chiese