Lia. Delio Zinoni

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Название Lia
Автор произведения Delio Zinoni
Жанр Научная фантастика
Серия
Издательство Научная фантастика
Год выпуска 0
isbn 9788885356016



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Sono un falegname – mormorai al nano. – Che ci faccio su un carro di attori? – Eravamo stesi sulle panche accostate della sala da pranzo di una locanda che si chiamava La Luna Nuova. Fra la mia schiena e il legno delle panche c’era un materasso che odorava del sudore di troppe persone, e chissà di cos’altro. Ma dopo di allora, ho dormito in posti peggiori.

      La sala era immensa, e odorava a suo volta di fumo, di vino e del grasso colato sul fuoco. Nel camino c’erano abbastanza braci da durare fino al mattino. La luce rossastra mostrava le volte annerite, i tavoli con sopra ancora qualche bottiglia, le forme dei clienti addormentati sotto le coperte. La locanda possedeva anche delle stanze, al piano superiore, occupate dalle donne e da viaggiatori più danarosi.

      â€“ Ognuno ha la sua missione – disse Dumpy Dum con ponderosa banalità. Aveva bevuto non poco, e questo lo rendeva più sentenzioso del solito.

      â€“ Balle!

      â€“ Shh! Vuoi svegliare tutti?

      â€“ Questa missione non me la sono scelta io...

      â€“ Ragazzo, questo capita alla maggior parte degli uomini.

      â€“ ... me l’ha scelta Occhi di Gatto.

      A voce ancora più bassa, Dumpy Dum disse: – È bene non parlare mai della Signora. Sotto qualsiasi nome.

      Avrei voluto mettermi a piangere. Avrei voluto dire: “Voglio tornare a Morraine, voglio tornare a casa.” Solo la vergogna mi trattenne.

      Restammo in silenzio a lungo, tanto che pensai che il mio compagno si fosse addormentato.

      â€“ Dumpy Dum? – sussurrai.

      â€“ Che vuoi?

      â€“ È vero che andremo sulla costa?

      â€“ Naturalmente. In autunno tornano i galeoni dalle rotte oceaniche. Le città sono piene di mariani e mercanti, con le tasche gonfie di soldi e una gran voglia di divertirsi.

      â€“ Hai mai conosciuto Lelius Abramus?

      â€“ Chi?

      â€“ Lelius Abramus. Ho visto un suo spettacolo, a Morraine. Teseius e Phenissa.

      â€“ Capisco.

      Cosa avesse capito, non lo sapevo. Ma evidentemente non aveva intenzione di rispondermi. Quando lo chiamai di nuovo, doveva essersi addormentato.

      (21) MYRTILLA

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      Gost Baran amava ragguagliare i membri della sua compagnia circa leggi, costumi e insidie della città in cui avrebbero recitato. Questo me lo confidò Myrtilla la mattina successiva, quando dopo colazione il nostro capocomico si alzò in piedi guardandoci con aria severa.

      â€“ Larissa – esordì – non è molto grande, né molto ricca, né molto bella. In compenso i suoi abitanti sono molto suscettibili, e perciò non è bene fare allusioni alla mediocrità della loro patria, neppure fra voi, caso mai doveste essere sentiti. Ma questo – concesse con un ampio gesto della mano – vale praticamente per tutte quelle città, cioè la maggior parte, che non sono molto grandi, ricche o belle, per cui non mi soffermerò sull’argomento, che ho citato solo a beneficio di chi si è unito a noi solo da poco. – Mi guardò inarcando le sopracciglia, ed io annuii prontamente.

      â€“ Ma alcune cose è bene rammentarle a tutti. – Contò sulla punta delle dita. – Innanzi tutto, guardatevi dall’ostentare indumenti verdi. Il verde è il colore della fazione politica attualmente in disgrazia a Larissa; i suoi capi sono stati cacciati in esilio, ma la fazione gialla, al potere in questo momento, sospetta che infiltrino agenti, spie, sobillatori. Secondo – qui guardò con evidenza Astrix Palemon, che affettò un’aria di assoluta indifferenza – evitate con cura di rispondere ai richiami e agli allettamenti, per quanto provocanti, delle donne che incontrerete: vi accuserebbero subito dopo di aver attentato al loro onore, troverebbero testimoni pronti a giurarlo, guardie disposte a crederci, giudici severi nel punire. Per farla breve: scoprireste di poter evitare la galera, o peggio – fece il segno di tagliare qualcosa – solo sborsando un’ingente somma di indennizzo.

      Si toccò un quarto dito, e io rifeci mentalmente il conto. – Incontrando qualcuno per strada, se indossa un mantello rosso porpora cedetegli il passo alla sua destra se voi siete una donna; a sinistra se siete un uomo. Viceversa se indossa un berretto di panno azzurro con una piuma di fagiano. Ma spostatevi in ogni caso a sinistra se porta stivali di cuoio amaranto. Nell’incertezza, cambiate strada.

      â€“ Circa gli acquisti, Larissa è rinomata per i velluti, le lucerne in bronzo, la carne salata, gli orologi a pendolo, l’inchiostro ocra e le olive verdi in salamoia. Se pensate di aver bisogno di qualcuno fra questi articoli, il posto più conveniente è il mercato nella Piazza degli Incappucciati e nelle vie adiacenti.

      Pensai che dei titoli in inchiostro ocra avrebbero ravvivato le mie carte, ma dubitavo che ne valesse la pena.

      â€“ Ah, un altro consiglio: è considerata una grave offesa grattarsi il naso mentre si parla con qualsivoglia persona.

      Passeggiò un poco lisciandosi i baffi. – In ogni caso – terminò – resteremo a Larissa una sola notte. La passione dei suoi abitanti per il teatro non è grande. La tragedia che rappresenteremo, Re Grendel, è stata da me lievemente modificata in maniera da contenere alcune velate allusioni al tiranno del Partito Verde, cacciato durante l’insurrezione popolare dello scorso autunno. Il suo nome era Lektos Ly, e se doveste sentirne parlare, abbiate cura di mostrare i segni del più grande disprezzo, ad esempio sporgendo la lingua o sputando dietro la spalla destra.

      "Mi premurerò personalmente di rendere note queste allusioni agli attuali reggenti della città, con la dovuta discrezione. Vi comunicherò a parte le modifiche da apportare, che non sono numerose né difficili, ma dovranno essere ricordate con esattezza. Spero in tal modo di attirare un pubblico sufficiente a ripagare in maniera adeguata gli sforzi di tutti voi. – Ci guardò con adeguata severità.

      Questo discorso venne accolto dai miei compagni con moderato interesse, per non dire con una certa sopportazione. Nessuno di loro, presumibilmente, giungeva a Larissa per la prima volta, e per un attore che recita a soggetto qualche modifica nel canovaccio era cosa da poco.

      Ma su di me, le parole di Gost ebbero un effetto profondo, principalmente per due ragioni. La prima, più ovvia, era la novità di quei costumi inauditi. Ripetevo nella mia mente le regole di etichetta, inquietanti in grazia della loro assoluta arbitrarietà.

      Ma ancor più, mi dava motivo di pensare, lungo la strada polverosa che ci conduceva verso Larissa, un’altra parte del discorso di Baran: che una tragedia potesse in qualche maniera, che fino ad allora non avevo sospettato, rispecchiare un evento circoscritto e in fondo banale del tempo mondano, quale era la cacciata di un tiranno (ammesso che lo fosse). Questa idea apriva alla mia vista vertiginosi spazi di possibilità: che l’antico autore del Re Grendel (di cui si è perduto il nome) avesse previsto la fine ingloriosa di Lektos Ly; oppure che Ly fosse vissuto inconsapevole secondo un copione già scritto; o ancora che le storie dei tiranni fossero miserevolmente simili l’una all’altra, nella realtà e sulla scena; o infine (cosa più inquietante di tutte) che capocomici e reggenti di piccole città potessero servirsi arbitrariamente dei tesori della letteratura. Senza dubbio altre possibilità potrebbero essere formulate.

      Avrei voluto parlarne con Dumpy Dum, ma il nano scelse la mattina e il carro per dormire. Come ho detto, aveva bevuto abbondantemente la sera prima.

      Un vento inquieto spirava da sud. Tirai fuori dalla mia bisaccia le Tragiche Historie e rilessi con