Название | Il Clan Del Nord |
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Автор произведения | Jessica Galera Andreu |
Жанр | Героическая фантастика |
Серия | |
Издательство | Героическая фантастика |
Год выпуска | 0 |
isbn | 9788835429210 |
“Potete andarvene, se volete.”disse, sedendosi di nuovo.
“Cosa significa che possiamo andarcene?” chiese Assynt, accigliato.
“Che lui rimarrà”la voce di Goriath non scosse neppure Jaren, ma l'altro uomo si. Il generale arrivò e fissò lo sguardo sul ragazzo.
“Non sarà così, vero?”chiese Assynt.
“Capisco che volete andarvene e che non ho il diritto di fermarvi per questo motivo, ma non ho intenzione di abbandonare queste persone.”
La possibilità di abbandonare Dayrsenne, ovunque essa fosse, non gli passò per la mente, sebbene ormai avesse cominciato a pensare che quella giovane donna fosse stata solo un frutto della sua immaginazione, un miraggio o un specie di scherzo di un destino in cui credeva fermamente.
“Jaren, non puoi parlare sul serio!”esclamò Assynt “La faccenda di queste bestie ci è già costata la vita di troppi uomini. Abbiamo fatto abbastanza.”
“Un altro motivo per cui non vi chiederei di restare. Siete stati mandati in guerra e l'avete fatto. Potete tornare ad Isalia e dire a mio padre che tornerò quando riuscirò ad uccidere quegli animali.”
“Il re ti ucciderà”.intervenne di nuovo Assynt.
“Tutto è pronto a Isalia per il tuo fidanzamento.”aggiunse Goriath “Se tardi e fai aspettare la tua dama, insieme al re d' Esteona, tuo padre ti impiccherà in piazza. Potrei anche essere il tuo boia e così tornerò al comando di un esercito che non avrebbe mai dovuto essere tuo.”
“Preferisco questo piuttosto che scappare come un codardo e lasciare queste persone, che si sono sentite come la mia famiglia, alla mercé di quei mostri. Siamo venuti per lasciare la pace sul nostro cammino ed è quello che intendo fare.”
“Jaren”insistette Assynt, dopo aver rivolto a Goriath uno sguardo interrogativo “ci siamo imbattuti in questo problema e abbiamo cercato di risolverlo, al punto di sacrificare due dei nostri uomini migliori, ma non possiamo...”
“Non due, uno.”lo corresse Jaren “E non si tratta di mettere a tacere la coscienza, Assynt”aggiunse “ma di liberarli da quei mostri, lupi o quel che siano. Inoltre, se ce ne andiamo adesso, la morte di Marlok, non sarà servita a nulla.”
Goriath scosse la testa e si voltò, tornando indietro nella direzione da cui era venuto. Ci fu poi un silenzio imbarazzante e Assynt non riuscì più a tirar fuori altri argomenti per cercare di convincere il ragazzo, ostinato com'era.
“Sei del tutto sicuro di quello che dici?”chiese l'uomo con serena rassegnazione.
“Si”
“E sei anche sicuro che possiamo andare?”
“Potete partire in totale tranquillità. Mi assumerò tutti le conseguenze derivanti da questa decisione. Preferisco stare in pace con la mia coscienza che con mio padre.”
“Dovresti pensarci due volte riguardo a questo.”terminò prima di partire.
Il ragazzo si alzò e andò all'abbeveratoio per sciogliere le redini di Donko.
“Jaren!”
Si voltò a guardare Erik, che zoppicò e montò a cavallo prima che arrivasse il suo amico.
“Stai bene?”gli chiese il suo amico.
Lui annuì.
“Dove stai andando?”
“Non mi fare domande, Erik.”concluse, prima di dirigersi con determinazione verso nord.
Non ascoltò nemmeno le proteste di alcuni degli abitanti per la velocità con cui attraversava il villaggio come un fulmine, senza fermarsi, finché, lasciatosi il vecchio ponte alle spalle, raggiunse la fattoria di Hans e Lora.
Lì lasciò Donko legato alla recinzione che circondava la proprietà e passò sotto, risparmiandosi di camminare qualche metro fino alla porta. Mentre si dirigeva verso la casa, attraversando l'arida distesa di quelli che un tempo erano stati rigogliosi frutteti che raddoppiavano la quantità di frutta nella fattoria, diede un'ultima occhiata a quella foresta che sembrava racchiudere cosi tanti misteri. Quando fu arrivato alla porta, non ebbe nemmeno bisogno di bussare, poiché si aprì davanti a lui e Jaren incontrò i piccoli occhi tristi di Hans.
“Ragazzo...”mormorò.
“Ho bisogno di parlare con te.”
Il vecchio si fece da parte, lasciando passare Jaren, che si precipitò dentro.
Il salone sembrava un po più accogliente del giorno prima. Il caminetto acceso dava all'ambiente un calore che però non era sufficiente a scacciare la sensazione di solitudine di cui era impregnato l'ambiente. Jaren osservò un piatto con dentro una coscia di pollo e patate su cui ronzava una mosca.
“Ti offrirei altro per colazione, ma non sono riuscito a...”
“Non c'è bisogno”lo interruppe “Lo apprezzo comunque.”
“Ho sentito che siete andati nella foresta.”
“Cosa sono?”chiese senza ulteriori indugi. Hans lo osservava in silenzio. “Li ho visti davanti a me, a pochi metri di distanza, Hans, sono enormi e non hanno niente a che fare con i comuni lupi. Uno dei miei uomini è morto e un altro...è ferito.”
“Mi dispiace.”mormorò il vecchio, in un tono appena percettibile. Si voltò e andò alla finestra, che era aperta e dalla quale entrava la leggera brezza mattutina, che già odorava di pioggia. Le nuvole scure si accumulavano nel cielo plumbeo di Vianta, come un avvertimento che si sarebbero scaricate con intensità.
“Hans...”
“Perché pensi che ne sappia qualcosa, ragazzo?” chiese, voltandosi.
“Perché hai detto che sarebbero tornati per te, che erano venuti per Lora.”
“E tu hai detto che questo era ridicolo, sono solo animali senza raziocinio, cosa ti ha fatto cambiare idea?”
“E' tutto cosi strano...la forma e le dimensioni di quegli animali. Non so cosa siano, ma non sono lupi, nonostante quello che credono tutti. Quello che mi hai detto e...”
“E cosa?Cos'altro?”
“Quelli che ci hanno attaccato questa notte...i loro occhi, la loro voracità. Ci avrebbero fatto a pezzi tutti se avessero potuto, ma io stesso ne avevo uno a pochi metri di distanza poco prima dell'attacco e se n'è andato, senza indugi. Non aveva niente a che fare con gli altri; la sua pelliccia era leggermente più chiara e gli occhi di una tonalità diversa. E' come se ci fossero due tipi di questi animali, è possibile?”
“Non tutti i lupi sono uguali, come anche i cani. Perché dovrebbero esserlo loro?”
“Hans, se non mi dici quello che sai, non potrò aiutarti.”
“E che differenza farebbe!?”esclamò il vecchio, tornando alla sua sedia a dondolo.”Ve ne andrete comunque, vero?Hai detto che non avresti prolungato la permanenza dei tuoi uomini qui per più di un giorno. Mi dispiace per la morte di quel soldato.”
Jaren inspirò e fissò i suoi occhi verdi oltre la finestra, dove il vecchio aveva guardato un momento prima, non avrebbe avuto risposte da lui, se solo quel pover'uomo avesse avuto qualche informazione.
“Saldano i conti in sospeso con la gente di questa terra.”disse alla fine. Jaren si voltò e lo guardò, senza dire nulla.”Sapevamo che sarebbero tornati, anche se molti hanno cercato di ignorarlo.”
“Quali conti in sospeso?”alla fine osò chiedere.
“In