Gioia!. Annie Vivanti

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Название Gioia!
Автор произведения Annie Vivanti
Жанр Языкознание
Серия
Издательство Языкознание
Год выпуска 0
isbn 4064066071097



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scoperto ciò che manca, ciò che ha sempre mancato, alla mia vita. Il riso. Nessuno ride mai intorno a me. Il riso, che cosa meravigliosa!... C'è della gente che quando ride riempie di luce, di suono e di fragranza il mondo.

      (LEI)

      Si chiama Andrea.

      FEBBRAIO

      (LUI)

      Ho pensato a una nuova statua, affatto diversa dalle altre opere mie.

      Non mi occorre modella. La farò, così.... dal ricordo: Una donna. Una donna che tra i tragici simboli della vita e il macabro apparato della morte ride! Null'altro.

      La intitolerò «Gioia».

      (LEI)

      Ho rotto definitivamente coll'insoffribile Claudio. Tutto è finito tra noi; egli ha accettato il posto a Budapest; ed io ho scritto un poema intitolato «Addio»! ritmo moderno, come un carro che sballotta per una via sassosa; versi lunghi e corti: bellissimo!

      Lo manderò alla Rivista «Ardente».

      E così dalla mia vita — exit Claudio.

      Che sollievo! Che leggerezza!

       Mio signore,

       Venga a trovarmi questa sera.

       Sarò sola.

       Viviana Allori.

      (LUI)

      Ciò che mi rapisce in lei è la sua letizia, la sua trillante esultanza! Sembra vivere in una continua estasi, in una perenne ebbrezza.

      Lavoro alla statuetta «Gioia». Mi pare ch'essa chiuda nel viso ancora misterioso tutti gli splendori e tutte le giocondità.

      Mia signora,

       Grazie. Verrò.

       Andrea Galeazzi.

      (LEI)

      Ero brutta, so che ero brutta iersera. Alice mi pettina esecrabilmente. Mi fa una testa che pare una «pagnotta Garibaldi».

      La licenzierò.

      Farei bene ad andare in campagna per un mese a curarmi i nervi e la carnagione. Flavia dice che contro i primi soli di Febbraio non c'è di meglio che la crema Hazeline coll'acqua di rose e alcune goccie di tintura di benzoino.

      Mio signore ed amico,

       Lascio la città per qualche tempo. Un nuovo poema mi canta ed urge entro il cervello. Andrò ad ispirarmi nella solitudine e nel silenzio.

       Venga a salutarmi prima ch'io parta.

       Se domani, alle cinque, non avesse nulla di meglio a fare....

       V. A.

      (LUI)

      Fui da lei oggi alle cinque. Quante cose avrei voluto dirle per impedire o ritardare la sua partenza! Non ho trovato nulla nel mio cuore selvatico, nella mia gola inaridita. Sono rimasto muto, impietrito, a guardare quel riso che le scintillava negli occhi.

      .... Non sapevo che le donne potessero essere delle creature così gaie e delizianti.

      Già, ne ho conosciute ben poche.

       La donna, dunque, è così? Non parla, canta. Non cammina, vola. Non vive, gioisce....

      Mi pare di aver trascorso i miei giorni finora rinchiuso in un sepolcreto di famiglia.... d'autunno.... nella nebbia....

      Signora gentilissima,

       Se la Sua partenza, come spero, non sarà imminente mi permetterei di offrirle il modello di una mia nuova statua, intitolata «Gioia» che mi sarebbe caro dedicare a Lei.

       Confido che Ella ritarderà di qualche giorno il progettato viaggio, e mi professo di Lei devotissimo

       A. Galeazzi.

      (LEI)

      «Nella guerra d'amor vince chi fugge, E chi non fugge, strugge.»

      Amico mio,

       È necessario ch'io parta. Il clima di questa città.... ecc. ecc.

       Le arrida ogni fortuna.

       Viviana Allori.

      (LUI)

      Mio Dio!... mio Dio!

      Viviana,

       Non partite!

       Andrea.

      (LEI)

      Andrea,

       Non parto.

       Viviana.

      MARZO

      (LUI)

       Mia adorata, mia adorata!

       Verrai stasera?

       Altrimenti verrò io da te.

       Tuo per la vita e al di là.

       Andrea.

      (LEI)

      Mio divino amante,

       Ti aspetto.

       Viviana.

      (LUI)

       Gioia!... Gioia!...

       Non trovo altra parola nel mio cuore.

       Non trovo altro nome per te.

       Andrea.

      (LEI)

       Ti ho negli occhi, nei nervi, nelle vene. Vado tra la gente come in un sogno, estatica e stupefatta, perduta nel ricordo di te....

       Viviana.

      (LUI)

      Viviana,

       Mi pare di aggirarmi in un mondo popolato di fantasmi, dove tu sola sei viva.

       Mentre intorno a me si discorre, si ragiona, si vive, io, trasognato e tremante, sento al mio collo la stretta delle tue mani, sento la fragranza del tuo respiro nella mia gola; m'anniento nella profonda e spaventevole estasi che tu mi dài....

      (LEI)

      Andrea,

       Sono posseduta da te, anima e corpo, posseduta nel senso biblico della parola — in modo che nulla all'infuori di te può entrare in me o nel mio spirito. Posseduta in un senso quasi innaturale che preclude il corso alla vita stessa; che ferma ogni palpito, che arresta ogni pensiero.

       Dal momento in cui ti lascio al momento in cui ti ritrovo mi pare di trattenere il respiro.

       Viviana.

      (LUI)

       Come ho potuto vivere prima di conoscerti? Prima di respirare l'atmosfera d'ebbrezza, d'esultanza e d'estasi che si sprigiona da te? Ed io credevo che l'amore nella donna fosse una passione fosca e malinconica, tragica e tormentosa!... No! tu, mia divina creatura, sei tutta luce, tutta riso e sorriso e voluttà!

      (LEI)

       Ma è possibile, è