Название | Concludi Ciò Che Hai Iniziato |
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Автор произведения | Kathryn Lively |
Жанр | Современные любовные романы |
Серия | |
Издательство | Современные любовные романы |
Год выпуска | 0 |
isbn | 9781802500554 |
James Bond: Eon Productions
Chanel: Chanel S.A.
Godspell: Stephen Schwartz
Amleto: William Shakespeare
Hamilton: Lin Manuel-Miranda
Sliding Doors: Paramount Pictures
Cabaret: John Kander, Fred Ebb
Google: Google, Inc.
Monday, Monday: John Phillips
Harley: Harley-Davidson, Inc.
IMDb: Amazon.com
Lifetime: Lifetime Entertainment Services
VW: Volkswagen AG
La famiglia Brady: CBS Television Distribution
Youtube: YouTube, LLC
Angry Birds: Chillingo
San Diego ComicCon: Comic-Con International
Tumblr: Yahoo Inc.
Bluetooth: Bluetooth Special Interest Group
Wikipedia: Wikimedia Foundation
Pink's: Pink’s Hot Dogs
Il Trono di Spade: Home Box Office Inc.
McDonald's: McDonald's Corporation
Revlon: Revlon, Inc.
Kentucky Derby: Churchill Downs Incoporated
Mystery Science Theater: Vivendi Entertainment
Cinemax: Home Box Office Inc.
Elvira:
Dr. Martens: Martens Havighorst
Louboutin: Christian Louboutin Ltd.
Cracker Jack: Frito-Lay Inc.
Meet the Press: NBC News Productions
Mary Poppins: Buena Vista Distribution
Tutti gli uomini del Presidente: Warner Bros Television Distribution
I Soprano: Chase Films, Brad Gray Television
Photoshop: Adobe Systems Incorporated
In-N-Out Burger: In-N-Out Burgers, Inc.
Carl's Jr.: CKE Restaurants Holdings
Instagram: Facebook, Inc.
Rolex: Rolex SA
Canter’s: Canter's Deli
TMZ: Time Warner
Doctor Who: British Broadcasting Corporation
The King of Queens: CBS Studios International
Innamorati pazzi: Sony Pictures Television
Red Bull: Red Bull GmbH
MGM Grand: MGM Resorts International
Capitolo Uno
Aprile 2006
Las Vegas
Gabby Randall guardava le luci accecanti di Fremont Street dalla finestra della loro suite al quindicesimo piano del Fitzgerald Hotel & Casino. Migliaia di luci, forse un milione, brillavano in rapida successione, come se fossero onde, fuochi d’artificio ed esplosioni di stelle dai colori che lei non pensava esistessero. In basso, alla sua destra, un cowboy di neon alto due piani ammiccava e salutava i passanti dal suo piedistallo al Pioneer Club. I bordi di un giallo acceso ne incorniciavano la camicia a quadri e lo sguardo furbo, e se Gabby si fosse spostata di un centimetro da un lato o dall’altro, sarebbe stata sicura di vedere nei suoi occhi un bagliore sinistro.
Lui la fissava, con uno sguardo accusatorio, come a dire Vergognati, ragazzina. Scappare senza dirlo a nessuno. Lei voleva voltarsi, ma i suoi occhi erano troppo ipnotici e non riusciva a resistergli.
“Zitto. Sono adulta”, mormorò lei e sbatté le palpebre per rompere l’incantesimo. Il cowboy aveva un nome. L’impiegato alla reception aveva detto la stessa cosa, ma le era sfuggito di mente, sostituito da cori di slot machine tintinnanti nelle vicinanze mentre Dash gli dava due nomi falsi e pagava la stanza in contanti.
Lei ignorò il sorrisetto di neon e si mise a studiare i motivi accesi della hall dell’hotel. Le venne in mente un pensiero riguardo le luci: come si fa a sapere quando controllare eventuali surriscaldamenti e sostituire le lampadine se quei cartelli funzionano 24 ore su 24? Gli hotel assumevano una persona specifica per lavorare come elettricista? Erano come i fili delle luci di Natale, che se una luce era difettosa, allora tutto il filo non si accendeva?
Il motivo per cui stava riflettendo su questo, tra tutte le cose che ci si potesse chiedere riguardo Las Vegas, non lo sapeva. Fece un respiro profondo e decise che la sua mente aveva scelto di concentrarsi su osservazioni insulse per calmare i nervi.
Il problema non era tanto l’andare in una città sconosciuta quanto la sua prima notte da sola con Dash. La sua prima notte da sola con un uomo, a dirla tutta.
Non era mai stata a Las Vegas, anche se aveva ricevuto numerosi inviti da organizzatori di eventi. I suoi genitori e manager, rispettosi del loro cattolicesimo tanto quanto del loro senso degli affari, avevano rifiutato per conto suo più e più volte. Nessuna convention o visita ufficiale non autorizzate dal sistema, o da loro, per lei. Sicuramente, non volevano che venisse coinvolta in uno spettacolo di magia per celebrità di cattivo gusto o in qualche trovata pubblicitaria. Las Vegas avrebbe potuto anche trovarsi ai confini con l'Inferno, ma ora il loro parere contava poco. Lei aveva compiuto ventuno anni la settimana precedente, nello stesso giorno in cui era scaduto il suo contratto con Randall Talent. Marie e Walter rimanevano comunque la sua famiglia, ma non prendevano più decisioni per lei, che si trattasse di affari o altro. Inclusa la decisione più importante finora: il suo matrimonio con Dash Gregory.
Gregory. Adesso il suo nome era Gabby Gregory. O forse dovrebbe farsi chiamare Randall-Gregory e usare il suo nome di battesimo, Gabrielle. Forse questo l'avrebbe fatta apparire matura e più professionale durante gli incontri con potenziali agenti che l’avrebbero aiutata nella transizione da ragazza ingenua della TV a un ruolo dietro la telecamera.
Nella mano sinistra teneva l’ultimo numero del giornale People, la cui copertina la ritraeva insieme agli altri cinque protagonisti di Wondermancer High, lo spettacolo televisivo che aveva costituito il suo lavoro e la sua casa negli ultimi sei anni. Nella mano destra, piegato dalla sua stretta, un certificato di matrimonio che affermava la sua unione con Dash Gregory. Era successo solo un’ora prima e se avvicinava il foglio, poteva sentire l'odore dell'inchiostro della stampante. Il suo pollice sfiorò la firma apposta con un pennarello nero dal celebrante, un sosia di Johnny Cash di mezza età con basette vere e la trippa. Dash aveva insistito dicendo che un falso Elvis sarebbe sembrato troppo cliché, e che il suo defunto padre, un fan di Cash, avrebbe apprezzato.
Gabby aveva ceduto facilmente. Si sarebbe sposata di fronte a una soubrette con un vestito luccicante con piume di struzzo pur di avere un matrimonio legittimo. Il sosia di Cash non aveva riconosciuto nessuno dei due, il che era positivo. Non faceva parte della fascia di pubblico del loro spettacolo e apparentemente non aveva nessun adolescente che lo costringesse a sedersi davanti al televisore ogni giovedì sera alle otto.
Poggiò il certificato di matrimonio sul comodino per evitare che si rovinasse ulteriormente, poi si concentrò sulla rivista. Buona fortuna, diplomati!, recitava il titolo, in riferimento al finale della serie che sarebbe andato in onda il mese successivo. La tristezza la sfiorò appena mentre ricordava l’emozione e l’angoscia che avevano pervaso il set mentre giravano le scene finali. Una sensazione molto più simile al sollievo. Aveva recitato la parte di Tula Truebend per sei stagioni e, per quanto ne sapesse il paese, la sua vita reale rispecchiava quella della studentessa etero e puritana che aspirava ai vertici del mondo magico. Con fatica. I suoi voti, abbastanza discreti da permetterle di continuare a recitare, non l'avrebbero fatta ammettere ad Harvard. Non aveva intenzione