Название | Terapia Fisica |
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Автор произведения | Carol Lynne |
Жанр | Вестерны |
Серия | |
Издательство | Вестерны |
Год выпуска | 0 |
isbn | 9781802500684 |
Si guardarono negli occhi. Isaac sentiva chiaramente la scintilla della corrente sessuale tra di loro. Quando iniziò ad avvicinarsi a Matt, puntando su quelle labbra perfette, la voce di Maggie arrivò dall’interfono.
«Dottor Singer, è richiesto al pronto soccorso.»
Isaac non era sicuro se essere grato per quell’interruzione o no. Fissò gli occhi verdi di Matt per un altro momento. «Meglio che vada.»
«Sì, forse è meglio» rispose Matt, leccandosi le labbra.
Isaac poté solo soffocare un gemito quando la punta di quella bella lingua rosa fece capolino.
«Dottor Singer, è richiesto al pronto soccorso.»
Isaac fece un passo indietro. «Sam e io facciamo un barbecue più tardi, se ti interessa.»
Matt sbatté le palpebre alla menzione del nome di Sam. «Ehm, no, mi dispiace. Ho un impegno.»
«Oh, va bene.» Isaac indicò la porta. «Sarà meglio che vada prima che Maggie venga qui e mi trascini fuori per i capelli.»
Matt annuì e alla fine interruppe il contatto visivo. «Io devo comunque cambiarmi per il mio primo appuntamento.»
Senza un’altra parola, Isaac si voltò e praticamente corse fuori dalla stanza. Che diavolo gli prendeva? Girò l’angolo e andò a sbattere contro Sam.
«Ehi, c’è un incendio?» chiese Sam ridacchiando.
«Hanno bisogno di me al pronto soccorso» disse Isaac e diede al suo amante un rapido bacio sulle labbra. «A dopo» gli disse mentre ripartiva di gran lena.
Dannazione, amava Sam. Allora che diavolo stava succedendo tra lui e Matt?
* * * *
Dopo il lavoro, Matt andò alla palestra per allenarsi. Sapeva che era stupido ora che aveva un posto dove farlo, ma aveva dovuto escogitare qualcosa per impedirsi di tornare a casa.
L’ultima cosa che pensava di poter sopportare era sedersi a un tavolo di fronte ai due dottori. Era ancora teso per quello che era successo prima con Isaac. Era evidente che entrambi volessero la stessa cosa, e se non fosse stato per quell’interruzione... diavolo, chi poteva dire cosa sarebbe successo?
Entrato nell’edificio che ormai gli era familiare, Matt vide Nate e Rio dietro il bancone del bar. «Ehi.» Salutò entrambi mentre si sedeva accanto a Nate.
«Uhh, Matt, sei tornato all’ovile?» chiese Nate e poi scoppiò a ridere.
«No, è solo che mi mancava la tua brutta faccia» replicò lui.
«Oh, beh, posso capire» disse Nate, sfoggiando il suo perfetto sorriso da star del cinema.
Matt guardò Rio che sbuffò. «Non darti troppe arie» disse il compagno di Nate, riponendo i bicchieri.
Matt non riuscì a trattenersi dal ridere. Rio era come un cane in calore che ansimava dietro Nate notte e giorno. Era uno dei motivi per cui gli piaceva uscire con loro due. Non importava di cosa discutessero, il loro amore reciproco era così trasparente, che era impossibile non sedersi e godersi lo spettacolo.
Un po’ come con Isaac e Sam. Cavolo, era fottuto, proprio fottuto.
«Ehi, sei ancora con noi?» chiese Nate, schioccando le dita davanti alla sua faccia.
«Scusa, ho un sacco di cose per la testa.»
«Mmh.» Nate si strofinò il mento. «Non ha niente a che fare con i dottori Browning e Singer, vero?»
La mascella di Matt cadde prima di richiudersi di scatto.
«Sì, è quello che immaginavo» commentò Nate.
«Si nota così tanto?»
«Solo quando sei nella stessa stanza con loro.» Nate gli mise un braccio intorno alle spalle. «Se ti fa sentire meglio, ho visto che ti guardavano anche loro una volta o due.»
Matt piegò le braccia sul bancone e abbassò la testa. «Cosa dovrei fare?»
«Beh, se fossi in te...» iniziò Nate.
«Nate! Tieni il naso fuori dagli affari di Matt» tuonò la voce di Ryan che proveniva dalle loro spalle.
Girando la testa di lato, Matt guardò Nate voltarsi e salutare l’altro suo amante. Dopo un bacio vietato ai minori, Nate tirò fuori il labbro inferiore. «Ma, sceriffo, è lui che ha chiesto il mio consiglio!»
Ryan guardò Rio e scosse la testa. «Cosa dovremmo fare con lui? È peggio di tutte le pettegole di questa città messe insieme.»
Nate abbassò la mano e la posò sul cavallo dei pantaloni di Ryan. «Vuoi dire che sono meglio di tutte le pettegole della città messe insieme.»
Ryan gli diede uno schiaffo sulla mano e arrossì. «Questo è ovvio, ma fai il bravo, ti prego. Ci sono ancora dei tizi che si allenano, qui dentro.»
Nate si voltò di nuovo verso Matt e roteò gli occhi. «Quindi, come stavo dicendo prima di venire così bruscamente interrotto, penso che dovresti provarci. Mettiti in gioco e lascia che le cose vadano a posto da sole.»
Ryan emise un suono gutturale e girò intorno a Nate per salutare Rio. Nel mentre, Matt pensò a quello che aveva detto Nate.
«Così? Come se niente fosse? Vado da loro e gli dico che non riesco a cavarmeli dalla testa?»
Nate scrollò le spalle. «È quello che farei io.»
«Bugiardo» disse Ryan da dietro il bancone. «Quando eri interessato a me e Rio, non hai fatto niente del genere. Hai tenuto il broncio, sei uscito e ti sei quasi fatto violentare comportandoti da dannato idiota.»
Nate agitò una mano in aria. «Sai come si dice, si impara dai propri errori. Accidenti, Ryan, rilassati.»
Nate strizzò l’occhio a Matt. «Seriamente, penso che sia quello che dovresti fare.»
«Ma come faccio? Isaac e Sam stanno insieme da una vita.»
I bicipiti gonfi di Rio apparvero vicino alla sua testa, mentre l’omone si appoggiava al bancone. «Okay, a proposito di questo, ne so qualcosa. Ryan e io stavamo insieme da tanto prima che Nate entrasse sculettando nelle nostre vite…»
«Io non sculetto!» lo interruppe Nate.
«Sì, piccolo, lo fai. A ogni modo, stavo impazzendo, perché per quanto amassi Ryan, stavo iniziando a sviluppare dei sentimenti per Nate.»
«Allora cosa hai fatto?» chiese Matt, sedendosi.
«Non ho fatto niente. Avevo paura di perdere quello che avevo con Ryan, quindi ho quasi lasciato che Nate se ne andasse. È stato uno degli errori più stupidi che abbia mai fatto. Non riesco a immaginare la mia vita senza Mister Ficcanaso.» Guardò Ryan. «E tu?»
«No. Non voglio nemmeno pensarci» rispose Ryan, scuotendo la testa. Matt vide che Nate pendeva dalle labbra Ryan. Accidenti, erano carini insieme.
Forse avevano ragione. Dopotutto, chi poteva saperne di più sull’argomento di quei tre? «Grazie ragazzi. Penso che andrò a casa. Isaac e Sam mi hanno invitato a una grigliata, stasera. Forse dovrei farci un salto.»
«Questo è lo spirito giusto!» disse Nate. Diede alcune belle pacche sulla schiena di Matt e saltò giù dallo sgabello. «Va bene, uomini, il mio lavoro qui è finito. Portatemi a casa fate di me ciò che volete.»
Matt stava ancora ridendo quando salì in macchina. Tornò a casa e parcheggiò a lato del garage.
Scendendo dall’auto, si diresse verso il cortile. Quando girò l’angolo della casa, si fermò di colpo. I due dottori erano seduti al tavolo e si guardavano l’un l’altro, e non sembrava avessero negli occhi uno sguardo di lussuria. No, sembrava che stessero litigando di nuovo.