Название | Nemmeno un bacio: Dramma in tre atti e un epilogo |
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Автор произведения | Bracco Roberto |
Жанр | Зарубежная драматургия |
Серия | |
Издательство | Зарубежная драматургия |
Год выпуска | 0 |
isbn |
(tra sè – dandosi rabbiosamente un pugno al petto) Con venti anni di meno, forse non tremerei!
SCENA SESTA
(entra dal fondo, frettolosamente, strisciando riverenze) Riverisco, signor Corrado. Servo suo. Riverisco. (È un prete alto, dalla testa piccola, dalle spalle strette, e disarmonicamente fornito di una abbondantissima pancia, d'una grossa pappagorgia e d'un lungo naso che gli s'inarca sulla bocca. Pancia, pappagorgia e naso paiono posticci, quasi estranei a quella sua figura di spilungone. Egli parla rapidamente, accompagnando le parole con molti gesti analoghi, e si muove e cammina con la sveltezza d'una persona magra. Indossa una zimarra leggera, sotto cui, a ogni suo movimento, il pancione tremola, come una enorme palla gelatinosa.)
(freddo) Buongiorno, professor Tabarra.
Un po' caldo, oggi, per chi ha fretta. Son venuto di corsa. (Soffiandosi col cappelletto rotondo) Otto minuti di ritardo! Dico otto, saranno sette. Ma son troppi ugualmente! Son troppi ugualmente! (Chiamando una volta a destra, una volta a sinistra) Enrico!.. Enricuccio!.. (Poi, di nuovo, a Corrado) Meno di un'ora per una lezione! Come si fa? Come si fa, ottimo signor Corrado? La materia è ampia, gli esami si avvicinano, Enricuccio è fuori di seminario, e temo che si sbandi, che si sbandi! Ha avuto il permesso per malattia… Uhm! Uhm! Malato di pigrizia, starei per dire. (Chiama una volta a destra, una volta a sinistra) Enrico!.. Enricuccio!
Potrebbe darsi che non si senta nato per la vita che gli si è voluta tracciare.
Ah, no! Ah, no! Ah, no! La stoffa c'è, ottimo signor Corrado. La stoffa c'è. Natura spirituale, natura ascetica! Tal e quale suo padre.
(con un piccolo soprassalto) Cosa?!..
Asceta vero, asceta puro, asceta purissimo quell'ottimo amico mio, rapito immaturamente alla devota prole e alla fedele consorte! Marito non infecondo per doverosa osservanza del settimo sacramento, ma dentro di lui!.. l'asceta c'era, l'asceta c'era. E ne aveva tutta l'infinita bontà. (Estasiandosi) Era buono! Era buono! Era buono!
(rientrando) Chi era buono tre volte, professore?
(con un profondo inchino d'ossequio) Suo marito, signora.
Lasciatelo in pace dove si trova, quel poveretto.
Spiegavo all'ottimo signor Corrado l'affinità ereditaria tra Enricuccio e l'ottimo defunto.
Bravo!.. Un pensiero felicissimo! (Per deviare) Intanto, Enrico non sa che siete qui. (Chiamando forte) Enrico!.. C'è il professor Tabarra. Vieni subito.
Sì, mamma.
Vi raccomando, Don Giacinto: non troppo rigore. Quel ragazzo ha tanto bisogno di riposo!
Rigore, no. Rigore, no. E, col degno figlio di Don Ubaldo Carmineti, sarebbe superfluo. Ma sa, mia ottima signora, mia eccellentissima signora: teologia!.. Materia ampia!
Restringetela voi un poco.
(che è già presso l'uscio in fondo, aspettando e sbuffando) Gliela dia in pillole.
(raggiungendolo) Voi siete pregato di tacere. Eretico! (Indi, voltandosi) Restate a colazione con noi, professore, se non avete altri impegni. (Via per il parco, seguìta da Corrado.)
(andando fino alla soglia, striscia riverenze su riverenze) Grazie distinte, mia ottima signora! Invito graditissimo. Profitterò. Grazie distinte! Grazie distinte!
SCENA SETTIMA
(entra, recando, con ostentazione, i suoi grossi libri. È pallidetto, d'un pallore di noia e di svogliatezza mal superata. Si avanza mentre Don Giacinto si sprofonda ancora in inchini sulla soglia.) Sono qua, professore. (A traverso il suo contegno reverente e untuoso traspare una certa vivacità contenuta.)
(girando su sè stesso) Finalmente, vi siete compiaciuto!
(fa per baciargli la mano.)
(la ritira con modestia) Meno baciamani, e più studio, figliuolo! Svelto sveltino, al lavoro, al lavoro! (Gli prende i libri e li depone sul tavolino.)
… E la mamma?
L'ottima signora mamma è uscita in questo momento con l'ottimo signor Corrado.
(correndo verso il parco) Mamma! Mamma!..
(correndo dietro di lui e afferrandolo per la sottana) Ma dove andate, adesso?
La mamma mi aveva promesso di raccomandarvi…
(tenendolo pel braccio e avvicinandolo al tavolino) So bene. So bene. So benissimo. Avete bisogno di riposo. Mettetevi a sedere, e riposatevi. Parlerò io, lavorerò io, mi affaticherò io. Ma poi sarete bocciato voi.
(con umiltà artificiosa) È interesse mio, professore, di sbrigarmi. Non vedo l'ora di dedicarmi alla missione che m'è stata assegnata.
(soddisfatto) Questo è parlar da senno, questo è parlar da senno. Concentriamoci, dunque, mio ottimo Enricuccio, e procediamo.
(Siedono, dirimpetto, presso il tavolino.)
(si concentra.)
Continueremo, oggi, a lumeggiare il concetto substanziale del razionalismo e dell'idealismo nella dottrina di San Tommaso, che sarà sempre la nostra guida superna nell'immensurabile cammino che dobbiamo percorrere. Dicemmo ieri ciò che, per Lui, sono le «idee». Idea in Deo nihil aliud est quam Dei essentia. Ma… a questo punto soffermiamoci per non incorrere nelle confusioni del vulgo. Per hoc excluditur quorundam error qui dicebant omnia ex simplici divina voluntate pendere absque aliqua ratione. È chiaro?
(che non ha capito nulla) … Non molto.
(paziente – con una intenzione che vorrebbe essere persuasiva) Voluntas intellectum sequitur. Bonitatem suam ex necessitate…
(animandosi a un tratto e spezzandogli la frase) Un'automobile, professore!..
(Si ode, infatti, di lontano, il fragore d'un'automobile a tutta velocità.)
Cerchiamo di non distrarci, figliuolo! Bonitatem suam…
(tendendo gli orecchi) Si sta fermando!
Lasciatelo fermare. Non m'interrompete. Bonitatem suam…
Pare che si fermi dal lato superiore della villa. Chi sarà?
Che volete che ne sappia, io?
Ecco: avete sentito?.. S'è fermata. (Scatta in piedi.)
(grida) Ma state cheto, Enricuccio!
Vado a vedere dal terrazzino.
Io vi proibisco di muovervi!
Non arriva mai nessuna automobile fin qui. Un po' di curiosità, professore! (Salta via, precipitosamente, per la porta a sinistra.)