Название | Il Rancher Si Prende La Sua Sposa Di Convenienza |
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Автор произведения | Shanae Johnson |
Жанр | Современные любовные романы |
Серия | |
Издательство | Современные любовные романы |
Год выпуска | 0 |
isbn | 9788835429630 |
“Quelli sono miei,” disse Dylan. “Beh, sono di mia moglie. Ma erano compresi nel matrimonio, quindi...”
Keaton non si preoccupò di fare ulteriori domande sulla stranezza di quel posto. Mantenne lo sguardo fisso sul terreno, prendendo nota mentalmente su come i suoi clienti avrebbero avuto accesso alle strutture di allenamento. Ai confini del ranch, Keaton vide il suo progetto prendere vita. Lì, nella terra incontaminata, era dove avrebbe ricavato una zona asciutta da una pozza di fango, dove i suoi studenti avrebbero imparato la gioia del camminare a granchio, delle flessioni e degli addominali.
Invece di comprare del legname, potevano abbattere un paio di quegli alberi sulla destra e fare una parete da arrampicata. La cosa principale da costruire era la struttura al chiuso per l’allenamento e le cuccette. Quello e l’area di addestramento speciale, che avrebbe sfruttato il mix di terreni, dalla terra secca, al pascolo verde, alle colline rocciose e al torrente. Lì avrebbero messo delle installazioni per addestrare le forze speciali per le missioni segrete.
“Puoi avvicinarti di più al torrente?” chiese Keaton.
Invece di farlo, Banks rallentò. “Il torrente non è all’interno dei nostri confini.”
Keaton impiegò un momento prima di riuscire a dare senso a quelle parole. Quando capì, il suo cuore si fermò. Aveva bisogno di quel torrente per l’area delle forze speciali. Diamine, gli serviva per l’addestramento al Test di Idoneità Fisica dei Ranger. Banks sicuramente lo sapeva.
“È di proprietà del ranch vicino,” gli disse il suo amico.
“Pensi che sarebbe disposto a venderlo o affittarlo per i nostri scopi?” Gli chiese Keaton.
Dylan imbronciò le labbra. “Non ne sono sicuro. Ma puoi andare da lei e chiederglielo. È ragionevole. La maggior parte dei giorni.”
Capitolo Quattro
Brenda non aveva una sveglia in camera da letto. Era l’odore del caffè a farle aprire gli occhi. Si era comprata una di quelle fantasiose caffettiere con un timer che magicamente le versava una tazza ogni mattina prima che il sole sorgesse. Il miglior acquisto della sua vita.
Lasciò che l’aroma la conducesse giù per le scale come se due dita la tirassero per il naso. Era sorpresa di non sollevarsi da terra dirigendosi verso la caffettiera automatica in cucina. Prendendo due tazze dal mobile, Brenda versò il caffè in entrambe. Ogni giorno, beveva la prima, lasciando che l’acqua calda le bruciasse la lingua e risvegliasse tutte le sue cellule cerebrali; il tempo di finirla, e la seconda sarebbe stata a temperatura ambiente e pronta da assaporare.
Raggiunse il frigo per prendere il latte, ma rimise a posto il bricco. Invece che quello scremato, avrebbe preso quello che veniva direttamente dalla mucca.
Infine, con la sua doppia dose di caffeina nelle vene, Brenda si passò una spazzola tra i capelli. Aveva perso la battaglia con i nodi, così si raccolse le ciocche in una coda di cavallo. Si infilò una camicia pulita e dei jeans. Indossati gli stivali, uscì dalla porta in anticipo sui primi raggi di sole del nuovo giorno che presto sarebbero spuntati all’orizzonte.
Tirò fuori il taccuino dalla sua tasca posteriore. Lo aprì e passò in rassegna la sua lista. Ogni giorno le sue faccende erano le stesse. C’erano sempre balle da impilare e spostare, mangime da macinare, letame da trasportare, bollette da pagare e un recinto da riparare.
L’unico di cui preoccuparsi quel giorno era quello del suo nuovo toro. Sapeva che quella bestia era impaziente che il lavoro venisse portato a termine. Ma quello avrebbe dovuto aspettare. Doveva svezzare i vitelli e sistemare nel loro pascolo le bestie diventate indipendenti.
Il gallo allungò le sue piume quando Brenda passò davanti al pollaio. Era un fannullone come il resto dei suoi dipendenti del ranch. Nessuno dei quali era ancora arrivato.
Invece di brontolare, Brenda si mise al lavoro. Aveva già spuntato metà delle faccende dalla sua lista ancora prima che il sole facesse balenare un raggio all’orizzonte.
Brenda salì sul trattore. Era un vecchio modello, più vecchio di lei. Ma funzionava bene. Inserì la chiave speciale, meglio conosciuta come cacciavite. La chiave vera e propria era stata persa mesi prima, da qualche parte nella sua vasta proprietà. Il motore si accese immediatamente, e lei si mise al lavoro.
Finito di arare il terreno e riposto il trattore, i dipendenti del ranch erano finalmente arrivati. In ritardo. Di nuovo.
Pensavano di potersi approfittare di lei solo perché era una donna,. E anche perché la stagione era inoltrata e la maggior parte dei braccianti era già stata assunta. A lei erano rimasti gli scarti. Manuel era un reduce dei tempi di suo nonno. Suo nipote era un buon lavoratore quando si guardava dall’ascoltare i consigli di suo zio. Gli altri due erano praticamente inutili al di fuori della capacità di sollevare cose pesanti. Aveva fatto più lei quella mattina che loro quattro messi insieme in tutta la settimana.
Brenda parcheggiò il trattore. Si ricordò della chiave speciale e la usò per la terza volta quella mattina: si attorcigliò la coda di cavallo in uno chignon e si infilò il cacciavite tra i capelli. Per evitare che le finissero sul viso. E sulle spalle. E, sì, poteva anche tornare utile come arma per quello che doveva fare.
“Sei in ritardo,” disse lei. “Di nuovo.”
Manuel sorrise. “Scusami, tesoro. Ma il bestiame non conosce la differenza.”
Brenda strinse i pugni. Ma non prese il cacciavite. Non ancora. Anche se stava immaginando che fosse la testa di Manuel ad aver bisogno di aiuto per partire al posto dell’accensione del trattore. In realtà, quell’immagine non era così lontana dalla realtà. Quell’uomo era bloccato nei secoli bui della gestione di un ranch. Aveva bisogno di uno stimolo. Ma Brenda era sicura che fosse troppo tardi per lui.
“Non sono il tuo tesoro,” gli disse con calma. “Sono il tuo capo. Ma non credo ancora per molto.”
“Non mi dire.” Le sopracciglia folte di Manuel si sollevarono. Un sorriso storto gli ridisegnò il volto rugoso in qualcosa di sgradevole. “Hai deciso finalmente di trovarti un marito?”
I tre uomini più giovani sussultarono. Non c’era da sorprendersi. Loro erano figli di quella generazione, in cui avevano visto le donne esercitare il potere e il rispetto. Manuel stava per avere uno shock temporale e culturale.
“Fammi spiegare meglio,” disse Brenda. “I tuoi servizi non sono più necessari qui al ranch.”
La faccia di Manuel si contorse in qualcosa di brutto. Ricordò a Brenda il muso del toro mentre veniva marchiato a fuoco. Il sibilo di dolore. Lo shock del tradimento. Il brivido di rassegnazione.
Brenda si aspettava che Manuel si scagliasse contro di lei. Ma rimase fermo. Furono i tre uomini dietro di lui ad agitarsi come nervosi puledri appena nati.
“Mi stai licenziando, dolcezza?”
“Bene.” Brenda allungò le labbra in un ghigno crudele per eguagliare quello di lui. “Vedo che hai capito subito.”
Lui raddrizzò le spalle di scatto. Strinse i pugni. Contrasse i baffi. Abbassò lo sguardo in modo che il cappello gli coprisse il volto e adombrasse il viso.
Brenda gli tenne testa. Quello era il suo ranch. Era in gioco il suo sostentamento. Potevano tutti andare a cercarsi un altro lavoro, agli ordini di un uomo che avrebbero potuto rispettare.
Oppure no. Non le importava. Le interessava solo la gestione e il rispetto del suo ranch.
“Senta un po’, signorina Vance.”
Sì! Finalmente si era rivolto a lei nel modo appropriato. Se Brenda avesse avuto una stella d’oro, non gli avrebbe comunque data in premio. Troppo tardi. Aveva fallito. E stava per essere cacciato.
“Senza di noi, non ha alcuna speranza di tenere in piedi questo ranch. È la stagione dei parti. Non è un lavoro