Название | Principi della conoscenza dell'interno e dell'esterno. |
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Автор произведения | Domenico Petrilli |
Жанр | Математика |
Серия | |
Издательство | Математика |
Год выпуска | 0 |
isbn | 9783969872772 |
deriva dalla opposizione io- spazio esterno ed addirittura come spazio interno-esterno. Trattasi di una distinzione non solo materialistica ma idealistica come dimostra l’inconscio, ovvero tutta la parte da scartare da sé e da non volere. Ciò nonostante vi sono qualità occulte che paralizzano la penetrabilità esaustiva delle caratteristiche essenziali, e dunque connotanti l’essenza o essere dei corpi in questione. Degli oggetti penetriamo aspetti evidenti che derivano e sono in relazione in primo luogo con la intensità della sensazione, che struttura la elettricità dei corpi. La possibilità di una attività razionale pura, che dal mio punto di vista determina e struttura la distinzione tra elaborazione ed elaborazione nel suo più alto grado, in un mondo in cui regna distinzione e materia non è con ciò esclusa e ad essa si riconnettono le tesi sulla spazialità delle idee, e il dato inconfutabile della incorporeità di Dio ,accennato sopra, e ciò è teologico, ossia riguarda la idea di Dio, ma è anche platonico. Ma anche la possibilità di attività razionale pura poggia sulla distinzione ed è data nel movimento coscienza ed autocoscienza che deriva dal potere immedesimativo e appropriativo della coscienza, e della autocoscienza, anche su loro stesse, come dimostra Hegel, ed in virtù della quale tesi l’idea diventa un prolungamento non separato ma in perenne contatto con l’organicità della psiche, l’idea diviene il parto della idea, la maieutica che è anche un dipartire, un allontanarsi, uno svilupparsi, un amarla, un narciso autoerotico. E con ciò si evince che sono per un prima e dopo, per un alfa ed un omega, per un linguaggio, ovvero per la vita, che comunque potrebbe permanere a non essere movimento. La scissione coscienza ed autocoscienza il cui prolungamento e appagamento come desiderio appropriativo è rappresentato dall’Ideale dell’io ,che determina la barra della costituzione del censore morale, un aspetto della barra al desiderio, si innesta proprio sulla base della molteplicità che deriva dalla opposizione coscienza - autocoscienza il cui reciproco rapportarsi hanno contribuito a determinare le tesi hegeliane sulla fusione o logica degli opposti, fusione perché tesi ed antitesi si fondono nella sintesi , si congiungono, procreano nel rispetto della barra del desiderio che si sostanzia nella Legge, che è molto altro ancora nei giochi di significante e significazione, un modo per raggiungere l’appagamento del desiderio nella contingenza materiale, mentre è diretto in senso materialistico (il censore morale) a dirigere la gestione dell’assorbimento del piacere, il controllo, e ciò dimostra la esistenza di una struttura dualistica da cui la molteplicità delle idee in questo caso deriva, ossia le ossessioni di Kierkegaard se elevate a potenza trovano collocazione e spiegano le fobie e i riti degli ossessivi . Il rapporto idea ,coscienza, e sentimento, implicano rapporti convergenti che non contestano la autonomia dei nomi quali espressione dei dati,ovvero meglio dei fenomeni presi in considerazione ,e che strutturano attraverso lo strutturare del binomio piacere-dolore, conformemente all’adattamento che è soggettivo, i fenomeni relativi sia all’operare conscio che inconscio del procedimento di elaborazione razionale. L’inconscio nel raggiungimento del piacere sfrutta anche l’illusione prodotta da una sensazione materialistica nella situazione di induzione in essa della attività cerebrale. L’induzione deve essere presa in considerazione rispetto al configurarsi e all’operare della rimozione. La materia ostacola dunque la affermazione e lo svolgimento di tale attività razionale pura che deve essere rinviata al tempo della vita dopo la morte, e che noi analizziamo senza possibilità di rilevare contraddizione nella tesi della spazialità delle idee che rimandano a concezioni platoniche e socratiche nella modalità di concepire il rapporto dualistico materia e spirito e che nascondono forti propensioni psichiatriche. Si ricordino le affermazioni sul corpo inteso come una prigione dell’anima che ritornano nella elaborazione del mito delle caverne e della morte del cigno platonici. Da altro punto di vista sembra che la dualità contraddistingua e connoti la esistenza nel senso che la coscienza pone la dualità nel contatto ,e nella relazione. Il rapporto percettivo è sempre duale, e forse addirittura plurimo come insegnano Leibnitz, Russell e Sartre come il meccanismo di induzione nella sensazione materialistica che esclude le altre, ovvero specificando ora questo secondo una meccanica che può dirigere anche il rivolgimento della vista come insegna Sartre con il principio di ricerca di qualcosa e di esclusione del differente dal ricercato mentre la induzione cerebrale ovvero la fissazione nella percezione della materia, od anche quel desiderio racchiuso nella traccia mnesica, eventualmente, escludono il resto, per godimento, per apprendere l’oggetto e tale esclusione svela il potere limitativo della fissazione, anche dell’ossessivo, l’ingorgo, in modo simile a quanto avviene utilmente nell’uso dei sensi, limitando alla materia