Название | Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 4 |
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Автор произведения | Edward Gibbon |
Жанр | Зарубежная классика |
Серия | |
Издательство | Зарубежная классика |
Год выпуска | 0 |
isbn |
A. D. 355
Ma la voce della ragione (se pur la ragione era veramente dalla parte d'Atanasio) fu soppressa dai clamori d'un fazioso e venale partito; e non si sciolsero i Concilj d'Arles e di Milano, finattantochè l'Arcivescovo di Alessandria non fu solennemente condannato e deposto dal giudizio della Chiesa Occidentale non meno che dell'Orientale. A' Vescovi, che opposti s'erano alla sentenza, fu richiesta di sottoscriverla, e di unirsi con religiosa comunione a' sospetti Capi della parte contraria. Fu mandata, per mezzo de' nunzi pubblici, una formola di consenso a' Vescovi assenti; e tutti quelli che ricusarono di sottometter la privata loro opinione alla pubblica ed inspirata sapienza dei Concilj d'Arles e di Milano, furono immediatamente banditi dall'Imperatore, che affettava d'eseguire i decreti della Chiesa Cattolica. Fra que' Prelati, che conducevan l'onorevol drappello dei confessori e degli esuli, meritan d'essere particolarmente distinti Liberio di Roma, Osio di Cordova, Paolino di Treveri, Dionisio di Milano, Eusebio di Vercelli, Lucifero di Cagliari, ed Ilario di Poitiers. L'eminente posto di Liberio, che governava la Capital dell'Impero, ed il merito personale e la lunga esperienza del venerabile Osio, che si rispettava come il favorito del Gran Costantino ed il padre della fede Nicena, ponevano questi due Prelati alla testa della Chiesa Latina, ed il loro esempio di sommissione e di resistenza si sarebbe probabilmente imitato dalla turba de' Vescovi. Ma i replicati sforzi dell'Imperatore per sedurre o per intimorire i Vescovi di Roma e di Cordova riuscirono per qualche tempo inefficaci. Lo Spagnuolo si dichiarò pronto a soffrire sotto Costanzo, come sessant'anni avanti aveva sofferto sotto Massimiano suo avo. Il Romano sostenne in presenza del Principe l'innocenza d'Atanasio e la propria sua libertà. Quando fu mandato in esilio a Berea nella Tracia, rimandò indietro una grossa somma, che gli era stata offerta per le spese del viaggio; ed insultò la Corte di Milano con l'orgogliosa riflessione, che l'Imperatore ed i suoi Eunuchi potevano aver bisogno di quell'oro per pagare i loro soldati, ed i loro Vescovi258. Lo fermezza però di Liberio e d'Osio finalmente fu superata da' travagli dell'esilio e del confino. Il Pontefice Romano comprò il suo ritorno a prezzo di alcune ree condiscendenze, e dopo espiò con opportuna penitenza la propria colpa. S'impiegarono la persuasione e la violenza per estorcere la ripugnante soscrizione del decrepito Vescovo di Cordova, di cui s'opprimeva la forza, e di cui erano probabilmente indebolite le facoltà dal peso di cent'anni; e l'insolente trionfo degli Arriani provocò alcuni della parte ortodossa a trattare con inumano rigore il carattere, o piuttosto la memoria di un infelice vecchio, agli antichi servigi del quale tanto doveva il Cristianesimo stesso259.
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Si è diligentemente discussa la data delle Istituzioni Divine di Lattanzio; vi si sono scoperte difficoltà; si sono proposti mezzi per iscioglierle; e si è finalmente immaginato l'espediente di supporne due edizioni originali, la prima pubblicata nel tempo della persecuzione di Diocleziano, l'altra sotto quella di Licinio. Vedi Dufresnoy Praef. p. 5. Tillemont Mem. Eccl. Tom. VI p. 465-470. Lardner Credibilità ec. P. II Vol. VII, p. 78-86. Quanto a me io sono quasi convinto, che Lattanzio dedicasse le sue Istituzioni al Sovrano della Gallia nel tempo in cui Galerio, Massimino, e Licinio stesso perseguitavano i Cristiani, cioè fra gli anni 306 e 311.
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Lactant. Divin Inst. l. I. VII. 27. Veramente il primo ed il più importante di questi passi manca in 28 manoscritti; ma si trova in altri 19. Se vogliam ponderare il merito di questi manoscritti paragonati fra loro, può allegarsene, in favor di quel passo, uno della libreria del Re di Fr
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Si è diligentemente discussa la data delle
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Lactant.
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Gli onori, i presenti, i conviti, che sedussero tanti Vescovi, vengono con indegnazione mentovati da quelli che troppo eran puri o troppo superbi per non accettarli. «Noi combattiamo (dice Ilario di Poitiers) contro l'anticristo Costanzo, che invece di battere il dorso, solletica il ventre»
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Si dice qualche cosa di tale opposizione da Ammiano (XV. 7.) che aveva una cognizione molto oscura o superficiale dell'Istoria Ecclesiastica:
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Più propriamente però dalla parte ortodossa del Concilio Sardicense. Se i Vescovi di ambe le parti avessero secondo le regole reso i voti, la differenza sarebbe stata da 94 a 76. Il Tillemont (vedi Tom. VIII. pag. 1147. 1158.) giustamente si maraviglia che sì piccola superiorità procedesse con tanto vigore contro gli avversarj, il Capo dei quali immediatamente fu deposto.
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Sulpic. Sever.
258
Ammiano XV. 5. fa menzione dell'esilio di Liberio. Vedi Teodoreto l. II. c. 16. Atanas. T. I. p. 834. 837. Ilar.
259
Si è compilata la vita d'Osio dal Tillemont (T. VII. p. 524-561), che ne' termini più stravaganti a principio ammira, e quindi condanna il Vescovo di Cordova. Fra le querele d'Atanasio e d'Ilario intorno alla sua caduta, può distinguersi la prudenza del primo dal cieco e sfrenato zelo del secondo.