L'isola dei baci: Romanzo erotico-sociale. F. T. Marinetti

Читать онлайн.
Название L'isola dei baci: Romanzo erotico-sociale
Автор произведения F. T. Marinetti
Жанр Языкознание
Серия
Издательство Языкознание
Год выпуска 0
isbn 4064066069667



Скачать книгу

      Al momento di scendere dal piroscafo davanti alla marina grande di Capri lutti cercavano, senza trovarlo, il barone Truffard. Ricard disse: — È andato a cercare a poppa il suo protetto.

      Ed arrivò infatti sorreggendo con tenerezza fraterna un essere fantastico e misterioso che merita una rapida, ma completa descrizione. Sembrava un mendicante vagabondo; ed era relativamente pulito.

      Era vecchio, magro, lungo, curvo, cadente, ma con dettagli accurati nel vestito tutto rammendato. In mano, il classico bastone dei viandanti, più alto della sua stessa persona, con in cima appiccicato un disco di cartone bianco coperto di scritture a matita.

      Sulle spalle gli ciondolava una specie di lunga borraccia bitorzoluta, coperta di panno grigioverde e tutta legata come un salame.

      Aveva in testa un berrettino biancastro da galeotto. Dei piccoli occhi di ferro grigio. Malamente sbarbato. Portava infilata al braccio sinistro una grossa gamella da soldato, nuova. Rischiò di cadere cento volte scendendo in barca poichè gli arnesi che gli servivano di scarpe erano di una eccezionale antipraticità: sembravano enormi sandali ed erano invece semplicemente le colossali suole mal tagliate di un paio di scarpe fuori da qualunque misura umana.

      Si soffriva pensando ai dolori di quei poveri vecchi piedi nudi e callosi che volevano trascinare ed erano trascinati dal peso di quei due zoccoli strani di cuoio accartocciato e di stracci inutili.

      In barca si tolse dalle spalle l'incomprensibile borraccia. Gli domandammo: “È per l'acqua, non è vero?„. Ci rispose con voce affannosa: “No, non c'è acqua, serve per la curiosità della gente„.

      Poi, mostrandoci con un gesto iroso il signor Truffard che sorrideva: “Tutti vogliono sapere dove vado e se c'è l'acqua nella borraccia, tutti si arrabbiano perchè sono tutti nell'inganno, io solo vado verso la verità; Dio è davanti a me e ho avuto il battesimo del sangue; possono fare quel che vogliono, gli uomini, ma non impareranno mai a far crescere l'erba!„.

      Gli domandammo che cosa significavano le scritture del suo disco. Rispose, con voce spenta: “Tutta la mia vita„.

      Intervenne Truffard che ci spiegò solennemente come stesse raccogliendo i pensieri e gli aforismi profondissimi di Giacomo Satutto, per pubblicarli sul Figaro.

      Ma Satutto non voleva interpreti. Disse irosamente: “Faccio tutto per la curiosità della gente. Tutti vogliono sapere cosa c'è nella gamella. È vuota. Aspetterà sempre il rancio. Se mi dànno qualchecosa bene, ma non cerco mai niente a nessuno. Il vicerè lo sa„.

      Questo discorso sconclusionato ci vietò d'interessarci alla bellezza di Capri. Seguimmo Truffard e il suo strano protetto all'albergo della Grotta Bleue, dove metà della comitiva aveva già fissato l'alloggio.

       Indice

      Ci convincevamo sempre più che le stravaganze esteriori di quella gente non potevano essere che un'abilissima mascheratura di tenebrosi benchè indecifrabili scopi politici.

      Prima di tutto era assai sospetto, nel momento attuale, il fatto che numerosi individui appartenenti alle più svariate nazionalità fossero così uniti da legami evidentemente profondi — Truffard, banchiere francese. De Ritten, letterato francese, figlio d'un camerlengo del Papa; Pietrachiara, poeta italiano; Benali, attore italiano, Conte Ladolce, dalmata; Ricard, francese o irlandese; Markoff, deputato della Duma; il granduca Federor Cohn, musicista ebreo inglese che si dichiara cristiano e fa l'antisemita; Djamil, avvocato turco egiziano; Stopwitz, archeologo polacco, ma forse austriaco; Werkopfen, antiquario e numismatico svizzero, ma forse tedesco; il barone Makra, professore ellenista d'origine rumena; Rudolf Thompson, direttore d'una Biblioteca di Chicago, nordamericano d'origine tedesca; Terrapiccola, ricco proprietario brasiliano.

      Le nostre indagini, invece di chiarirsi, si annebbiavano. E vi naufragavano dentro gli isolotti incerti delle nostre ipotesi.

      Nel corridoio sentimmo: da una porta semiaperta il brontolio di Markoff che dettava al segretario: “non dimenticate di porre nettamente la questione del disarmo...„.

      Ma fummo distratti dalla voce concitata di De Ritten che usciva velocemente dalla sua camera senza vederci, sbattendo dietro di sè la porta. Origliammo, poi guardammo dal buco della serratura. La contessa De Ritten, deliziosamente discinta, singhiozzava su una poltrona.

      Pensammo che la Contessa De Ritten fosse di una nazionalità nemica e che da questo derivasse il dissidio evidente che agitava la coppia.

      Farle la corte —, ci sembrò l'unico modo per capire e orizzontarci. L'amico Ricard diventava sempre più evasivo nelle sue risposte alle nostre interrogazioni. Avevamo forse svegliato i sospetti della comitiva.

      Mentre scendevamo giù per il pranzo, un cameriere ci portò un biglietto da visita: Paolo Castretta, viaggiatore di commercio —, e sotto, a matita: “ha l'onore di chiedere un breve colloquio„.

      Lo indovinammo, a una tavola, sulla terrazza alberata: tipo meridionale, occhi neri vivacissimi, baffetti neri. Egli sembrò non vederci e noi, obbedendo a un istintivo piano tattico, senza guardarlo ci sedemmo a un tavolo lontanissimo dal suo.

      Nel caldo e morbido crepuscolo lilla che soffocava di dolcezza e spegneva i profili scabri dell'isola, i volumi verdi della vegetazione e le chiazze bianche delle ville, agonizzava il vociare dei barcaioli della Marina Grande.

      A quando a quando, tintinnio di bicchieri e brontolio di Markoff già ubbriaco di champagne. Castretta, del quale sbirciavamo le spalle, era, come noi, preoccupato dalla misteriosa comitiva.

      Sentivamo, con profonda gioia artistica, di esser stati condotti dal caso proprio nel centro di uno di quei viluppi di realtà illogiche, di apparenze assurde e contradittorie, ma condotte con assoluta naturalezza, in una di quelle zone sature di eccezionalità, il cui studio appassiona e eccita in modo particolare i nostri intuiti futuristi, sempre affamati di novità.

      Tutti quei viaggiatori sembravano spostati in quel luogo e in quel momento. Nondimeno, a misura che la notte di Capri scendeva a inzuppare col suo triple extrait di chiaro lunare le eleganti forme delle rupi sdraiate sul mare, sentivamo che la loro presenza era veramente naturale e giustificata da ragioni indiscutibili.

      Marinetti d'altra parte sentiva brutalmente discordante il tinnire dei suoi speroni da bombardiere. Le bambagie e il liquore perlaceo dell'atmosfera vile per troppo languore si sforzavano di spegnere sulla sua uniforme grigioverde la fiamma dorata della bombarda e il taglio argenteo della ferita.

      Il musicista Cohn ebbe qualche colpo di tosse. Mi ricordai che Ricard lo aveva detto tisico spedito. Tutti si alzarono parlando dell'umidità pericolosa delle notti di Capri. Vi furono dei brevi saluti.

      E noi rimanemmo silenziosi davanti all'enorme Mistero illimitato, seducentissimo, insidioso, penetrante e sfuggente che aveva la forma stessa del golfo notturno.

      Конец ознакомительного фрагмента.

      Текст предоставлен ООО «ЛитРес».

      Прочитайте эту книгу целиком, купив полную легальную версию на ЛитРес.

      Безопасно оплатить книгу можно банковской картой Visa, MasterCard, Maestro, со счета мобильного телефона, с платежного терминала, в салоне МТС или Связной, через PayPal, WebMoney, Яндекс.Деньги, QIWI Кошелек, бонусными картами или другим удобным