Название | Vittorio Il Barbuto |
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Автор произведения | Guido Pagliarino |
Жанр | Полицейские детективы |
Серия | |
Издательство | Полицейские детективы |
Год выпуска | 0 |
isbn | 9788873043126 |
âRan, mâè successa âna cosa âe pazzi!â mâaveva quasi urlato dallâaltro capo del filo Vittorio senzâavermi salutato: âQua câè bisogno della tua testimonianzaâ: eravamo al terzo giorno successivo alla cena.
âPer cosa?â mâero preoccupato.
âNon ci crederai! Quel piezzâeâ fesso del Montgomery sâè messo in testa che ad ammazzare Bimba sia stato io! Crede dâessere ancora un dirigente dellâFBI, chilla capa tosta. Lâhai vista, la tele? Hai sentito, no? che i suoi avversari hanno fatto girare voce che avesse organizzato un falso attentato per farsi pubblicità , attentato che si sarebbe risolto involontariamente in tragedia?"
ââ¦e per scagionarsi, ha accusato te?!â
âSì, per via della barba e dâuna lettera anonima contro di me che gli avrebbero spedito, con lâaccusa dâaver odiato mia moglie e dâaver voluto ucciderla, nonché del fatto, figuriamoci! che io sarei stato nellâelenco degli invitati al banchetto. Insomma, vieni dal giudice istruttore. à a quattro passi da casa tua, in via Corte dâAppello: dottor Rossi; tâaspetta. Tu lâavevi visto il vero assassino, non è vero?â
âPiù o meno.â
Ero tutto preso dalla composizione dâun articolo per la terza pagina del mio giornale, la Gazzetta del Popolo, ma non avevo potuto negarmi: âDâaccordo, mi cambio e sono lì tra poco.â
Donald Montgomery, che aveva conosciuto Vittorio durante la nostra avventura americana, aveva riconosciuto proprio nel mio amico il barbuto assassino anche se, come me e come tutti, poteva averlo al massimo scorto. Certo avevano pesantemente influito sul riconoscimento la lettera anonima e il nome del DâAiazzo fra quelli deglâinvitati al banchetto. Il governatore sâera rivolto alla procura distrettuale di New York, che aveva chiesto lâestradizione di Vittorio. La colpa di quellâaccusa poteva essere stata, un poco, anche mia, come avrei presto capito: nel libro basato sulla vicissitudine americana vissuta con lâamico avevo parlato, sia pur usando falsi nomi, della moglie divorziata di lui e del fatto châegli ne era ancora innamorato e geloso, e tale affermazione era rimbalzata nel film che ne era stato tratto.
Sempre io, come un cretino, testimoniando davanti al giudice Rossi, per difendere lâamico avevo fatto peggio. Conosciuto il presunto movente, omicidio passionale per odio verso la vittima a causa di gelosia, avevo detto dâimpulso allâinquirente: âNo dottore, è ridicolo supporre come moventi la gelosia e lâodio, dopo tanti anni; e oltretutto il vice questore è innamorato di unâaltra; anzi, credo stia per sposarla.â
âAh!â m'era giunto in tono di soddisfatta sorpresa dal giudice, un uomo piuttosto basso sulla sessantina, alquanto soprappeso, con capelli grigi mal pettinati e indosso un doppiopetto dozzinale. Subito dopo aveva chiesto al mio amico: âCome si chiama e dovâè domiciliata la persona?â
âEeh! aveva espirato Vittorio: âSi chiama Marina Ferdi vedova Verdoni. Vive⦠viveva con unâamica, dopo la vedovanza, ma⦠da qualche giorno sta con me.â
âDottor DâAiazzoâ, l'aveva incalzato il Rossi, âavevo visto un film che, come la pubblicità aveva diffuso, era basato sopra una sua indagine, anche se il suo nome nella pellicola era stato cambiato: risultava che lei, come cattolico, si considerava ancora marito della vittima. à davvero così? e avrebbe veramente intenzione di sposare la signora Ferdi? Le ricordo che è sotto giuramento.â
âSâ¦sìâ: davanti a Dio quel bravâuomo di Vittorio non aveva saputo mentire.
âSenta, signor giudiceâ, ero intervenuto inquieto, âmi pare che si stia solo perdendo del tempo: io avevo visto lâassassino e le assicuro che non si trattava del dottor DâAiazzo.â
âLoro due sono amici, non è vero?â
ââ¦e con questo?!â
âNon dico che quanto ha detto non sia la sua verità , ma lâamicizia può obnubilare.â
Non aveva torto. Non potevo escluderlo senzâaltro, che quel barbuto visto a malapena fosse lui; però⦠ammazzare per risposarsi?! Suvvia, per non peccare dâadulterio, commettere un peccato dâomicidio? No, nemmeno se lâavessi visto: âNe sono certissimo; e poiâ, avevo mentito, âlâassassino era più magro del dottor DâAiazzo.â
âStatura?â
âDirei⦠sul metro e settantacinqueâ: anche questa me lâero inventata. Lâassassino mâera parso invece di molto meno alto, dieci centimetri di meno: proprio come Vittorio.
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