Tornanti. Pamela Fagan Hutchins

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Название Tornanti
Автор произведения Pamela Fagan Hutchins
Жанр Вестерны
Серия
Издательство Вестерны
Год выпуска 0
isbn 9788835433675



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il linoleum, ma per il resto sembrava illesa. Aveva la maglietta bagnata di sudore sotto le ascelle e intorno al collo. Respirava in modo affannoso, ma non sembrava essere in iperventilazione.

      I suoi occhi passarono fulmineamente da una persona all’altra, fermandosi su Patrick con la sua giacca da medico. «Penso di avere un infarto.» Portò la mano al petto e alla spalla.

      Sfortunatamente, Patrick aveva già visto a Dallas comportamenti e sintomi come quelli prima, e spesso anche. Ma solo una volta a Buffalo. Non sembrava stesse avendo un attacco di cuore. Era pronto a scommettere che avesse fatto abuso di metanfetamina. Entrambi, lei e l’escursionista. La sudorazione, l’iperattività di lui, il dolore al petto di lei erano spesso effetti collaterali dell’ansia indotta dalle anfetamine. Ma perché il guardacaccia era lì?

      «Sono Alan Turner», disse l’uomo a lui e a Wes, senza lasciare andare la donna.

      Wes si presentò.

      «Sono il dottor Flint. Piacere di conoscerla. Da dove vengono questi due?»

      «Stavano guidando a zig-zag sulla Red Grade vicino al loro campeggio. Ho deciso che avevano bisogno di un passaggio fino a qui, per ovvie ragioni.» I guardacaccia erano agenti delle forze dell’ordine a pieno titolo, con l’autorità di far rispettare tutte le leggi dello stato del Wyoming quando necessario, sebbene le leggi riguardanti la gestione della fauna selvatica e ittica fossero di loro speciale competenza.

      L’infermiera ritornò dopo aver sistemato il suo paziente.

      «Kim, puoi prendere i parametri vitali mentre Wes e io ci occupiamo di un paziente fuori?» Se Patrick aveva ragione che si trattasse solo di una questione di metanfetamina, non era niente che un paio di Valium non avrebbero messo a posto.

      Kim fece un cenno con la testa indicando la donna. «Da sola?»

      «Resterò io con lei», la rassicurò Alan.

      Kim annuì. «In tal caso, nessun problema.»

      «Non mi lasci, dottore», disse la donna. «Sto morendo.» Si strinse il petto.

      «Lei è in buone mani. Tornerò tra non molto.»

      Patrick si sbrigò a uscire con Wes.

      «Non sopporto di vedere casi di droga da queste parti», confessò al radiologo.

      «Sono molti di più ultimamente. Ne ho avuto qualcuno lo scorso fine settimana quando il dottor John era di guardia.»

      Il contrasto tra la notte tranquilla ─ accompagnata solo dal rumore delle ruote della macchina a raggi X portatile ─ e il dramma umano dentro l’ospedale, era netto. Patrick si fermò poco prima di arrivare al parcheggio.

      «Mi chiedo cosa stia succedendo. Speriamo che finisca con la stagione turistica.» Ma la stagione turistica si era conclusa con il Labor Day, che era stato qualche settimana prima. Tornò con la mente al cavallo. «Hai dato un’occhiata alla gamba di Mildred prima che arrivassi?»

      «Sì, l’ho fatto.»

      «Quanto è grave?»

      «Sentendola attraverso la pelle non sembra rotta, ma Miss Mildred sente male ed è nervosa. Piuttosto vicino all’articolazione del pastorale, ma penso che sia illesa. Sei fortunato, Doc. La prognosi per i cavalli che si rompono le articolazioni non è buona. Un bel po’ muoiono di sepsi articolare.»

      Non era una frattura composta, non era nell’articolazione. Nessuna ferita aperta, quindi nessuna infezione. Tutti aspetti positivi. Patrick non voleva che gli morisse un altro paziente di setticemia, nemmeno un cavallo. Soprattutto dopo aver perso per la prima volta in quel modo una paziente la settimana precedente. Bethany Jones, si chiamava. Se la sua famiglia non avesse aspettato a portarla all’ospedale fino a quando era prossima alla morte, Patrick avrebbe forse potuto salvarla. La gente del Wyoming aveva la tendenza a contare solo su se stessa. A volte un po’ troppo.

      «Bene.» Patrick riprese a camminare verso il trailer.

      Wes gli mise una mano sul braccio, fermandolo di nuovo. «Uno dei figli della Jones è passato questo pomeriggio. Voleva una copia del referto dell’autopsia di sua madre.»

      «Di nuovo, eh?» Patrick non li aveva incontrati, ma continuava a sentire i resoconti delle loro visite.

      «Sono sempre stati insistenti.»

      «Speriamo di ricevere presto il referto, così non avranno più motivo di presentarsi qui. Sono piuttosto ansioso di metterci le mani sopra io stesso.» Era difficile non sentirsi responsabile quando qualcuno gli moriva, che avesse senso o no.

      Wes lasciò il braccio di Patrick e i due uomini fecero il giro del trailer portandosi sul retro. Mildred ora era rivolta verso l’esterno e Tater le stava sussurrando all’orecchio. Quando li vide fece un cenno di saluto con il capo.

      «Darò a Mildred un antidolorifico prima di esaminarla e farle una radiografia alla zampa», spiegò Patrick.

      Entrò nel trailer, trovandosi con Tater e la sua cavalla. Mildred girò immediatamente le orecchie all’indietro e si mise a scalciare contro l’interno del rimorchio con gli zoccoli posteriori.

      «Buona, Mildred.» Patrick le si avvicinò. «Va tutto bene, ragazza.»

      «Forse dovremmo portarla fuori di qui, dottor Flint», suggerì Tater.

      «Buona idea.» Patrick aveva bisogno di spazio per muoversi.

      Tater tirò il nodo della lunghina di Mildred. «Diavolo. Ha tirato e l’ha stretto così tanto che non possiamo slegarla.»

      Patrick estrasse il suo coltello tascabile con la scritta segaossa e lo mostrò. «Sì?»

      «Sicuro. Io la tengo ferma e lei velocemente taglia la corda dove c’è il nodo. Sarà ancora lunga a sufficienza.»

      Patrick lo fece, poi rimise il coltello in tasca.

      Wes intervenne: «Con quel coltello di Minnie mica ci saresti riuscito, vero?»

      Patrick sorrise.

      Tater portò Mildred fuori dal trailer senza che si facesse ulteriormente male, grazie all’eccellente stecca che qualcuno le aveva fissato alla zampa. Poi legò la corda a un’assicella laterale. Patrick le si avvicinò di nuovo per farle una puntura sul collo. Il cavallo reagì fulmineo come un serpente a sonagli e affondò i denti nel suo petto.

      «Aah!» gridò. Si incurvò e piegò le ginocchia. «Figlia di un’esca di una poiana!»

      Tater colpì Mildred sul fianco, ma la puledra mantenne la presa per due atroci secondi prima di lasciar andare Patrick, che si allontanò rapidamente. L’animale agitò la coda.

      Wes incrociò le braccia. «Figlia di cosa?»

      Patrick non rispose. Si strofinò il petto. La pelle non si era rotta. Però il giorno dopo avrebbe avuto una bella irritazione.

      Tater accarezzò il naso della sua cavalla. «Scusi, dottor Flint. Mildred è un po’ irascibile.»

      Avrebbe voluto che Tater glielo avesse detto prima di arrivare a portata dei suoi denti.

      «E io che pensavo che tutti ti amassero, Doc», ironizzò Wes.

      Patrick gli lanciò un’occhiataccia. Chiese a Tater: «Hai mai fatto una puntura a un cavallo?»

      «Una o due volte.»

      Patrick gli porse la siringa. «Accomodati pure, allora.»

      Wes tossì nella propria mano, ma sembrava molto più una risata.

      Un rumore di passi affrettati e una voce senza fiato fecero trasalire Patrick. «Dottor Flint, abbiamo ricevuto una chiamata.» Era Kim. Kim non correva mai.

      «Cosa c’è?» Si allontanò da Mildred per tenere se stesso e Kim fuori portata.