Maternità: Dramma in quattro atti. Bracco Roberto

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Название Maternità: Dramma in quattro atti
Автор произведения Bracco Roberto
Жанр Зарубежная драматургия
Серия
Издательство Зарубежная драматургия
Год выпуска 0
isbn



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E non c'è altro.

Maurizio

      Tutto questo, marchesa, è d'una solennità che m'impensierisce, che mi sconvolge.

Claudia

      Io vi assicuro, mio buon Maurizio, che, mentre vi parlo, nessuna donna è più felice di me.

Maurizio

      Io parteciperei volentieri alla vostra felicità se mi fosse consentito di non trovarmi qui, vicino a voi.

Claudia

      Credete dunque proprio che stia per cascare il mondo?

Maurizio

      Il mondo, no; ma una tegola sul mio capo, sì. Io ne ho il presentimento.

Claudia

      (alzandosi) Guardatemi in faccia e avrete invece il presentimento più lieto che si possa avere.

Maurizio

      Ma è permesso almeno di saper la ragione della vostra insuperabile felicità?

Claudia

      (con gli occhi pieni di luce) Una ragione grande grande grande!

Maurizio

      Che non volete dirmi?

Claudia

      Ve la dirà lui, non dubitate.

Maurizio

      (sobbalzando) A proposito!.. Egli può capitarci addosso da un momento all'altro. Entra, spesso, senza farsi annunziare. Per carità, marchesa, non ci lasciamo sorprendere! Avete definitivamente deciso di aspettarlo?

Claudia

      Ne dubitate ancora?

Maurizio

      Ebbene, se siete irremovibile, nascondetevi subito, e che Dio mi protegga!

Claudia

      … Dove mi nasconderò?

Maurizio

      (indicando l'uscio laterale) Qui, qui…

Claudia

      (prima di aprire, maliziosamente) Che camera è questa?

Maurizio

      (imbarazzatissimo) Marchesa, è la mia camera… da letto. Ne sono dolente, ma è così. È la sola che sia attigua al mio salotto.

Claudia

      Meglio! È la camera più compromettente. Ciò mi garantisce la vostra complicità. (Apre. Guarda.) Camera da letto, per due?

Maurizio

      Io… di notte… ho l'abitudine di…

Claudia

      Di raddoppiarvi?

Maurizio

      Press'a poco, marchesa.

Claudia

      Meraviglioso!

Maurizio

      Mah!

Claudia

      (uscendo) Vi raccomando, Maurizio. Lasciatelo parlare.

Maurizio

      Io ne piglio una malattia!

Claudia

      (chiude.)

      SCENA IV

MAURIZIO, DECIO, indi ALFREDOMaurizio

      (in grande orgasmo, tocca, due, tre, quattro volte urgentemente, il bottone del campanello elettrico.)

Decio

      (entrando, assume il suo aspetto di servo esperto.)

Maurizio

      Decio… la signora di poco fa se n'è andata.

Decio

      Diciamo così, la seconda signora.

Maurizio

      La seconda signora.

Decio

      Io, non l'ho vista uscire.

Maurizio

      Perchè sei uno stordito. (Martellando le parole) Se ne è andata!

Decio

      (ride) Eh eh eh!

Maurizio

      Non ridere quando ti do degli ordini.

Decio

      Se ne è andata.

Maurizio

      Se viene il marchese di Montefranco, può entrare liberamente come al solito.

Decio

      Il marchese è venuto un minuto fa.

Maurizio

      (spaventato) Santi numi! E che gli hai detto?

Decio

      L'ho pregato di aspettare un momento.

Maurizio

      Non gli hai detto altro?

Decio

      Non una parola di più. Conosco i miei doveri.

Maurizio

      Va! Presto! Chiamalo! Presto, Decio! Muoviti! Muoviti!

Decio

      (esce correndo.)

Maurizio

      Io ne piglio una malattia!

Alfredo

      (entrando) Come?!.. Sei solo?

Maurizio

      O perchè non dovrei essere solo?

Alfredo

      Il tuo servo mi ha fatto aspettare.

Maurizio

      Ti domando mille scuse. È stato un equivoco.

Alfredo

      Egli aveva una certa faccia!

Maurizio

      (accalorandosi) Ma che faccia si è permesso di avere quell'animale!?

Alfredo

      La faccia del servo di un padrone che è in buona compagnia.

Maurizio

      Io mi meraviglio di te che stai a guardare la faccia del mio servo! Quell'uomo è un bugiardo.

Alfredo

      Se non ha parlato!

Maurizio

      È un bugiardo sopra tutto quando tace. Io non ero nè in buona nè in cattiva compagnia. E ti prego di credermi. Domando e dico: perchè non dovrei essere solo?

Alfredo

      Ma finiscila. Avevo creduto che non ti fossi ancora liberato dalla piccola Olga.

Maurizio

      (rasserenandosi) Ah! Dalla piccola Olga?.. Difatti…

Alfredo

      Ma guarda che gesuita! Ci scommetto che per non farmela incontrare l'hai mandata via, alla chetichella, per la porta di servizio!

Maurizio

      È probabile.

Alfredo

      Come se io poi non fossi al corrente di tutto! Era… il primo turno del nuovo abbonamento. Lunedì, mercoledì e venerdì. Oh! Hai fatto un buon contratto. Olghina è un'oca, ma ha delle attrattive. Poco sfruttata, salute eccellente…

Maurizio

      Ottima salute, questo sì.

Alfredo

      Ieri sera mi fece ridere tanto Elvira Melfi, con cui Olghina si era consigliata. Già, il salotto della Melfi, è diventato divertentissimo: una specie di Borsa in cui…

Maurizio

      (dando un'occhiata alla porta a destra e interrompendo vivamente) Hai visto il risultato della gara Parigi-Vienna? Il trionfo delle Mercedes! Ma le Panhard si sono battute bene! Io, per me, sono sempre per le Panhard. È vero che non possederò mai un'automobile, perchè l'automobile è decisamente il meno igienico dei veicoli. Chi ci sta dentro non ha come respirare. Chi non ci sta dentro ne è investito. L'uno crepa d'asfissia, l'altro si rompe la nuca, quando non se la rompono l'uno e l'altro. Tutto ciò non è igienico… Ma non importa. Io sono per le Panhard. Se mi si condanna ad andare in un'automobile, io vado in una Panhard. È inutile! La sento così. Le corse non provano niente. Mi dirai: la velocità. Per conto mio, potrei rispondere: io della velocità me ne impipo. Ma comprendo che i miei gusti non fanno legge! E neppure l'igiene fa legge! La migliore igiene, del resto, è quella di scomodarsi il meno possibile. La questione della velocità è ritenuta di primaria importanza? Ebbene, ragioniamone un po'!..

Alfredo

      Ma che diamine hai con le automobili?

Maurizio

      No, volevo assodare che…

Alfredo

      Mi sembri uno scimunito, stamane. Il nuovo abbonamento ti ha dato alla testa. Si vede che invecchi. Lascia stare le automobili, e dammi retta