Frammenti Di Cuore. Alyssa Rabil

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Название Frammenti Di Cuore
Автор произведения Alyssa Rabil
Жанр Современные любовные романы
Серия
Издательство Современные любовные романы
Год выпуска 0
isbn 9781802500424



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      “Aaron.”

      Alzò lo sguardo su Silas.

      “Non è stata colpa tua,” disse l'uomo. “Non mi hanno violentato. Sono stato meglio, questo è vero, ma sono solo ferite esterne, che guariranno in fretta. Non è stata colpa tua.”

      Aaron si allontanò un po' da lui. Era bello sentirsi dire che perlomeno qualcosa non era colpa sua… troppo bello. Non poteva rischiare di abituarsi, oppure avrebbe cercato l'assoluzione per tutti i suoi errori.

      “Non sei tu il responsabile di quello che è successo,” disse Silas con forza. “Lo capisci?”

      “Sì.”

      “Prima o poi mi spiegherai perché non indossi niente a parte una coperta?”

      Aaron si appoggiò contro lo schienale del divano. “Ho avuto una sorta di attacco nel parcheggio di un supermercato. Non lo so. È una cosa stupida. Semplicemente, non volevo più indossare quei vestiti.” Non aveva idea di quanti pezzi della storia Silas stesse riuscendo a mettere insieme. Aaron sapeva di non avergli fornito molto materiale su cui lavorare.

      Silas non curiosò oltre. Si stiracchiò e sbadigliò. “Non ho dormito molto stanotte. Mi rendo conto che tecnicamente è mattina, ma non ho un programma da rispettare. Direi che anche tu sia stanco?”

      Aaron annuì.

      “La mia camera da letto è un disastro, come avrai notato, ma il materasso è ancora in buone condizioni. Io userò il divano.”

      “Userò io il divano,” ribatté Aaron. “Sei messo peggio di me.”

       Dormiamo insieme. Lo abbiamo già fatto. Non deve essere per forza lui a proporlo.

      “Grazie, ma no. Anche se,” rifletté Silas, “il materasso gonfiabile potrebbe essere ancora tutto intero. Vado a controllare.” Si alzò, ondeggiò e poi barcollò lungo il corridoio. Tornò un attimo dopo portando con sé una pompa elettrica e un insieme di plastica sgonfia. “Io uso questo. Tu prendi il letto.”

      “Non è sicuro dormire qui,” gli fece notare Aaron. “Possiamo condividere la camera da letto. Non è un problema.”

      “Ti sentiresti a tuo agio?”

      “Non te lo avrei proposto se mi fossi sentito a disagio.”

      “Allora va bene.” Silas tornò in camera da letto.

      Aaron si concesse un momento per calmare l'improvvisa tensione nelle spalle e nello stomaco, poi lo seguì. Esaminò la porta della camera da letto. “Il legno è cavo,” disse.

      “È importante?”

      “È più facile da buttare giù.”

      “Non torneranno,” disse Silas. “E, se lo faranno, gli sparerò.” Fece un cenno in direzione della pistola posata sul pavimento lì vicino. Aaron non si era neanche accorto che l'avesse presa. “Dormirò tra te e la porta.”

      “Okay,” disse Aaron. “Io terrò d'occhio la finestra.”

      “Oppure potrei serrare la finestra, dormire tra te e la porta e lasciarti riposare in pace sapendo che siamo al sicuro.”

      “Non siamo al sicuro,” gli fece notare Aaron. “Siamo degli… obiettivi. E se questa casa è così sicura, come hanno fatto ad entrare?”

      “Oh,” fece Silas. “Capisco. Pensi che abbiano fatto irruzione qui dentro.”

      “Non è così?”

      “No, li ho fatti entrare.”

      “Perché cazzo avresti dovuto farlo?”

      “Perché non avevo niente da nascondere,” rispose tranquillamente. “Ed è stato divertente vedere Farley sbuffare e lanciare minacce ma andarsene comunque a mani vuote.”

      “Questo è…” iniziò Aaron. “Non lo so. È strano.”

      Silas si strinse nelle spalle e infilò la pompa elettrica nel materasso gonfiabile. Si avvicinò al comò mentre si gonfiava. Prese una manciata di vestiti e raccolse alcuni oggetti che erano stati gettati sul pavimento. Consegnò tutto ad Aaron. “Nel caso in cui tu voglia abbandonare quella coperta.”

      Afferrò altri vestiti dal pavimento e uscì dalla stanza, sicuramente, pensò Aaron, per dargli un po' di privacy mentre si cambiava. Per la seconda volta nel giro di poche ore, si infilò di nuovo i vestiti di Silas. Si sentiva più pulito, ma più stanco. Si tirò la sua coperta fino alle spalle. Quando Silas tornò, Aaron notò che aveva indossato un pigiama al posto dell'asciugamano.

      “Prendo io il materasso ad aria,” disse Aaron.

      “No.”

      “Sì. Ho visto i tuoi lividi. Le tue costole potrebbero essere rotte o incrinate. Non sono un medico, ma sono sicuro che ti abbiano colpito abbastanza forte.”

      “No,” ripeté Silas. “Inoltre, avrò una visuale migliore dal pavimento.” Fece un cenno verso la sua pistola. Si stese in fretta al centro del materasso gonfiabile, il cuscino infilato sotto la testa e il corpo coperto dal soffice piumino.

      “D'accordo,” sospirò Aaron. Chiuse la porta e girò la chiave nella serratura.

      “Apprezzo la tua preoccupazione,” disse Silas. “Ma sono io quello esperto di medicina. Sono abbastanza sicuro di sapere cos'è meglio per me stesso.”

      “Sei anche quello che tra i due ha uno strano desiderio di morte.”

      “Non ho nessun desiderio di morte.”

      “Certo, come no.” Aaron strisciò sul letto. Il materasso cedette leggermente sotto il suo peso.

      Silas si girò, dando le spalle ad Aaron. “Se ti svegli prima di me, questa volta preferirei che non te ne andassi senza farmelo sapere.”

      “Va bene.” Si sarebbe concesso un giorno per riposare, poi se ne sarebbe andato. Non poteva restare in città. Robert non glielo avrebbe permesso. Aveva solo bisogno di dormire e recuperare un po' di energie, a quel punto sarebbe stato pronto per partire.

      Si addormentò cercando di ricordare quanti soldi gli fossero rimasti nel conto in banca.

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