Название | Le Follie Di Olivia |
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Автор произведения | Amanda Mariel |
Жанр | Исторические любовные романы |
Серия | |
Издательство | Исторические любовные романы |
Год выпуска | 0 |
isbn | 9788893988667 |
Madame Zeta esaminò il palmo di Olivia, poi fece passare un dito scuro sulle linee della pelle di Olivia. Le provocò un lieve solletico, ma Olivia rimase ferma e tranquilla.
“La vostra strada è molto ben delineata, ma non al punto di non potere essere alterata.” Madame Zeta continuava a fissare il palmo di Olivia mentre parlava. “Abbiamo tutti un cammino da percorrere. Il cammino della vita. Qualsiasi cosa succeda, ci mantiene saldi.”
Olivia si mordicchiò il labbro inferiore, aspettando che la donna dicesse di più.
“State affrontando un crocevia.” Madame Zeta fissò Olivia negli occhi.
Olivia deglutì nonostante la gola secca. “Sì.”
“E’ una questione di cuore”, disse Madame Zeta, con uno sguardo d’intesa.
Olivia non poté fare altro che annuire e continuare a fissare quella donna intrigante.
Madame Zeta avvolse la mano di Olivia tra le proprie dita e la strinse lievemente. “L’amore arriverà sulle ali della follia. La scelta che farete influenzerà il vostro destino, bambina mia. Non prendete decisioni affrettate.”
Olivia la guardò, cercando di decifrare il significato delle parole della donna, ma per lei erano semplicemente senza senso. Emanò un respiro profondo e chiese, “Cosa significa? Cosa devo fare?”
Madame Zeta lasciò la mano ed Olivia fu assalita da un gelo improvviso. “Questo dovete deciderlo voi.”
“Ma…”
Madame Zeta scosse la testa, alzandosi. “Nessun altro può compiere il vostro cammino, bambina.”
Olivia continuava a guardarla, mentre mille domande le risuonavano in testa. Sicuramente la donna poteva dirle di più. Poteva darle qualche linea guida. “Per favore”, chiese Olivia con un tono più disperato di quanto intendesse.
“Non posso predire di più, bimba.”
Emma si alzò e afferrò Olivia per il braccio, stringendolo lievemente. “Andiamo.”
“Certamente.” Juliet balzò in piedi con un ampio sorriso.
Olivia si alzò per raggiungerle, quindi lasciò il carro con il cuore pesante. Le parole di Madame Zeta erano un enigma e lei non sapeva proprio come risolverlo, ma doveva farlo comunque.
Capitolo 2
William Breckneridge, Duca di Thorne, oziava vicino ad una porta finestra nella biblioteca del Marchese di Pemberton, aspettando di incontrare il lord. Tenendo lo sguardo fisso verso la porta, si sistemò il cravattino.
Cosa diamine stava trattenendo quell’uomo? William era stato fatto entrare nella biblioteca al suo arrivo ed aspettava con ansia l’udienza. Erano passati più di venti minuti e lui detestava aspettare.
William si alzò e rivolse gli occhi fuori dalla finestra, chiedendosi per quanto tempo Pemberton lo avrebbe tenuto in sospeso. Si strofinò la mano sulla mascella, riflettendo.
Dopo un’assenza di quindici anni, William non riteneva di potere lamentarsi se il marchese metteva troppo tempo a presentarsi. La pazienza è una virtù, ricordò a se stesso. Un cliché, ma pur sempre vero.
Traendo un sospiro, William rivolse i propri pensieri al motivo per cui era lì. Non poteva fare a meno di meravigliarsi del fatto di essere venuto a cercare la sua sposa, alla fine. Certamente, aveva sempre saputo che si sarebbe sposato. In quanto duca, era suo dovere farlo. Ma non aveva avuto fretta di realizzarlo. Piuttosto era risentito perché la sua vita era stata programmata.
Ma ora tutto era cambiato. William aveva bisogno di reclamare la futura moglie con tutta la fretta necessaria e sperava solo che Pemberton la pensasse come lui. Che quell’uomo gli concedesse sua figlia ed onorasse i loro accordi senza problemi. William avrebbe potuto biasimarlo, se avesse rifiutato?
E quella donna?
Certamente Lady Olivia non avrebbe posto obiezioni, perché quale donna non sognava il proprio matrimonio? Probabilmente aveva trascorso la maggior parte della vita sperando che lui arrivasse ed aspettando di potere chiamarsi duchessa. Dopotutto, loro due erano stati promessi fin da bambini. Le loro vite erano state programmate e presentate loro su un vassoio d’argento.
William aveva detestato per molto tempo il fatto di dover prendere quella ragazza scialba in moglie, ed aveva fatto di tutto per opporre resistenza e rimandare. Strano che ora si trovasse ad essere grato per l’accordo.
Aveva perso i genitori e, con tre sorelle delle quali occuparsi, aveva disperatamente bisogno dei consigli di una donna. Una moglie bell’e pronta avrebbe soddisfatto le sue necessità. Salvarlo da ciò che lo attendeva.
Sentì un brivido di repulsione attraversargli il corpo. Non riusciva ad immaginarsi mentre accompagnava le sue sorelle ad innumerevoli balli, serate, concerti, ecc. Si sentiva incapace di controllarle e guidarle.
Avrebbe preferito l’inferno.
Tuttavia, le sue preoccupazioni non iniziavano e terminavano con gli aspetti mondani dell’entrata in società delle sorelle. No, erano molto più profonde. Le sue sorelle avevano bisogno di una figura materna per guidarle e controllare che avessero tutto il necessario per delle giovani aristocratiche. Qualcuno che le mantenesse sulla retta via. Una lady da prendere come esempio. Una che si preoccupasse di loro.
L’immagine di una giovane lady attirò l’attenzione di William, che attraversò la stanza per avere un miglior punto di osservazione. Alla parete, in una grande cornice dorata, era appeso il ritratto di Lady Olivia. Doveva avere circa dieci anni, ed era proprio come la ricordava. Allampanata, con le trecce ed un corpo lungo e piatto.
Sperava disperatamente che avesse messo su qualche curva.
Ad ogni modo, Lady Olivia sarebbe servita ai suoi scopi, come qualsiasi nobildonna.
E la cosa più importante era che non avrebbe perso tempo a corteggiarla- non aveva bisogno di farle la corte- sarebbe stata una questione rapida e semplice. Avrebbe fatto il proprio dovere, poi avrebbe portato la moglie a casa per badare alle sue sorelle e dirigere la residenza. In cambio, Lady Olivia avrebbe ottenuto il titolo di duchessa ed il controllo delle sue proprietà. Dopo avergli assicurato un erede, avrebbe avuto tutta la libertà possibile.
“Vostra Grazia.” Lord Pemberton entrò nella stanza e fece un inchino.
William ricambiò il saluto, incoraggiato dal sorriso cordiale che si rifletteva sul volto di Pemberton. Sembrava che il suo futuro suocero non gli tenesse il broncio.
William sorrise all’altro uomo, prima di dire, “Immagino che sappiate perché sono venuto.”
“Certamente. La vostra lettera è arrivata sana e salva e noi non vedevamo l’ora che le nostre famiglie si unissero.” Pemberton si avvicinò alla scrivania e fece un cenno verso una sedia di velluto di fronte ad essa. “Prego, accomodatevi.”
William si sedette, poi accettò un bicchiere di brandy. “Lady Olivia ci raggiungerà?”
“Ah, sì. Mia moglie è andata a prenderla.” Pemberton frugò tra alcuni documenti sulla scrivania. “Nel frattempo desideravate controllare il contratto di matrimonio?”
“Non ne ho bisogno.” William aveva letto quella benedetta cosa migliaia di volte dalla sua stipulazione. Prima della morte dei genitori, loro gli avevano spesso ricordato il suo dovere e lo avevano spronato a pensare al matrimonio. Provò una fitta di rimpianto. Avrebbe dovuto rendere onore ai loro desideri quando erano ancora in vita. Aggiunse, “Conosco bene i suoi contenuti e non vedo ragione di alterarne i termini.”
“Ho delle obiezioni.” Una voce femminile squillò da qualche parte dietro di lui e William si voltò per vedere una bellezza dai capelli neri, in piedi vicino ad una donna più anziana ma altrettanto