Название | Dialoghi Senza Fine / Бесконечные диалоги |
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Автор произведения | Габриэле Ломбардо |
Жанр | |
Серия | |
Издательство | |
Год выпуска | 2024 |
isbn | 978-5-00244-918-7 |
In ambito cristiano, come detto, si può giungere a dire che è possibile l'amore per Dio da parte degli uomini in quanto Egli è anche "vero uomo". Il Dio cristiano sceglie di nascere nel fragile corpo di un bambino, poi subisce il rifiuto e la condanna da parte dei suoi connazionali, il quali ne chiedono la morte, eppure ha in sé tanta bellezza e dolcezza. Tanto abbonda questa Sua umana fragilità, sia fisica nella sofferenza della morte per crocifissione, sia morale in quanto egli subisce la condanna propria dei rei, identificandosi ad essi, sentendosi abbandonato dal Padre, quanto sovrabbonda in noi questo sentimento che abbiamo chiamato "compassione amorosa".
Proseguendo lungo questa linea, è spontaneo domandarsi se nell'Eden, cioè nel giardino nel quale, secondo il libro della Genesi, viveva l'uomo prima del peccato, ove non c'era il dolore del parto né la vecchiaia e la morte, ci fosse l'amore. Era cioè possibile l'amore senza quella sensazione di nudità umana da coprire con pudore, senza la necessità quindi, come raccontato nella Bibbia, che un Dio facesse degli abiti di pelli perché gli uomini, accortisi che erano nudi e in una terra diventata fredda e ostile, si coprissero e si scaldassero?
La ragazza che cammina lungo la via si chiama Alessia, e accende una sigaretta. Perché decide di fumare? Un passante vorrebbe fermarla e, con ardire, dirle: "signorina, abbiate cura di voi, fumare è dannoso ed è una dipendenza, meglio evitare…" Il passante sente empatia verso quella persona, sente compassione per quella ragazza e vorrebbe salvarla da quel, pur piccolo, male della dipendenza dal tabacco… "Ma è poi un male piccolo?", si chiede tra sé il passante. Spesso i passanti passano oltre e non oltrepassano, per timore di invadere lo spazio altrui, quel confine che, dopo la Caduta, ha diviso gli uomini. Gli uomini ora non sono più, come erano allora, nell'"Età dell'oro", fratelli, ma sono individui, che solamente sperano di poter vivere come fratelli, riuscendoci però molto raramente e, di solito, male…
Ecco, nella bellezza di quella giovane donna, che incede altera e splendente come una regina, si insinua un piccolo male: i dubbi sul futuro, l'angoscia delle scelte, il senso di inadeguatezza, vengono affrontati con quella piccola droga. E fumare è male non tanto perché è dannoso per la salute, ma perché è un male scelto, originato da una qualche sfiducia nella bontà della vita, come accade in ogni dipendenza: in quell'abitudine lievemente autodistruttiva è in gioco la volontà umana. Gli esseri umani sanno, infatti, ciò che è bene e ciò che è male; ogni uomo lo sa dall'infanzia. E il male che subiamo è certamente molto diverso da quello che ci infliggiamo volontariamente da noi stessi. Quest'ultimo, tra l'altro, è sempre permesso dalle leggi della società contemporanea, cosiddetta Occidentale, che si autodefinisce laica. In questa società, sembra che i comportamenti autodistruttivi siano non solo leciti, ma spesso sollecitati dalla pubblicità. Non è forse proprio un piccolo male accendere una sigaretta: c'è in questione, infatti, la nostra volontà e il nostro profondo approccio alla vita…
"Questa giovane mi ricorda una giovenca impaurita vista molti anni fa, la quale, sentendosi sperduta sugli ampi verdi prati profumati, cercava di entrare dapprima nel recinto e, poi, nella stalla, entrambi angusti e sudici. Tu forse, questa, la chiami trasgressione… E' un altro vecchio peso sul giogo, inchiodato sull'ampia tua schiena di femmina. Altre tu ne segui, lenta, sul cammino verso la stalla; tutte con le teste chine. Forse questa è per te una novità, la chiami libertà il seguirle, tutte in fila. Un guadagno è, in realtà, solo per chi ti odia e ti aiuta a non sentire più e a non vedere chi siamo. Presto si attenuerà la luce del giorno, e tu nel recinto girerai inquieta, senza gioia, sino a sera, poi giacerai. Non brucherai più l'erba sui prati; in un scatola ti porteranno il mangime. Solevi un tempo uscire nell'aperta campagna, di te dimentica, nobile e graziosa, buffamente pietosa, allegra, leggera, con la tenera carne rosa striata di fango secco. Ora degli ampi spazi tu hai timore e cerchi un pertugio per entrare nella stalla, passando lo steccato; nel farlo ti ferisci, furiosa gridi, poi, sanguinante, entri e ti quieti infine. Non serve che qualcuno più ti leghi о ti sorvegli, spontaneamente entri nella stalla, con le altre giovenche. Così ti prepari per la festa, cui ti attende il macellaio ed io so che sospetti un triste evento, che conosci quel doloroso giorno, eppure sempre rientri e, nel recinto о nella buia stalla, aspetti. Gli ampi spazi ormai più non ti appartengono, ti sgomentano, ma una la crima di nostalgia per le libere distese ancora ti inumidisce gli occhi."
Usciti dall'Eden a causa della Caduta, cioè dopo