Название | Cervello E Pandemia: Una Prospettiva Attuale |
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Автор произведения | Juan Moisés De La Serna Tuya |
Жанр | Медицина |
Серия | |
Издательство | Медицина |
Год выпуска | 0 |
isbn | 9788835427704 |
Con ciò si abbandona definitivamente la teoria della localizzazione che ha governato per decenni lo studio delle neuroscienze (Arias, 2018), dove si assegnava a ciascuna regione del cervello una determinata funzione psicologica, in modo tale che la lesione di questa impedisse alla persona lo svolgimento di tale funzione.
Attualmente è nota l’esistenza di una qualche specializzazione localizzata, ma quando le regioni che “tradizionalmente” effettuano tale lavorazione, per qualsiasi motivo, non funzionano correttamente, le regioni annesse se ne occupano normalmente. Quindi, si può dire che, le funzioni cognitive sono distribuite nel cervello, e sebbene ci siano centri specializzati per l’elaborazione di determinate informazioni, siano esse uditive, visive, propriocettive…tutto questo verrà poi distribuito per costituire delle tracce di memoria.
Una volta fatta luce sulle strutture e sulle funzioni del cervello, va notato che, prima dello sviluppo tecnologico che ha permesso la conoscenza attuale, e tenendo conto dei limiti del tempo, questa scienza è iniziata con lo studio dei casi post mortem, dove sono state analizzate le strutture danneggiate visibili di persone che hanno mostrato qualche tipo di carenza o problema cognitivo o comportamentale nella vita.
Uno dei casi più riconosciuti nella storia delle neuroscienze è quello di Phineas Gage (Damasio, 2018), che ha subito un infortunio sul lavoro in una miniera dove lavorava. Sfortunatamente una delle sbarre gli ha perforato il cranio, e da quel momento in poi, il suo comportamento è cambiato, diventando irregolare, imprevedibile e persino spericolato (@ Neuro100cias, 2018)
Imagine 6 Tweet su Phineas Gage
Traduzione Immagine 6: Lo strano caso di Phineas Gage.
Una barra di ferro di 3 cm di diametro attraversò la sua testa. Dopo 10 settimane, recuperò la sua funzione cerebrale quasi al 100%, ma la sua personalità cambiò radicalmente.
Lo studio post-mortem ha permesso di conoscere le aree colpite, in particolare il lobo frontale sinistro, che ha permesso di stabilire le prime ipotesi sul ruolo del lobo frontale nel controllo degli impulsi e del giudizio, nonché di dedurne il ruolo preminente nella pianificazione, nel coordinamento, nell’esecuzione e nella supervisione dei comportamenti.
Attualmente, l’avanzamento delle tecniche consente di osservare il cervello lavorando dal vivo prima di determinati compiti, il che ha permesso di conoscere non solo le aree cerebrali coinvolte, ma anche i percorsi di comunicazione tra le aree corticali e sottocorticali di determinati processi, siano essi di tipo più fisiologico o cognitivo, che applicati al campo medico, consentono di confrontare il cervello dei pazienti, con il cervello “normale”, e quindi di determinare in ogni caso a che punto sia il “problema”. Cosa particolarmente importante al momento dell’intervento, quando gli altri trattamenti non hanno avuto l’efficacia attesa per la loro risoluzione.
Oggigiorno, la conoscenza scientifica si ottiene con tecniche come la risonanza magnetica funzionale o l’elettroencefalografia, cioè tecniche non invasive che danno informazioni su ciò che sta accadendo all’interno della testa, ma senza la necessità di “aprire” o “attendere” l’analisi post-mortem.
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