Название | Uno degli onesti: Commedia in un atto |
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Автор произведения | Bracco Roberto |
Жанр | Зарубежная драматургия |
Серия | |
Издательство | Зарубежная драматургия |
Год выпуска | 0 |
isbn |
Uno degli onesti: Commedia in un atto
Federico
Manina, sua moglie
Alberto
Rosetta, sua moglie
Teresa, cameriera.
ATTO UNICO
Salotto elegante. Una porta in fondo. Un'altra a destra. Su un tavolino, l'apparecchio del telefono.
SCENA I
(Manina è seduta, col volto fra le mani, gli occhi rossi di pianto, i capelli un po' scompigliati. Federico passeggia furiosamente.)
(prende una sedia e la scaraventa a terra. Continua a passeggiare.) Sicchè, ci separeremo!
Nè più, nè meno. Tu non devi fare altro che recarti da un avvocato, non so, da un notaio e, se lo credi opportuno, mettere in ordine i nostri affari. Del resto, io non ci tengo.
Io sì.
Tanto meglio! Separazione di beni…
E di mali. (Passeggiando ancora, prende un'altra sedia e picchia il pavimento.)
È inutile rompere le sedie.
Questa è forse casa tua? Sono tuoi questi mobili? Queste sedie sono tue?
Non vorrai dire, spero, che io sia qui come in un albergo.
Come in un albergo no, perchè io non sono l'albergatore di mia moglie; ma non c'è un gingillo qui dentro che non sia di mia proprietà.
Ti prego di non dimenticare che io t'ho portato una dote.
Ti prego di non dimenticare che questa dote basta appena per le tue toilettes e per i tuoi bonbons.
Dovrei pagare anche il tuo sarto, non è vero?
Lo sai bene che io non sono di quei mariti che si lascerebbero vestire dalle loro mogli.
Ed io non sono di quelle mogli… che spogliano i mariti!
(sedendo) E dunque, separiamoci.
Questo è assodato.
(dopo una pausa) Che diremo al mondo?
Ognuno di noi dirà quello che vorrà.
Niente affatto. Dobbiamo metterci d'accordo.
Diremo la verità.
Io darei un occhio per sapere qual'è la verità.
La verità è che… i nostri caratteri sono inconciliabili.
Ecco, per esempio, una cosa inesatta.
Ho sempre pensato che fra me e te non ci fosse niente di comune.
Ma tu neghi i fatti compiuti!
E che dimostrano questi fatti?
Dimostrano che ci siamo amati.
Quando?
Non ci siamo mai amati in tre anni di matrimonio?!
Mai!
Neanche nella luna di miele?
La luna di miele non conta.
Come non conta!?
O Dio! la luna di miele è una formalità.
Ma questa formalità, con qualche lieve modificazione, è durata fino a ieri.
Sino a ieri è durato il dovere.
E, a parer tuo, questo dovere è esaurito!
S'intende. Ogni dovere ha i suoi limiti. Si va a fare il soldato o si va a fare il magistrato, e si ha il dovere di farlo bene. Si va a fare la moglie, ed è lo stesso caso. Io l'ho fatta bene. Ma per tutta la vita, no. Il soldato, il magistrato, la moglie, dopo un certo numero d'anni, hanno il diritto di dimettersi. Io mi dimetto.
In altri termini, se io ti chiedessi oggi quello che può chiedere un marito ad una moglie… tu mi diresti di no.
Certamente.
Ma io potrei costringerti.
Costringermi?!
Col Codice alla mano, perbacco!
Va là, chè, fortunatamente, il Codice non si occupa di queste cose!
Lo credi tu. Si ha da interpretare lo spirito della legge, mia cara. C'è un articolo che compendia tutto: «La moglie deve seguire il marito.»
Seguirlo dove?
Dovunque.
Non c'è nessun sito dove una donna non possa dir di no ad un uomo.
Ah, non c'è nessun sito?.. Non c'è nessun sito? (Si alza. Passeggia.) Non c'è nessun sito!.. Non c'è nessun sito!!!.. (Torna a sedere, lontano da lei. Poi, in tono di comando) Manina, vieni qui e dammi un bacio.
(anche lei seduta, guarda il soffitto.)
(dopo una lunga pausa) Manina, vieni qui e dammi un bacio.
Piglia, piglia il Codice.
Bada che finisce molto male!
Purchè finisca, io sono contenta.
Ma allora è un odio?
Voglio la mia libertà.
Per farne che?
Lo vedrai.
Per tradirmi.
Che sciocchezza! C'è bisogno di separarsi dal proprio marito per tradirlo? Al contrario! Se c'è la separazione, non c'è il tradimento.
Parli come una femmina pervertita.
E tu come un ingenuo.
Perchè non dici come un imbecille!
Volentieri.
Mi dài anche dell'imbecille?
Te lo dài da te.
Ah, questo è troppo! (Si alza furibondo.)
Perchè non mi picchi?
Io sento il sangue montarmi al cervello! Io non so più frenarmi! Io divento un mascalzone! Io divento un facchino! (Si schiaffeggia impetuosamente.) Ah, ora sto meglio!
E anch'io.
Ma questa volta è finita davvero!
Dio, te ne ringrazio!
(prende