Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 5. Edward Gibbon

Читать онлайн.
Название Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 5
Автор произведения Edward Gibbon
Жанр Зарубежная классика
Серия
Издательство Зарубежная классика
Год выпуска 0
isbn



Скачать книгу

Se i successi della guerra intaccavano il coraggio o la condotta del Re, egli veniva immediatamente deposto; e l'ingiustizia dei propri sudditi lo faceva responsabile della fertilità della terra e della regolarità delle stagioni, che pareva dovere più propriamente spettare al dipartimento Sacerdotale97. Il dibattuto possesso di alcune saline98 impegnava gli Alemanni ed i Borgognoni a frequenti contese; questi secondi facilmente furon tentati dalle sollecitazioni segrete e dalle generose offerte dell'Imperatore; e con vicendevol credulità s'ammise la favolosa lor discendenza dai soldati Romani, che erano stati anticamente lasciati di guarnigione nelle fortezze di Druso, come quella ch'era coerente al mutuo loro interesse99. Tosto comparve un'armata di ottantamila Borgognoni sulle rive del Reno; e con impazienza chiedevan l'aiuto ed i sussidi che Valentiniano avea loro promesso; ma lusingati furono a forza di scuse o dilazioni, finchè dopo avere inutilmente aspettato, furon costretti al fine di ritirarsi. Le armi e le fortificazioni della frontiera Gallica frenarono il furore del lor giusto sdegno; e la strage, che fecero dei prigionieri, servì ad inasprire l'odio ereditario dei Borgognoni e degli Alemanni. Si può spiegar forse l'incostanza del savio Principe, per qualche alterazione delle circostanze; e può anche darsi che il primo disegno di Valentiniano fosse quello di spaventare piuttosto che di distruggere; giacchè si sarebbe tolto ugualmente l'equilibrio del potere coll'estirpazione sì dell'una che dell'altra nazione Germanica. Fra i Principi Alemanni, Macriano, che col nome Romano apprese avea le arti di soldato e di politico, meritò l'odio e la stima di Valentiniano. L'Imperatore s'indusse a passare in persona con una leggiera e spedita truppa il Reno, si avanzò per cinquanta miglia nell'interno del paese, ed avrebbe infallibilmente ottenuto l'oggetto delle sue ricerche, se le giudiziose misure di lui non si fossero sconcertate dall'impazienza delle sue truppe. Macriano in seguito fu ammesso all'onore di una personale conferenza coll'Imperatore: ed i favori che ne ricevè, lo assodarono fino alla morte nella sincera e costante amicizia della Repubblica100.

      Era il paese coperto dalle fortificazioni di Valentiniano; ma le coste marittime della Gallia e della Britannia rimanevano esposte alle depredazioni dei Sassoni. Questo celebre nome, pel quale noi abbiamo un dolce e domestico interesse, sfuggì di vista a Tacito; e nelle carte di Tolomeo appena s'indica l'angusto collo della penisola Cimbrica, e le tre piccole isole verso la bocca dell'Elba101. Questo piccolo territorio, corrispondente al moderno Ducato di Slevvig o forse d'Holstein, non era capace di produrre quegli immensi sciami di Sassoni, che dominarono sull'Oceano, che empirono le isole Britanniche del proprio linguaggio, delle loro leggi e colonie, e che per tanto tempo difesero la libertà del Settentrione dalle armi di Carlo Magno102. Facilmente trarremo la soluzione di questa difficoltà dalla somiglianza dei costumi e dalla libera costituzione delle tribù della Germania, che si univano l'una coll'altra nelle più minute occorrenze di amicizia o di guerra. La situazione dei primitivi Sassoni li disponeva ad abbracciar le pericolose professioni di soldati o di pirati; ed il buon successo delle loro avventure doveva eccitare naturalmente la emulazione dei loro più bravi paesani, che erano disgustati della trista solitudine delle loro boscaglie e montagne. In ogni stagione scorrevano giù per l'Elba intere flotte di barche, piene di valorose ed intrepide compagnie, che aspiravano a vedere l'immenso aspetto dell'Oceano, ed a gustare la ricchezza ed il lusso di incogniti Mondi. Sembrerebbe però verosimile, che i più copiosi ausiliari dei Sassoni fossero somministrati dalle nazioni, che abitavan lungo i lidi del Baltico. Avevano esse armi e navi, l'arte della navigazione e l'abitudine della guerra marittima; ma la difficoltà di passar le colonne d'Ercole settentrionali103, le quali per più mesi dell'anno eran chiuse dal ghiaccio, limitava la loro perizia e il loro coraggio dentro i confini d'uno spazioso lago. La fama dei fortunati successi di quelli, che navigavano dalla bocca dell'Elba, dovea ben presto incitarli ad attraversare lo stretto istmo di Slesvvig, ed a lanciare le loro navi nell'ampio mare. Le varie truppe di pirati e di avventurieri che combattevano sotto l'istesso stendardo, appoco appoco s'unirono in una società permanente, di ruberie a principio, e di governo in appresso. D'una confederazion militare a grado a grado formossi un corpo di nazione, mediante le dolci operazioni del matrimonio e della consanguineità; e le circonvicine tribù, che ne sollecitavano l'alleanza, presero il nome e le leggi dei Sassoni. Se il fatto non fosse renduto certo dalle più indubitabili prove, parrebbe che noi ci abusassimo della credulità dei nostri lettori, descrivendo i vascelli, nei quali i Sassoni pirati arrischiaronsi a scherzare coi flutti dell'Oceano Germanico, del canale Britannico, e della baia di Biscaglia. La chiglia delle lor larghe e piatte barche era formata di leggiero legname; ma i lati e le opere morte non eran che di vimini con una coperta di forti pelli104. Nel corso delle tarde loro e distanti navigazioni dovettero sempre trovarsi esposti a' pericoli, e molto spesso alla disgrazia del naufragio, e gli annali marittimi dei Sassoni furon senza dubbio ripieni di ragguagli delle perdite che essi fecero sulle coste della Britannia e della Gallia. Ma l'audace spirito dei pirati affrontò i pericoli tanto del mare che del lido; la lor perizia fu confermata dall'abitudine delle imprese; l'infimo dei loro marinari era ugualmente capace di maneggiare un remo e d'alzare una vela, che di regolare un vascello; ed i Sassoni si rallegravano all'aspetto d'una tempesta, che occultava i loro disegni, e dispergeva le flotte nemiche105. Dopo d'aver acquistato un'esatta cognizione delle Province marittime d'Occidente, estesero più oltre le loro depredazioni, ed i luoghi più remoti avean ragion di temere per la lor sicurezza. I navigli Sassoni pescavan sì poco, che potevan facilmente rimontar quaranta o cento miglia su pei gran fiumi; tanto piccolo era il loro peso, che trasportavansi sopra dei carri da un fiume all'altro; ed i pirati, che erano entrati nell'imboccatura della Senna o del Reno, potevan discendere pel rapido corso del Rodano giù nel Mediterraneo. Le Province marittime della Gallia furon molestate dai Sassoni sotto il regno di Valentiniano; fu posto un Conte militare a difesa della costa o del confine Armorico; e quest'uffiziale che non trovò la sua forza o abilità sufficiente all'impresa, implorò l'aiuto di Severo, Generale dell'infanteria. I Sassoni, circondati ed oppressi dal numero, furon costretti ad abbandonare le loro spoglie, ed a cedere una scelta truppa dell'alta loro e robusta gioventù per militare negli eserciti Imperiali. Essi non stipularono che una sicura ed onorevole ritirata; e facilmente accordossi tal condizione dal Generale Romano, che meditava un atto di perfidia106 non meno inumano che imprudente, finchè restava in vita ed in armi un solo Sassone, che vendicar potesse la sorte dei suoi nazionali. Il prematuro ardore de' fanti, che erano stati posti segretamente in una profonda valle, manifestò l'imboscata: e sarebbero forse restati vittime del lor tradimento, se un grosso corpo di corazze, eccitato dallo strepito della pugna, non si fosse velocemente avanzato a trar d'angustia i compagni, e ad opprimere l'indomito valore dei Sassoni. Si salvarono alcuni prigionieri dal furor della spada per spargere il sangue nell'anfiteatro; e l'oratore Simmaco si duole, che ventinove di quei disperati selvaggi, strangolandosi con le proprie mani, avessero impedito il divertimento del Pubblico. Ciò nondimeno i filosofi ed i culti cittadini di Roma concepirono un profondo orrore, quando furono informati che i Sassoni consacravano agli Dei la decima delle loro prede umane, e che determinavano a sorte gli oggetti del barbaro sacrifizio107.

      II. Le favolose colonie degli Egizj e dei Troiani, degli Scandinavi e degli Spagnuoli, che lusingavano l'ambizione, e divertivano la credulità dei nostri rozzi antenati, sono insensibilmente svanite alla luce della scienza e della filosofia108. Il presente secolo è persuaso della semplice e ragionevole opinione, che le isole della Gran Brettagna e dell'Irlanda fossero appoco appoco popolate dal vicino continente della Gallia. Si è conservata la distinta memoria d'un'origine Celtica dalla costa di Kent fino all'estremità di Catness e d'Ulster nella costante somiglianza della lingua, della religione e dei costumi; ed i caratteri particolari delle tribù Britanniche possono attribuirsi naturalmente all'influenza di circostanze accidentali e locali109. La provincia Romana era ridotta allo stato di civile e pacifica servitù; i diritti della selvaggia libertà s'eran ristretti agli angusti confini della Caledonia. Gli abitanti



<p>97</p>

Io son sempre inclinato a sospettare, che gl'Istorici e i viaggiatori facilmente riducano a leggi generali alcuni fatti straordinarj. Ammiano attribuisce un costume simile all'Egitto; ed i Chinesi l'hanno attribuito al Tapsin o all'Impero Romano (De Guignes Histor. des Huns Tom. II. p. I. p. 79.)

<p>98</p>

Salinarum finiumque causa Alemannis saepe jurgabant: Ammiano XXVIII. 5. Può esser che si disputassero il possesso della Sala, fiume che produceva del sale, e che era stato l'oggetto di antiche pugne. Tacit. Annal. XIII. 57. e Lipsio ib.

<p>99</p>

Jam inde temporibus priscis sobolem se esse Romanam Burgundii sciunt; e tale incerta tradizione appoco appoco prese un aspetto regolare: Oros. l. VII. c. 32. Essa è distrutta dalla decisiva testimonianza di Plinio, che fece l'istoria di Druso, e militò in Germania (Plin. Sec. Epist. III. 5.) dentro i sessant'anni dalla morte di quell'eroe: Germanorum generae quinque Vindili, quorum pars Burgundiones ec. Hist. nat. IV. 28.

<p>100</p>

Le guerre e le negoziazioni relative a' Borgognoni ed agli Alemanni son distintamente riferite da Ammiano Marcellino (XXVII. 5. XXIX. 4. XXX. 1.) Orosio (l. VII. c. 33) e le Croniche di Girolamo e di Cassiodoro determinano alcune date, ed aggiungono varie circostanze.

<p>101</p>

Επι τον αυχενα της Κιμβρικη χερσονεσου Σαξονες nel più stretto del Chersoneso Cimbrico i Sassoni. All'estremità Settentrionale della penisola (ch'è il promontorio Cimbrico di Plinio IV. 27) Tolomeo pone il restante dei Cimbri, e riempie l'intervallo fra i Sassoni ed i Cimbri con sei oscure tribù, che erano unite insieme fino dal sesto secolo sotto la nazional denominazione di Dani. Vedi Cluver. German. Antiq. l. III. c. 21. 22. 23.

<p>102</p>

Danville (Etablissem. des etats de l'Europe p. 19. 26) ha determinato gli estesi limiti della Sassonia al tempo di Carlo Magno.

<p>103</p>

La flotta di Druso invano tentò di passare o anche d'avvicinarsi al Sund (chiamato per una facile somiglianza le colonne d'Ercole) e non fu mai più intrapresa tale spedizione navale: Tacit. de morib. Germ. c. 34. La cognizione che i Romani acquistarono delle forze marittime del Baltico (c. 44. 45) l'ottennero col mezzo dei viaggi che facevano per terra in cerca dell'ambra.

<p>104</p> Quin et Aremoricus piratam Saxona tractus…Sperabat; cui pelle salum sulcare BritannumLudus; et assuto glaucum mare findere lembo.Sidon. in Panegyr. Avit. 369.

Il genio di Cesare imitò in una particolare occasione quei rozzi ma leggieri vascelli, che s'usavano ancora dagli abitanti della Britannia (Comment. de Bello Civ. I. 51) e Guichardt (Nouv. Memoir. milit. Tom. II. p. 41. 42). Le navi Britanniche farebbero al presente stupire il genio di Cesare.

<p>105</p>

Posson trovarsi le migliori notizie originali, rispetto ai pirati Sassoni, appresso Sidonio Apollinare (l. VIII. Epist. VI. p. 223, edit. Sirmond.), ed il miglior Commentario appresso l'Abb. du Bos (Hist. crit. de la Monar. Fran. Tom. I. l. I c. 16. p. 148-155. Vedi anche p. 78. 79).

<p>106</p>

Ammiano (XXVIII. 5.) giustifica tale mancanza di fede ai pirati e ladroni; ed Orosio (l. VII. c. 32.) esprime più chiaramente la vera lor colpa, virtute atque agilitate terribiles.

<p>107</p>

Simmaco (l. II. ep. 16.) pretende di far tuttavia menzione dei sacri nomi di Socrate e della filosofia. Sidonio, Vescovo di Clermont, potea condannare (l. VIII. epist. 6.) con minor incoerenza i sacrifizi umani dei Sassoni.

<p>108</p>

Nel principio del secolo passato il dotto Cambden fu costretto a distruggere con rispettoso scetticismo il Romanzo di Bruto Troiano, che ora è sepolto in una tacita obblivione con Scota figlia di Faroah, e la numerosa lor discendenza. Pure io so, che si trovano ancora fra gli originali nativi di Irlanda molti campioni della colonia Milesia. Un popolo, malcontento della propria condizione presente, s'attacca ad ogni visione di passata o futura sua gloria.

<p>109</p>

Tacito, o piuttosto Agricola suocero di lui, potè osservare la carnagione Germanica o Spagnuola di alcune tribù Britanniche; ma la più moderata e dichiarata loro opinione era questa: In universum tamen aestimanti, Gallos vicinum solum occupasse, credibile est. Eorum sacra deprehendas… Sermo haud multum diversus. (In vitae Agric. c. XI.) Cesare ha osservato la somiglianza della lor religione (Comm. de Bell. Gallic. VI. 13.); ed al suo tempo l'emigrazione dalla Gallia Belgica era un fatto recente o almeno istorico (V. 10). Cambden, lo Strabone Britannico, ha modestamente determinato le nostre genuine antichità. (Britan. Vol. I. Inter. p. II. XXXI.)