Название | Il Colpo |
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Автор произведения | Kate Rudolph |
Жанр | Современная зарубежная литература |
Серия | |
Издательство | Современная зарубежная литература |
Год выпуска | 0 |
isbn | 9788835428329 |
Indice
1. Capitolo Uno
2. Capitolo Due
3. Capitolo Tre
6. Capitolo Sei
10. Capitolo Dieci
11. Capitolo Undici
Altri titoli della stessa Autrice
Il colpo
L’Alfa derubato
L`alfa non cede ciò che è suo...
Nessuno ruba a Luke Torres. La sua fortezza è leggendaria e il suo branco di leoni è letale, pronto ad affrontare qualsiasi minaccia. Quando Luke conosce Mel, lei lo lascia senza fiato con un bacio rovente, ma quando si incontrano di nuovo si ritrovano carceriere e prigioniera in un micidiale scontro felino contro felino.
La ladra è all’altezza del compito...
Dal primo momento in cui Mel accetta l’incarico, sa che portarlo a termine è praticamente impossibile. Ma per la ladra più scaltra del mondo soprannaturale, una missione impossibile è una sfida irresistibile. Specialmente se la ricompensa per il lavoro svolto può portarla un passo più vicino alla vendetta.
Quando le cose prendono una brutta piega, Mel si ritrova nella tana del leone ad affrontare l’uomo più attraente che abbia mai incontrato. Riuscirà a portare a termine la missione prima che qualcos’altro vada storto?
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The Alpha Heist © Kate Rudolph 2015
Cover design di Kate Rudolph.
Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo libro può essere utilizzata, riprodotta elettronicamente o stampata senza autorizzazione scritta, fatta eccezione per brevi citazioni inserite nelle recensioni.
Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi ed eventi sono frutto dell’immaginazione dell’autrice o sono usati in modo fittizio e non devono essere considerati come reali. Qualsiasi riferimento a fatti realmente accaduti o a persone, in vita o defunte, è puramente casuale.
Pubblicato da Kate Rudolph.
1
Capitolo Uno
La faccenda prese una brutta piega poco dopo che Mel ebbe rubato la chiavetta usb dal caveau. E caveau era una definizione fin troppo generosa per quella miserabile sottospecie di cassaforte. L’intera operazione avrebbe dovuto essere molto più difficile. Da quel che aveva visto, si poteva dedurre che la società fosse gestita da un gruppo di cervelloni privi di qualsivoglia preoccupazione per la sicurezza, quella vera.
Buon per lei.
Ancora meglio, con quel livello di protezione ridicolo, il lavoro poteva essere portato a termine da un solo uomo – o una sola donna. Più soldi, e meno gente attorno che poteva incasinare qualcosa. Proprio come piaceva a lei. Mentre sfrecciava per l’ultimo corridoio dell’edificio, non perse tempo a pensare a come Krista e Bob avrebbero potuto renderle le cose un po’ più facili. Era perfettamente in grado di lavorare da sola, lo era da molto tempo.
I latrati dei cani sovrastavano il rumore dei passi concitati degli addetti alla sicurezza. Mel poteva sbarazzarsi delle guardie senza problemi. I cani erano un’altra faccenda. Sperava che non la raggiungessero. Lei aveva zanne più affilate e artigli molto più pericolosi, ma la violenza contro gli innocenti non le era mai stata congeniale. L’avrebbe fatto se necessario, ma gli animali non lo meritavano.
Cosa diavolo aveva fatto scattare quel dannato allarme?
Sbatté contro le doppie porte, sentendo a malapena l’impatto, prima di sfrecciare attraverso il parcheggio, illuminato solo dalle luci fioche dei lampioni. Mel si sarebbe presa a calci da sola, se avesse avuto energia da sprecare. La sua auto era a quasi un chilometro e mezzo di distanza. Non avrebbe dovuto esserci ragione di lanciarsi a rotta di collo per quel tratto di strada. Era certa di non aver fatto scattare nessun allarme.
E invece eccola lì, a correre come una pazza per fuggire dalla scena.
Ma evidentemente doveva andare così. L’unica alternativa era farsi catturare da umani idioti e dai loro animali. O ucciderli tutti quanti. Nessuna delle due opzioni era allettante, la fuga era l’unica soluzione. Lasciò il parcheggio e raggiunse l’erba nel boschetto che circondava gli uffici. Nelle intenzioni, quello spazio verde avrebbe dovuto integrarsi perfettamente con l’ambiente naturale circostante per fornire un luogo di lavoro più sano per i dipendenti. Mel non aveva ancora mai visto un edificio aziendale armonizzare con successo con la natura, e questa struttura di ricerca non faceva eccezione.
I grilli frinivano e le altre creature notturne cercavano riparo per nascondersi al suo passaggio. L’avrebbero fatto anche se lei fosse stata una persona normale, ma ad aumentare la loro confusione era il suo odore, che doveva averli spaventati ancora di più. La mezza luna era alta nel cielo, regalandole chiazze di luce più che sufficienti per addentrarsi nel boschetto.
Lei poteva vedere chiaramente, al contrario delle guardie. Le sentiva ancora dietro di sé, ma avevano rallentato. E anche i cani. Bene.
Dopo aver corso ancora per un po’, fu inghiottita dal silenzio. Il bosco era sempre lo stesso, ma tutti i suoni erano svaniti. Mel guardò alle sue spalle e vide nell’aria un debole luccichio. Sollevò una mano lentamente e la spinse avanti. L’aria faceva resistenza.
Una zona protetta.
Avrebbe potuto spingere fino a oltrepassarla; quella barriera non era destinata a tenerla prigioniera. Ma la curiosità ebbe la meglio. “Mostrati, strega.” Mel lasciò che la sua voce suonasse minacciosa, anche se non era propriamente un ringhio.
Una donna uscì dall’ombra. “È davvero in questo modo che intendi rivolgerti a me, Mellie?” Sembrava sulla quarantina, anche se Mel non aveva mai saputo esattamente quanti anni avesse. Chiunque