Название | Un Soffitto Di Cenere |
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Автор произведения | Gerardo D'Orrico |
Жанр | |
Серия | |
Издательство | |
Год выпуска | 0 |
isbn | 9788835412991 |
ISBN: 9788835412991
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Breve biografia
Gerardo D’Orrico nato a Cosenza il sei marzo 1976. Compiuti gli studi di maturità scolastica ho frequentato le università di Arcavacata e di Bologna ma senza conseguire la laurea, ho una buona conoscenza informatica e di alcuni strumenti musicali. La mia gioventù è stata tra la residenza di Luzzi e Cosenza per gli studi o nella città natale di mia mamma Villapiana sul mare. Ho fatto moltissimi viaggi in l’Italia e qualcuno all’estero, dopo il servizio militare ho aiutato mio padre con il suo lavoro e mi sono dedicato alla scrittura in prosa oltre a proseguire la mia passione per l’informatica e la programmazione software, ho creato e gestisco il sito-web Beneinst.it, dove ognuno potrà inserire gratuitamente le proprie pagine di diario in lettere, poesie, disegni, quadri o foto. Vivo a Luzzi dove tra le altre occupazioni e la ricerca per l’arte tecnologica, continuo con la scrittura, la revisione o la pubblicazione dei miei testi, fino a ora ho scritto quattro libri in forma di diari: 1. Il bene e il male, memorie 2. Un soffitto di cenere 3. Siamo già noi tra dieci minuti e 4. Dillo tu te stesso.
Foto originale della copertina, GD 1986
Prefazione
Questo libro è il secondo manuale-racconto sulla vita contemporanea, e diario personale scritto da me. La vera gioia che il nostro tempo restituisce tramite le esperienze, non un ritrovato delle nuove tecnologie ma una funzione in diversi periodi storici e geologici, cosa lo ha già creato secondo delle spiegazioni, sugli avvenimenti e le loro soluzioni. Una passeggiata alla luce del Sole, dei fatti e degli incanti a volte mai svelati, forse troppo nuovi e insoliti, in una collettività che già da tempo ne presenta delle necessita, come di una voce più ampia e slanciata, uno strumento per insistere meglio la giornata davvero e non in sogno.
Diario scritto in modo semplice per una forma artistica testuale, a giustificare anche un’esperienza iniziale e incolta odierna. In stile l’Ulisse di James Joyce diventa un libro di bene inteso come forma di vita, di arte del presente, fondamentale per esistere liberi, vivi e di certo. Il periodo delle sedici lettere contenute raggiunge d’aprile 2007 a ottobre 2008. Buona lettura,
Gerardo D’Orrico
1. Mix & due
28.04.2007
Mai perdere la penna o la pazienza, mai accettare un male in casa, non è mai finita, quando sembra sia finita invece non finisce, ci vogliono le persone giuste, anche quando spariscono tutte rimane sempre qualcuno, quando non c’è più nessuno ci stiamo noi. Succede in un orario che non fa parte dell’orologio esistere, durante quel che si chiamano il giorno o la notte, il mondo non era decaduto in uno stato d’incoscienza anzi non era mai stato, infatti questo è un giorno così poi non sarebbe un problema. Forse saranno troppe le persone, ma in realtà non esiste una legge di base, per strutture umane già costituite nell’anno zero sette.
Quanti ladri, molti aerei per volare e per volere sul pianeta. Nessun problema agli occhi di una chiara luce cristallina, nessuna incertezza al retro macchina, nessuna distorsione del suono. Gli altri con noi non c’entrano niente, sono solo delle immagini eppure ci cambiano, il quesito nasce mi dicevo molti anni addietro, in che guaio sia a toglierli dall’immagine per cosa sono risultati. La legge è nostra, la vita non diventa una centrifuga. Si sale rinnegando il male, mai dire che non esiste, invece serve organizzarsi per l’infinito… che comunque non si può restare qui senza. Si combatte contro il male dalla morte di Gesù, ma sto ancora studiando cosa ci fa in questo secolo, forse per questo il tempo potrebbe essere un inganno che nasconde il paradiso, saranno chi si occupano di non farci andare nessuno, o l’assurdità d’invertire il male con il bene. Un male sembra una natura morta, mentre le altre persone di gomma.
Le allegorie non sono molto digerite dal software aziendale nazionale ma, ti assicuro sono una chiave primaria per capire dove poggiare i piedi in avanti, si fa fatica a capire, anche le cose semplici sono impossibili. La mia faccia non sarà mia, che se faranno volevo solo libertà d’espressione, cosa si potrà dare se non l’involucro di quello che siamo, tutto ‘l vero o il falso che non sappiamo, non si ferma niente ma ci sono delle regole non si può restare a parte, con l’inganno che non si esiste. Rimane una fotocopia di cos’era o insistentemente si vuole essere, cos’e poi la vita sembra pace o, un punto di partenza verso cosa non ci faranno mai vivere, per liberarmi non so nemmeno io cosa ho fatto, ricordo una serie di cose positive e altre negative.
Libera ogni male e vedrai resterai solo, mi hanno detto ch’era arrivato lui, poi ho visto con chi s’era associato, cioè pensare a quell’abisso il mondo è ingiusto. Puoi scappare, correre poi ti stanchi, sparare poi le munizioni finiscono ma, un gioco è già iniziato, ci troviamo dentro, dobbiamo solo seguire le frecce, chi ci vede è solo Dio per il momento, non si ferma se non ti fermi, se provi a fermarti ti sparano ma, non puoi scappare per sempre, c’è chi è scappato per sempre ma, non sembra la strada di chi per terra deve morire. Il contrario di un piano ideale moderno è il normale giorno, il quotidiano. Una boccata di aria fresca, com’è cara qui in Italia per respirare paghiamo, regaliamo emozioni d’amore o altre opere che invece, sono cosa dovrebbe essere ogni proprio istante continuo.
Un bene può sembrare un’esagerazione di cos’è l’esser sempre felici, quando si è innamorati, ubriachi o pagati non un’invenzione. Io di norma non uccido madonne, non offendo, non trasgredisco ciò che buono, c’è chi ci consiglia di farlo, poi sarà logico che uno si sente male o con tutti quei problemi, tutte quelle urla in casa di persone che si contravvengono a vicenda, senza nemmeno sapere perché uccidere un bene falso, o cosa davvero in più degli altri. Saranno dei suicidi i loro idoli, i loro capi forse anime schiave di qualche oltretomba è loro lì adorano, schiavi dell’inferno anche loro o, non hanno mai potuto aver idea di cos’è l’inferno, quindi vogliono vedere. Un bene è andare oltre l’inferno, scrutare cosa si vede, perché non basta la parola… serve andare più in fondo ma in realtà molte volte hai di già appena superato, siamo già liberi dello spazio che ci gira attorno, occorre rispettare sé stessi per prima e ultima cosa ma, si resta come se fossimo appena nati, e non sapessimo come fare. Il tempo forma cosa è giusto, la prima traccia della direzione visiva e sonora del nostro essere, la prima cosa da fare è non offendere noi stessi, poi i dieci comandamenti, una sorpresa sarà trovare alla fine della strada Dio, uno che ci vuole uccidere.
Un grande errore resta credere che un male potrebbe essere un bene… un male è un male, vuole il male, lo stesso il bene un bene stop, invece sento persone ogni giorno che vogliono discutere di questo. Di certo sarà una risoluzione matematica, tra quel che conta e cosa ci rimane ma, il dopo è tutto come dire il totale ma nemmeno perché anche dopo, come la disfunzione distribuita anche oggi non può essere recuperata stasera, senza uso di agenti esterni, non si può essere zombi per tutto il giorno, poi di sera liberarci per farci suicidare. Ieri ho visto per bene un male, oggi ce l’ho molto presente il nemico che hanno già disegnato, cosa rovina le vite per rubarne l’essenza. Un bene non ha mai rubato niente è una spiegazione di cosa ti porti addosso, dentro ci ritrovi te stesso, penso sia il completo dopo la fine del mondo, il paradiso. Un male è proprio davanti a noi, tutto il giorno facendoci diventare un bel zombi, un umano senza movimento, sia fisico che mentale proprio, sembra al più una libertà individuale, una copia di un bene che dovrebbe essere il bene oggi. Qui siamo in Italia che comincia a nord e finisce a sud, tutto il territorio vive con le stesse leggi, proprietà e libertà di opinione. La mancanza in compendio del male è un errore che paghiamo giornalmente al rapporto con gli altri, è sempre bene che risolve tutto, inceneriscili resta solo qualche abbaglio in questo inferno di dimenticati dove ci hanno chiuso.
Da quando gli ambienti lì vogliono decidere gli altri, un obbrobrio come c’è scritto, ci fa dimenticare per andare oltre cosa vivono gli altri… mi sembra che gli ambienti umani dove viviamo non sono per niente registrati nella legge italiana, allo stesso tempo non vedo