Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 4. Edward Gibbon

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Название Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 4
Автор произведения Edward Gibbon
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Издательство Зарубежная классика
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complici: «Venga pur qua a ricever da noi l'imposizione delle mani, e noi in via di penitenza gli spezzeremo la testa». Optat. l. I. c. 19.

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I Concilj di Arles, di Nicea e di Trento confermarono la savia e moderata pratica della Chiesa Romana. I Donatisti però avevano il vantaggio di sostenere l'opinione di Cipriano, e d'una parte considerabile della primitiva Chiesa. Vincenzio Lirinense (p. 332. ap. Tillemont. Mem. Eccl. T. VI. p. 138.) ha spiegato perchè i Donatisti son condannati a bruciare in eterno col Diavolo, mentre S. Cipriano regna in Cielo con Gesù Cristo.

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Vedi il lib. 6 d'Ottato Melevit. p. 91-100.

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Tillemont. (Mem. Eccl. Tom. VI. p. 1. pag. 253.) Egli deride la parziale lor crudeltà, mentre rispetta Agostino, il gran Dottore del sistema della predestinazione.

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Plato Aegyptum peragravit, ut a Sacerdotibus Barbaris numeros et coelestia acciperet. Cicer. de Finib. c. 25. Gli Egizi potevan tuttavia conservare la tradizional fede dei Patriarchi. Gioseffo ha persuaso molti de' Padri Cristiani, che Platone traesse una parte delle sue cognizioni dagli Ebrei; ma non può conciliarsi tal vana opinione coll'oscuro stato, e con gl'insociabili costumi del popolo Giudaico, le scritture del quale non furono accessibili alla curiosità Greca fino a più di cent'anni dopo la morte di Platone. Vedi Marsham. Can. Chron. pag. 144. Le Clerc Epist. crit. VII. pag. 177-194.

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Le moderne guide, che mi hanno condotto alla cognizione del sistema Platonico, sono Cudworth (System. Intell. p. 568-620), Basnage (Hist. des Juifs. l. IV. c. IV. p. 53, 86), Le Clerc (Epist. crit. VII. p. 194, 209), e Brucker (Hist. Philos. Tom. I. p. 675-706). Siccome l'erudizione di questi Scrittori era uguale, e diversa la loro intenzione, così un attento osservatore può trarre istruzione dalle loro dispute, e certezza da' loro argomenti.

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Brucker Hist. Philos. Tom. I. p. 1349, 1357. Si celebra la scuola Alessandrina da Strabone (l. 17.), e da Ammiano (XXII. 6).

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Joseph Antiq. lib. XII. c. 1. 3, Basnage Hist. des Juifs. l. VII. c. 7.

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Quanto all'origine della filosofia Giudaica vedi Eusebio, Prepar. Evang. VIII. 9, 10. Secondo Filone i Terapeuti studiavan la filosofia; e Brucker ha provato (Hist. Philos. Tom. II. p. 787) ch'essi preferivano quella di Platone.

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Vedi Calmet. (Dissert. sur la Bibl. Tom. II. p. 277.) Il libro della Sapienza di Salomone fu da molti Padri riguardato come opera di quel Monarca; e sebbene sia rigettato da' Protestanti per mancanza di un originale Ebraico, pure ha ottenuto, col resto della volgata, l'approvazione del Concilio di Trento.

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Il Platonismo di Filone, che fu celebre a segno tale da passare in proverbio, si pose fuor d'ogni dubbio dal Le Clerc (Epist. Crit. VIII. p. 211-228). Basnagio (Hist. des Juifs. l. IV. c. 5) ha chiaramente dimostrato, che le opere teologiche di Filone furon composte avanti la morte e probabilissimamente avanti la nascita di Cristo. In tempo di tale oscurità son più sorprendenti le cognizioni di Filone che i suoi errori. Bull. (Defens. Fid. Nic. s. I. c. 1. p. 12).

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Mens agitat molem, et magno se corpore miscet. Oltre quest'anima materiale, Cudworth ha scoperto (p. 562) in Amelio, in Porfirio, in Plotino, e per quanto egli crede, in Platone medesimo, una superiore, spirituale upercosmiana, (sopramondana) anima dell'Universo. Ma Brucker, Basnagio, e Le Clerc rigettano questa doppia anima, come una vana fantasia de' Platonici posteriori.

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Petavio Dogm. Theol. Tom. II. lib. VIII. c. 2. p. 791. Bull. Def. Fid. Nic. s. 1. c. 1 p. 8, 13. Questa nozione, fino a tanto che non ne fu abusato dagli Arriani, era liberamente ammessa nella Cristiana Teologia. In Tertulliano (adv. Prax. c. 16) si trova un notabile e pericoloso passo. Dopo d'avere poste in contrasto fra loro con indiscreta acutezza le azioni di Jehovah e la natura di Dio, conclude in tal modo: scilicet et haec nec de Filio Dei credenda fuisse, si scripta non essent, fortasse non credenda de Patre, licet scripta.

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I Platonici ammiravano il principio dell'Evangelio di S. Giovanni, come contenente un esatto compendio de' propri loro dommi. Agostino de Civ. Dei X. 29. Amellio ap. Cirill. advers. Julian. l. VIII p. 283. Ma nel terzo e quarto secolo i Platonici d'Alessandria migliorare poterono la loro Trinità, mediante lo studio segreto della Teologia Cristiana.

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Vedi Beausobre Hist. Crit. du Manicheisme Tom. I. p. 377. Si suppone, che il Vangelo di S. Giovanni fosse pubblicato circa 70 anni dopo la morte di Cristo.

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Le opinioni degli Ebioniti sono chiaramente esposte dal Mosemio (p. 331), e dal Le Clerc (Hist. Eccl. p. 535). Le costituzioni Clementine, pubblicate fra' Padri Apostolici, sono attribuite da' Critici ad uno di questi Settari.

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I buoni Polemici, come Bull, (Judic. Eccl. Cathol. c. 2), insistono sull'ortodossia de' Nazareni, che agli occhi di Mosemio (p. 330) sembra meno pura e certa.

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L'umile condizione ed i patimenti di Gesù sono sempre stati un forte ostacolo per gli Ebrei. Deus… contrariis coloribus Messiam depinxerat; futurus erat rex, judex, pastor. Vedi Limborch ed Orobio Amica. Collat. p. 8, 19, 53-76, 192-234. Ma quest'obbiezione ha obbligato i credenti Cristiani ad innalzare i loro occhi ad un regno spirituale ed eterno.

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Giustino Mart. Dial. cum Tryphon. p. 143, 144. Vedi Le Clerc Hist. Eccl. p. 615. Bull e Grabe editori di esso (Judic. Eccl. Cathol. c. 8 e append.) tentano di storcere o i sentimenti o le parole di Giustino; ma la violenta loro correzione del testo viene rigettata anche dagli Editori Benedettini.

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Gli Arriani rimproveravano agli Ortodossi di aver preso in prestito da' Valentiniani e da' Marcioniti la loro Trinità. Vedi Beausobre Hist. du Manich. l. III. c. 5, 7.

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Non dignum est ex utero credere Deum, et Deum Christum… non dignum est, ut tanta majestas per sordes et squallores mulieris transire credatur. I Gnostici sostenevano l'impurità della materia e del matrimonio; e si scandalizzavano delle grossolane interpretazioni de' Padri e di Agostino medesimo. Vedi Beausobre (Tom. II. p. 523).

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Apostolis adhuc in saeculo superstitibus, apud Iudeam Christi sanguine recente, et phantasma corpus Domini asserebatur. Cotelerio (Patr. Apost. Tom. II. p. 24) crede che quelli, che non accordano che i Dociti nascessero nel tempo degli Apostoli, con egual ragione possono anche negare, che il sole risplenda nel mezzogiorno. Questi Dociti, che formavano il più considerabil partito fra gli altri Gnostici, eran chiamati così perchè non davano a Cristo che un corpo apparente.

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Possono trovarsi prove del rispetto, che i Cristiani avevano per la persona e per la dottrina di Platone appresso di la Mothe le Vayer (T. V. p. 135, edit. 1757) e Basnage (Hist. des Juifs. Tom. IV. pag 29, 79).

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Doleo, bona fide Platonem omnium haereticoritm condimentarium factum, Tertull. de Anim. c. 23. Il Petavio (Dogm. Theol. Tom. III. Proleg. 2.) dimostra, che questo era un lamento generale. Beausobre (Tom. I. lib. III. c. 9, 10) ha dedotto da' principj Platonici gli errori Gnostici; e siccome nella scuola d'Alessandria que' principj eran mescolati con la filosofia Orientale, (Brucker. Tom. I. p. 1356) si può conciliare il sentimento di Beausobre coll'opinione di