Ogni Minuto. C. J. Burright

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Название Ogni Minuto
Автор произведения C. J. Burright
Жанр Современные любовные романы
Серия
Издательство Современные любовные романы
Год выпуска 0
isbn 9781802500769



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da elfo.

      Adara rimase ferma sotto l’assalto. “Ripensandoci, scelgo Mary. Con il signor Collins sposato con Charlotte, nessun altro potrebbe soddisfare i suoi standard molto particolari.” Adara inarcò un sopracciglio verso Garret, ma non ebbe alcun effetto sul sorriso di lui. “Preferiva stare da sola.”

      “Con la sua musica,” aggiunse Garret.

      “Con i suoi libri.” rispose Adara

      “Chi se ne frega!” Bryan lanciò allo zio un’occhiataccia mostrando quanto fosse infastidito. “Sei cattivo come le ragazze.”

      “Sono cresciuto con tua madre. Mi ha stravolto.” Garret arruffò i capelli biondo rossicci di Bryan. “Ma la questione deve essere risolta.” L’uomo si tirò su e sollevò il mento, imperioso. “Signorina Bennet, propongo una gara.”

      “Accetto!” Tatum saltò su e giù con lo zucchero filato pericolosamente vicino a cadere dal suo bastoncino.

      “Le mie scuse, signorina Lizzy!” Garret appoggiò il palmo della mano sulla testa di Tatum, tenendola ferma. “Stavo sfidando l’altra signorina Bennet!” Prima che l’espressione affranta di Tatum si trasformasse in lacrime, aggiunse: “Ma, naturalmente, può unirsi a noi. Se vinco io, sarò il signor Bingley. Se perdo, la signorina Bennet rimarrà senza legami.”

      Bryan gemette di nuovo e si afflosciò. “Posso andare a prendere un hot dog?”

      “Ci vediamo da tuo padre.” Garret gli diede dei soldi e il ragazzo scappò via.

      “Non si corre!” Adara lo richiamò diligentemente.

      “Non credo che abbia sentito.” Garret mantenne il suo tono sereno ma la sua bocca si contorse in un povero tentativo di non sorridere. Tese il braccio. “Andiamo?”

      Adara fissò il braccio di lui, sperando di sembrare ostile. “Non ho accettato la sua sfida e sono sicura al novantanove per cento che i giochi siano per i bambini.”

      Garret si scambiò un’occhiata con Tatum e, come se avessero coreografato la mossa, Tatum si lanciò in una danza del pollo, sbattendo le ali, mentre Garret faceva dei rumori striduli. Chiaramente, l’intera famiglia era mentalmente instabile e desiderava richiamare l’attenzione, non importava come. Bambini e adulti si fermavano a guardarli. Ed io dovrei lavorare con quest’uomo insopportabile? Come addetta alla sicurezza della festa di carnevale, Adara aveva il compito di scortare fuori i partecipanti che disturbavano e, per quanto le sarebbe piaciuto cacciare Garret dalla porta, Tatum e Bryan sarebbero dovuti andare con lui. Non poteva fare questo ai bambini.

      “Bene,” Adara scattò. “A quale gioco stai per perdere?”

      Tatum diede il cinque a Garret. Idioti.

      “Il lancio della carta igienica.” Garret le lanciò un’occhiata sorniona, così simile a quella di Tatum da essere inquietante. “Sempre che tu non preferisca una competizione più femminile, come il ring della lotta sumo.”

      Lottare per entrare in una di quelle tute gonfiabili non era possibile e andare in giro con Garret Ambrose? Sicuramente no. Adara arricciò il labbro. “Il lancio della carta igienica va bene.”

      L’uomo le offrì di nuovo il braccio, che lei ignorò ancora una volta, e si fecero largo tra la folla verso il gioco.

      “Hai sentito la buona notizia?” Garret sollevò lo sguardo verso di lei. “Sono il nuovo tutor di musica della terza elementare. Lavoreremo insieme.”

      “Speravo che se avessi ignorato quel brutto pettegolezzo, sarebbe andato via.” Adara si sforzò di concentrare lo sguardo su Bozo il clown che trasformava i palloncini in animali e sui bambini che gli si stringevano intorno. Preferiva i clown inquietanti ai musicisti che si fingevano pirati.

      “Non me ne vado così facilmente,” le sussurrò Garret vicino all’orecchio.

      “Nel suo racconto, Gia deve aver dimenticato di menzionare che non provo alcun interesse per le abitudini dei tutor di musica.” Adara gli mostrò i denti.

      Garret ebbe la grazia di trasalire. “La colpa non è di Gia. Ian ha un dono particolare per la persuasione... o la coercizione.” Il giovane si schiarì la gola. “Le sue intenzioni erano buone.”

      “Buone intenzioni? Ian?” Adara sbuffò. “Giusto.”

      Garret scrollò le spalle. “Succede più spesso di quanto si pensi.”

      Il padre di Tatum, Bob, si occupava del Lancio della carta igienica, un sistema composto di varie tavolette da water appese al soffitto a varie distanze. Lo scopo era lanciare rotoli di carta igienica attraverso i fori - più alto era il sedile, più alto era il punteggio. Adara non aveva idea di chi avesse pensato a questi giochi contorti.

      “Fatevi avanti, signore e signori, e mettete alla prova le vostre abilità con il fantastico Lancio della carta igienica!” Per quanto ne sapeva Adara, il carnevale non aveva un tema particolare o fisso per i costumi ma Bob faceva di tutto per conferire un’atmosfera da fiera medievale. Indossava una tunica multicolore che qualsiasi zingaro avrebbe invidiato, degli stivali alti di pelle e quelli che sembravano pantaloni di camoscio, completando il tutto con un cappello che metteva in risalto una lunga piuma di pavone.

      “Biglietti per favore, signorina,” disse Garret a Tatum, con la mano tesa.

      “Signorina Bennet,” lo corresse lei con un tono da signora spocchiosa. “Anche se suppongo che tu possa chiamarmi Lizzy, perché sei della famiglia.”

      “Infatti. Anche così, Signorina Lizzy, ho bisogno di un biglietto prima di permetterle di giocare al grande Lancio della carta igienica, dove solo l’abilità e la resistenza le faranno guadagnare un premio.”

      Senza voltarsi, Tatum schioccò le dita sopra la spalla. “Signor Bingley, tre biglietti.”

      Il sorriso di Bob si trasformò in un cipiglio di disapprovazione. “Le buone maniere, signorina Lizzy.”

      Tatum sospirò. “Signor Bingley, tre biglietti. Per favore.”

      “Meglio,” disse Bob, mentre Garret pescava tre biglietti dalla tasca, sorridendo sopra la testa di Tatum. “La prossima volta, niente sospiri da contadina oppressa.”

      “Sì, papà.” Sbuffò la piccola. “Possiamo giocare ora?”

      “Per prima cosa, dobbiamo stabilire la posta in gioco.” Garret passò un rotolo di carta igienica a Tatum e poi ad Adara.

      “Gioca anche lei, signorina Dumont?” Le sopracciglia di Bob salirono verso l’attaccatura dei capelli.

      La ragazza Interazione non era stata il suo modus operandi dai tempi di Joey. L’anno precedente non aveva partecipato alla festa di Carnevale e nessuno l’aveva spinta a fare volontariato, ma l’anno prima aveva partecipato a migliaia di giochi. Forse anche tutti gli altri avevano dimenticato chi fosse una volta.

      “Oh sì, sta giocando.” Garret lanciò un rotolo in aria.

      “Non la signorina Dumont, papà. Jane Bennet.” Tatum lanciò al padre uno sguardo serio. “Lo zio Garret sta cercando di vincere per essere il suo signor Bingley.”

      Bob guardò Garret poi Adara e di nuovo Garret, con la fronte corrugata nel suo sguardo da ‘padre preoccupato’.

      Adara strinse il tessuto molle. Giusto. Nessuno voleva che il proprio cognato fosse interessato all’insegnante emotivamente indisponibile. L’aveva capito, era persino d’accordo, ma comunque... non aveva chiesto niente di tutto questo. “Non si preoccupi, signor Sullivan. Perderà.”

      “Parole di lotta, signorina Bennet.” Garret le urtò la spalla, facendola quasi inciampare. “Vuole che io inizi per primo, così capirà quanto sia veramente troppo sicura di sé?”

      “Continui. Ma non lasci che della carta igienica scadente ferisca quelle fragili dita da violinista.”

      Sul volto di Adara comparve