Название | Ogni Minuto |
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Автор произведения | C. J. Burright |
Жанр | Современные любовные романы |
Серия | |
Издательство | Современные любовные романы |
Год выпуска | 0 |
isbn | 9781802500769 |
Un violino. Adara fu scossa da un brivido gelido. Era un violino, vero?
La giovane appoggiò le mani umide sulla parete. Quando le corde erano esplose proprio accanto al suo orecchio, il tempo si era fermato e frantumato in mille secondi stridenti. Aveva avuto un flashback di quando Joey era ancora vivo, quando la sua musica fluttuava nella loro casa, ricordandole che non importava lo spazio che li separava, lei non era mai stata sola. Altrettanto velocemente, la realtà si era abbattuta di nuovo su di lei, demolendo il ricordo e sussurrando la verità.
Joey non c’era più.
Lei era sola.
“Ti stai già divertendo?” Gia le scivolò accanto, sapendo abbastanza da non chiederle se stesse bene. Gia fece un cenno con il mento verso l’uomo che si stava dirigendo verso il palco. “Ti stai facendo dei nuovi amici?”
Adara respirò velocemente e seguì lo sguardo di Gia. Dei lunghi capelli biondi pettinati all’indietro in stile Thor, jeans e camicia sbottonata, stivali da combattimento, violino nero lucido. Joey avrebbe approvato.
“Il tipico secchione adulto della band.” Gia si avvicinò, il suo alito odorava di agrumi e tequila. “Sta ancora cercando di uscire dalla scatola della figaggine.”
Grata per essere stata distratta, Adara sbuffò dolcemente manifestando il suo accordo.
“Probabilmente preferirebbe cavarsi un occhio piuttosto che suonare Beethoven.” Gia fece roteare il suo bicchiere di margarita e fissò Adara con i suoi occhi blu scintillanti. “Scommetto che domani a pranzo da Antoine propone Kashmir o Wherever I May Roam - sai, qualche melodia da vero uomo.”
“Non accetto questa scommessa, perché probabilmente hai ragione.” La morsa intorno al cuore di Adara allentò la sua presa. Gia aveva fatto centro. In nessun modo qualcuno che sembrava un pirata part-time avrebbe suonato qualcosa che potesse abbattere le sue difese.
“Karen della contabilità mi ha dato uno scoop su di lui,” continuò Gia, mantenendo l’attenzione rivolta sul palco, dove il violinista aveva raggiunto Ian sotto i riflettori. “Immagino che sia molto conosciuto oltreoceano. È cresciuto con Ian e si sta prendendo una pausa per fare da mentore ai bambini delle scuole elementari.” Le diede una gomitata nelle costole. “A Graywood.”
Mentore. Scuola elementare. Merda. Adara chiuse gli occhi per un istante. Qualche settimana prima, il preside Austin aveva avvertito lo staff della possibilità di un mentore part-time per insegnare musica, ma non aveva dato molti dettagli. Adara aveva pensato che l’idea fosse caduta nel dimenticatoio, perché era stata l’ultima volta che ne aveva sentito parlare. E, poiché la piccola Graywood, dove tutti conoscevano praticamente tutti, aveva solo una scuola elementare, le probabilità di incontrarlo in giro salivano alle stelle. All’infinito e oltre.
“Perfetto. William Kidd reincarnato in un musicista.” Adara si risistemò nella sua posizione ‘lasciami in pace’. “Il mondo adesso è completo.”
Gia mostrò un sorriso malizioso e rivolse di nuovo la sua attenzione verso il palco.
Guardare il signor Gabby da lontano non era una punizione. Aveva un sorriso sempre smagliante, una barba leggermente accennata - presumibilmente per accompagnare l’aspetto da pirata - e ostentava la sicurezza di un uomo che lasciava trapelare chiaramente la sua identità. Non avrebbe avuto problemi a trovare uno degli aiutanti di Babbo Natale per fargli compagnia.
Gli anelli d’argento scintillarono sulle sue dita mentre appoggiava il violino sulla spalla. Adara sgranò gli occhi e si trattenne dal canticchiare He’s a Pirate. Deve aver dimenticato la sua bandana. Per un momento l’uomo guardò verso Adara, come se cercasse di individuarla tra le ombre e la folla. Poi, chiuse gli occhi e appoggiò l’archetto sulle corde.
Dal violino si diffusero note lente e lamentose e Adara si rilassò immediatamente ascoltando la melodia familiare. Somebody to Love dei Queen - niente classico, niente che potesse raggiungere la sua anima. Era al sicuro per qualche minuto.
Dopo una breve e lenta introduzione, il violinista batté il piede seguendo il ritmo di una batteria e la folla impiegò meno di due secondi per iniziare a battere le mani, prendendo il ritmo da sola. Al ritornello, tutti cantavano insieme - una folla felice e saltellante per le vacanze.
Adara tenne le braccia incrociate e lasciò che Gia applaudisse abbastanza forte per entrambe. Aveva sopportato la festa per quasi due ore, più a lungo di quanto avesse pianificato, ma era passata un’eternità da quando aveva visto Gia divertirsi senza indossare una maschera sorridente per nascondere la sua perdita.
Adara sapeva tutto sul bisogno di indossare delle maschere.
Continuando a suonare, il musicista fuse le note con quelle di un’altra canzone e, mentre gli applausi e l’ondeggiamento continuavano, il canto si spegneva.
Adara si morse il labbro, quasi tentata di sorridere per la seconda volta quella sera. Teddy Bear, una scelta decente di Elvis Presley. Vicino al palco, il signor Hamilton scoteva la testa, manifestando chiaramente che era un fan del Re. Tutti gli altri, non tanto. La tensione residua sulle sue spalle svanì. Non avrebbe dovuto rinforzare le sue difese, non per la selezione musicale di questo tizio, ma doveva ammettere che era bravo. Veramente bravo. Coinvolgeva la folla, mostrando chiaramente di essere a proprio agio con l’attenzione. Prendeva ogni nota con una precisione esperta, la relazione d’amore con il suo strumento era evidente in ogni corda pizzicata e in ogni movimento dell’archetto. Il sorriso sognante che indossava parlava di segreti condivisi solo tra un musicista esperto e la melodia che si diffondeva. Aveva visto la stessa espressione sul volto di Joey.
Il vuoto nella sua anima risuonava al ricordo. Quel violinista era tutto ciò che Joey avrebbe potuto essere. Avrebbe dovuto essere.
Senza perdere un colpo, il violinista fuse di nuovo una canzone all’altra, cambiando genere, in modo sottile e inaspettato. Dolci note avvolsero Adara, facendo scivolare lentamente un ago affilato nel suo cuore. Il battito delle mani si spense in un silenzio attonito e il violino gemette, riempiendo tutti gli spazi vuoti, di nuovo solo, più vivo e terrificante nel suo isolamento.
Adara soffocò un singhiozzo immane che le saliva dal profondo. Think of Me. Invece delle mille altre canzoni che non riuscivano a toccarla, lui ne aveva scelta una che aveva distrutto le sue difese. Il Fantasma dell’Opera era stato il primo musical cui Joey l’aveva trascinata, la prima volta che aveva pianto in pubblico, il primo passo per convincerla a unirsi a lui nel suo amore per la musica.
Punto dopo punto, la musica la squarciava. Il vuoto le artigliava la gola come se un demone volesse farsi largo fino in superficie, un vuoto che non poteva affrontare, non in quel posto, non in quel momento. Non importava come fingesse, come cercasse di affrontare la situazione, non stava bene.
Prima di crollare completamente sotto gli occhi di tutti, Adara superò Gia e si affrettò a uscire dalla sala poi dalla villa, incamminandosi nella notte fresca. Non rallentò fino a quando il rumore del lastricato sotto i suoi tacchi cambiò in un tintinnio di ghiaia e si fermò solo quando le luci della villa diventarono un riflesso opaco sulle auto parcheggiate.
Le lacrime le bruciavano gli occhi e il suo cuore le trafiggeva il petto a ogni battito, un coltello implacabile che scavava le ceneri della sua anima. Aveva abbandonato Gia e non aveva mantenuto la promessa fatta a Joey.
La notte e il silenzio la circondavano, due aiuti familiari che la calmarono lentamente, attirandola nel loro abbraccio. Aspirò un respiro tremolante di aria frizzante e sollevò il viso verso il cielo scuro e infinito. Avrebbe rimesso tutto a posto e si sarebbe ricucita, rinchiudendo questa notte con tutti gli altri ricordi. Domani sarebbe tornata alla sua versione di normalità.
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La mattina dopo il debutto nella sua città natale, Garret appoggiò gli stivali sulla scrivania di ciliegio scintillante di Ian e inalò il profumo