Caro Zorro, ancora non ti conosco e sento già il bisogno di scriverti, di raccontarti in prima persona quello che un giorno sentirai da tuo padre. Ti confesso che la prima sensazione che ho provato alla notizia del tuo arrivo è stata di malinconia: ho pensato che non sarei stata nel tuo futuro, non ti avrei accompagnato che per un breve tratto, insomma, mi sono sentita vecchia. Sarai un nipote d'oltremare, lontano fisicamente dalla mia vita e dai miei posti e forse non avrai la possibilità di conoscere bene questa nonna del continente: anche per questo ti scrivo. Un giorno verrai in questa cascina antica, ti guarderai attorno spaesato: abituato alla tua luminosa casa di Sardegna dai muri bianchi e le finestre che scoppiano di luce, ti stupirà vedere l'ombra che invade la cucina anche in pieno giorno, le pareti polverose di cenere, le piccole ragnatele che si nascondono dietro i mobili o negli angoli. Ti sarà strano sentire il silenzio, il fruscio del vento, il canto del gallo che irrompe nell'aria come lo scarabocchio d'una matita colorata. E se verrai d'inverno, ti farà paura il buio ghiacciato delle notti, la sensazione del vuoto intorno alla casa, l'impressione inquietante di essere caduto nel fondo di un abisso. Fisserai un orizzonte non più lontano del vecchio gelso e tutt'intorno la neve coprirà le immagini che già ti sembravano familiari e ti saranno di nuovo ignote e misteriose nelle improvvise e monotone sequenze del bianco. Io abito in questa casa, caro piccolo Zorro, sono la nonna di campagna, quella un po' strana, che sta sola e non ha paura della solitudine. Un romanzo dell'autrice italiana Mavi Pendibene, pubblicato da ProMosaik, insieme agli altri romanzi e racconti dell'autrice. Un approccio esistenziale alla letteratura. E soprattutto letteratura al femminile.