Название | Le Cacciatrici Di Mostri |
---|---|
Автор произведения | Gemma Cates |
Жанр | Ужасы и Мистика |
Серия | |
Издательство | Ужасы и Мистика |
Год выпуска | 0 |
isbn | 9788835430988 |
Lui aveva inarcato un sopracciglio, come se mi trovasse per due terzi sgarbata e per un terzo divertente. Avrei fatto vedere a quello stronzo com’ero divertente non appena avessi ufficialmente declinato l’aiuto che il capo della corporazione mi aveva mandato.
“Conosco il tuo bersaglio. Mark Jared e io eravamo amici.”
Mark Jared era un sanguinario pezzo di merda che aveva ucciso almeno tre umani e si stava nascondendo nei sotterranei di Austin, per cui questo tizio era in meravigliosa compagnia.
Lui doveva avere letto il giudizio nei miei occhi – i mannari erano bravi con il linguaggio del corpo – perché aveva serrato la mascella. “Eravamo.” Aveva stretto gli occhi. “Lo conoscevo prima.”
I licantropi e alcune varietà di mannari felidi potevano essere creati più che nascere, ma quello non li rendeva vittime. Non quando facevano cazzate come fare a brandelli tre umani fino a renderli irriconoscibili.
Due tra le vittime di Jared erano state trovate dalle loro famiglie. La terza da un coinquilino. Magari non avevo studiato i fascicoli molto approfonditamente, ma c’erano delle foto dei corpi reali delle vittime.
Fanculo. I licantropi non avevano compassione da me. Né oggi, né mai. I mostri erano creature che davano la caccia agli umani. Che uccidevano umani.
E nel mio libro, praticamente ogni mannaro era un mostro in attesa di attaccare. La sete di sangue era lì, proprio sotto la superficie, in attesa di un’occasione qualsiasi per emergere e prendere il controllo.
Le regole della nostra società non permettevano a noi, cacciatori di mostri, di allentare il guinzaglio finché un umano non pagasse il prezzo, per via dell’etica. Ma un mannaro, un qualunque mannaro, era una bomba a orologeria. Era un peccato che la corporazione e la società convenzionale non fossero d’accordo con me.
“Quindi, eravate amici,” avevo risposto prima di sedermi deliberatamente dietro la mia scrivania. Questo tizio non era una minaccia per me, e io ero felice di dirglielo con le mie azioni. “Prima non ha niente a che vedere con oggi.”
“Nel caso di Mark, prima ha molto a che vedere con oggi.”
Avevo preso dal vassoio della posta in arrivo i tre fascicoli del caso. Avevo ricevuto l’incarico di Mark Jared soltanto questa mattina. Eric aveva stampato i file e li aveva messi nella mia posta in arrivo circa un’ora fa. Tenendo i documenti del caso tra le mani, leggevo i dettagli su carta; faceva parte della mia procedura.
Non avevo avuto modo di dare ai fascicoli più di una rapida occhiata, perché stavo tirando le fila del mio ultimo caso.
Se il tempo prima che Jared diventasse un mannaro era importante… “Conosceva le sue vittime prima che venisse trasformato. Tutte e tre.”
Se quello era vero, allora era una nuova informazione.
“Non esattamente, e ce ne sono quattro.” Il mio visitatore anonimo aveva guardato con espressione accigliata i tre fascicoli. “Tre sono state trovate. Manca la quarta.”
Mi rifiutavo di chiedere a questo tizio il suo nome. Non avrei dovuto.
Rafe, quel patetico bastardo, avrebbe dovuto dirmi che lui sarebbe venuto. Avrebbe dovuto dirmi il suo nome. Avrebbe dovuto dirmi perché cazzo aveva dato a questo tizio – un licantropo – il via libera per mostrarsi nel mio ufficio. E avrebbe proprio dovuto dirmi perché voleva l’aiuto di un dilettante su un caso aperto.
Ora ero in svantaggio, uno piccolo, ma comunque mi aveva fatto incazzare. “Come fai a sapere di una quarta vittima quando la corporazione non lo sa?”
Lui si era avvicinato alla mia scrivania e aveva teso la mano sopra la superficie ricoperta di documenti. “Barrett Miller, l’uomo che ha trovato il collegamento tra tutti e quattro i casi e ha denunciato i crimini e il responsabile alla corporazione.”
Poiché avevo ignorato il suo gesto, aveva aggiunto, “Nonché colui che ha fatto una generosa donazione per assicurarsi che prendendo Mark Jared saltasse la fila.”
Maledizione. Fanculo Rafe e fanculo la sua fottuta stronzata da donatore leccaculo. Lui dava la precedenza ai donatori quasi così tanto quanto faceva catturando mostri.
Sebbene non avrebbe dovuto prendere i soldi di Barrett Miller per far sì che il caso di Jared saltasse la fila. Tre persone morte avevano fatto quello.
Credevo che la quarta sarebbe stata dichiarata morta quando avessero ritrovato il suo, di lei o di lui, cadavere in putrefazione, ma fino ad allora quella quarta persona poteva essere viva.
Avevo stretto la mano del tizio. La sua manona. Non ero una fan del sentirmi sottovalutata per via della mia taglia ridotta, e gli uomini facevano sempre supposizioni, specialmente dopo avermi stretto la mano. Io ero una Van Helsing. Noi eravamo risolute, cazzo, indipendentemente dalla taglia, e avevamo talento per, sostanzialmente, una cosa: uccidere i mostri.
Avevo stretto forte. “Mariah Van Helsing, non al tuo servizio. Lavoro per la corporazione, non per te.”
Lui aveva fatto un ampio sorriso in risposta.
Un sorriso che era scomparso quando avevo chiesto, “E perché ti preoccupi per queste persone?”
“Mi preoccupavo per il tizio che sta facendo questo. Ora, mi preoccupo affinché smetta di fare male alla gente.”
Hmm. Non stava dicendo granché. Lasciando fuori qualcosa che poteva essere importante in seguito. I fottuti dilettanti erano i peggiori.
Rafe sarebbe stato preso a calci in culo per questo.
“Cosa sai che non è nei miei fascicoli, Barrett Miller? Quali informazioni hai che possono aiutarmi a catturare questo mostro?”
Si era sistemato sulla sedia di fronte alla mia scrivania, quell’impudente bastardo. “Dimmi quello che sai, e io riempirò gli spazi.”
Chi stava conducendo quello show?
Questo tizio, seduto sulla mia sedia, nel mio ufficio, stava cercando di avere il controllo sul mio caso. Era decisamente uno stronzo antisociale, come molti licantropi, ma anche fottutamente arrogante.
Avevo cambiato posizione. Non lo trovavo così sexy. Per niente.
Lo sfregamento dei jeans strofinava il mio clitoride sensibilizzato, e io potevo percepire la liscezza tra le gambe. E che cavolo?
Era un patetico, arrogante stronzo, ma un patetico, arrogante stronzo sexy, e sembrava che premesse i miei pulsanti.
Peccato che fosse un mostro-in-attesa.
Non mi facevo i mostri.
Avevo di nuovo cambiato posizione.
Tecnicamente, lui non era un…
Non ancora.
Lo avevo gelato con lo sguardo, perché il percorso circolare che avevo appena seguito nella mia testa era colpa sua. Quell’arrogante, sexy, coglione era venuto qui, agendo come se gliene importasse, volendo aiutare. Interferiva con il mio radar dei mostri, ma io non ero attratta dai mostri. Non lo sarei mai stata.
Lo scopo non era venire; catturare un killer lo era. Pertanto, avevo bisogno di archiviare l’attrazione che provavo per quest’uomo nel cassetto del non-succederà-mai e andare avanti.
Avevo lanciato un’occhiata glaciale a Miller. “Non conduci le danze tu su questo caso, Miller. Non è così che funziona, indipendentemente da quanti soldi hai versato a Rafe.”
“Alla corporazione, non a Rafe. Non sono un disonesto. Non corrompo nessuno, io. Ho fatto una donazione a un’organizzazione rispettata.”
Un licantropo che dichiarava la sua onestà, come se quello avesse importanza.
Ne aveva. Per me.
Di solito, non per i mannari.
Di solito, i mannari non si preoccupavano delle vittime delle