Название | Il Possesso Di Un Guardiano |
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Автор произведения | Amy Blankenship |
Жанр | Ужасы и Мистика |
Серия | |
Издательство | Ужасы и Мистика |
Год выпуска | 0 |
isbn | 9788835417507 |
Kyoko rivolse la sua attenzione all'apertura della grotta. Mentre l'interno della caverna era tutto illuminato, dall’altro lato sembrava terribilmente buio. Si avvicinò all'uscita, quasi spaventata da ciò che avrebbe trovato dall'altra parte.
Sentì la differenza di temperatura quando raggiunse l'apertura. Poteva persino percepire l’aria gelida che penetrava nella grotta e quasi desiderò il calore della pelliccia nera su cui prima era sdraiata. Guardandosi alle spalle, pensò di tornare indietro al calore, ma scacciò rapidamente quel pensiero.
"No!" si disse ostinatamente, massaggiandosi le braccia per tenerle al caldo. Era arrivata così lontano, non aveva intenzione di voltarsi e tornare indietro. Inoltre ... quella era la tana di Hyakuhei e sentirne il bisogno sarebbe stato un errore. Lui era il nemico!
Fece un altro passo e uscì dalla grotta, piombando in un buio senza fine. Kyoko alzò gli occhi e scorse un piccolo raggio di luce filtrare dall'alto. Ma la luce sembrava molto lontana. Tenendo gli occhi fissi su quella luce per orientarsi nel buio capì che doveva essere quasi l’alba.
Trattenendo a fatica un gemito, si chiese da quanto tempo si trovasse lì. Si morse il labbro, sperando di non aver dormito per giorni o qualcosa del genere. Il pensiero di essere sola a un miglio sotto terra la terrorizzava, e la possibilità che Hyakuhei fosse accanto a lei nei pressi le faceva accapponare la pelle per il terrore.
Pensò tra tra sé e sé: "Dovrò lottare contro di lui per impedirgli di gettarmi nel fuoco." Inspirando profondamente, cercò di calmarsi, sapendo di non avere altre alternative ... ma come faceva a tornare in superficie?
Kyoko fece un altro passo nell'oscurità, sperando di scorgere qualcosa, e quello che vide le tolse il fiato. Non riuscì nemmeno a urlare. Non c'era pavimento sotto i suoi piedi! Perse l’equilibrio e cominciò a cadere: senza cacciare un urlo, vide il piccolo raggio di luce su cui aveva posato gli occhi allontanarsi rapidamente e scomparire.
Chiudendo gli occhi, Kyoko si aspettò l’impatto, bramando disperatamente la luce mentre precipitava. Dall'oscurità, calde braccia l’avvolsero per rallentare la sua caduta. Non le importava chi fosse, l’importante era dare fine a quella caduta che sembrava non finire mai. Gridò, e il suono soffocato rimbalzò sui muri di pietra che aveva intorno, mentre si aggrappava saldamente alle spalle muscolose che ora la tenevano: si sentì invadere dal panico, pensando che era stata a un passo dalla morte.
Sentì il calore delle possenti braccia che la tenevano al sicuro, e il contatto con un ampio petto muscoloso. Percepì qualcosa che le sembrarono morbide ali, ed ebbe la sensazione di alzarsi in volo. Capì che la stavano riportando nella caverna da dove era caduta e combatté l’impulso di aggrapparsi con forza al corpo che la teneva. Si concentrò sui muri di pietra, che le apparivano sempre più nitidi a mano a mano che risaliva.
Quando tornò alla luce, Kyoko era troppo spaventata per alzare lo sguardo, intuendo chi era stato a salvarla, ma alla fine la sua innata curiosità la spinse a fissare con gli occhi color smeraldo il suo salvatore. Tremò, quando vide confermarsi le sue paure, e si trovò davanti quel viso perfetto incorniciato da lunghi capelli scuri che sembravano ondeggiare al vento. Se il male aveva un nome…quella era la sua incarnazione perfetta.
"Hyakuhei…" mormorò, e la sua voce era densa di paura e gratitudine allo stesso tempo. Era certo colpa sua se si trovava lì, ... eppure lui l’aveva salvata quando era caduta nel vuoto. Perché l'aveva fatto? Che mistero celava quel demone? Una leggera brezza la investì sulla schiena, e lei si rese conto di essere tornata alla grotta. A che profondità era caduta, se il volo era durato così tanto?
Rimase in silenzio anche quando i suoi piedi toccarono il suolo e lui la riportò al suo giaciglio di pelliccia, ora più simile a un talamo nuziale che a un sudario di pelle nera. Hyakuhei le si sedette di fronte.
I nervi di Kyoko erano tesi come corde di violino. A nulla giovava il fatto che il guardiano sembrasse non guardarla, immerso com’era nei suoi pensieri. Si morse il labbro, sapendo che era inutile cercare di fuggire da lui.
Lo fissò, provando a studiarlo. Se non avesse saputo quanto era malvagio, lo avrebbe trovato incredibilmente bello, quasi quanto Kyou ... anche se Kyou non era scuro come lui. Sembravano l’uno il negativo dell’altro: quanto Kyou era chiaro tanto Hyakuhei era scuro. Quanto Kyou era benefico, tanto Hyakuhei era malefico. Entrambi godevano dello stesso immane potere e un solo loro sguardo era in grado di uccidere…un destino forse migliore per l’eventuale vittima, piuttosto che rimanere soggiogata dalla loro fatale bellezza.
Decise di non mostrare paura, davanti al suo nemico. Provò a calmarsi, alzò il mento verso di lui con aria di sfida e lo guardò fisso negli occhi. "Non ho più il cristallo, con me; quindi perché mi hai portato qui?" Era contenta che la sua voce suonasse ferma e decisa, e si sentì meno impaurita.
Hyakuhei ignorò la sua domanda, limitandosi a fissarla a sua volta. Quella ragazza era decisamente interessante. Sapeva che aveva un grande potere, ma lei ne era completamente all’oscuro. Non si era nemmeno accorta che la sua caduta aveva cominciato a rallentare già prima che lui la prendesse tra le braccia. Anche se non l’avesse salvata, sarebbe atterrata dolcemente in pedi senza farsi un graffio.
Il suo potere era cresciuto, dall'ultima volta che si erano trovati faccia a faccia. Questa volta trovare il Cuore di Cristallo Protettore sarebbe stato più facile, perché sarebbe stata proprio lei ad aiutarlo a trovare i frammenti. In passato si era sentito erroneamente ossessionato solo dalla loro ricerca. Adesso voleva entrambi: il cristallo e…la sacerdotessa.
"Perché mi temi?" le sussurrò dolcemente Hyakuhei, alzando una mano a carezzarle la guancia, e rimase sorpreso quando lei sussultò appena. Voleva convincerlo di non aver paura di lui, ma non si rendeva conto che lui poteva percepire il suo terrore solo toccandola. Aveva ragione ad essere così spaventata, ma lui le avrebbe fatto dimenticare la paura.
Attraverso il contatto con la sua pelle ed eccitato da quegli occhi spalancati che fissavano i suoi, Hyakuhei entrò nella mente di Kyoko, infondendole una sensazione di conforto e sicurezza. Le aveva già lanciato degli incantesimi, prima, ma lei era sempre riuscita ad infrangerli. Questa volta le avrebbe lanciato un sortilegio che non l’avrebbe fatta sentire prigioniera e non l’avrebbe stimolata a lottare contro di lui. Se avesse voluto liberarsi, lei ci sarebbe riuscita comunque, data l’immensità del potere di cui era ignara. L’affascinò con l’ombra di un demone vampiro che aveva recentemente inglobato nella sua anima.
Gli angoli delle sue labbra sensuali si sollevarono in un accenno di sorriso, al vederla quasi incuriosita da ciò che le stava facendo. Ogni residuo di paura scomparve dalla mente di Kyoko.
Avrebbe dovuto saperlo, che era meglio non lasciarsi toccare da Hyakuheii, ma non si era sottratta al suo tocco perché voleva dimostragli di non avere paura. Tuttavia, dopo quella carezza, il cuore cominciò a rimbombarle nelle orecchie e si sentì strana... Si aspettava che lui la ferisse o la imprigionasse…ma non era affatto questo che lui le stava facendo… Nel suo cuore si fece strada una sensazione di calore, e si sentì pervadere dal sonno. Lasciò che lui le continuasse a carezzarle la guancia e chiuse gli occhi.
“Hyakuhei…” sussurrò, felice di non essere più sola in quella caverna.
Vedendo che stava per addormentarsi, lui le si avvicinò e l’adagiò delicatamente sulla morbida pelliccia scura. Salì sul suo corpo addormentato, le si mise a cavalcioni, rimanendo a contemplare la bellissima ragazza prigioniera sotto di lui.
"Sono io l’uomo che amerai, Kyoko ... il mio tocco, la mia voce ... i miei baci." Abbassò le labbra sulle sue mentre lei era ancora inerme... Stanotte avrebbe lasciato che il suo corpo rimanesse addormentato, ma sarebbe penetrato con violenza nella sua mente per rafforzare il legame che stava nascendo tra loro…che l’avrebbe resa sua schiava. L'avrebbe indotta a desiderarlo fino al punto di soffrire tremendamente della sua mancanza, così non avrebbe avuto altra scelta che cercarlo e implorargli di farla sua.