Название | Cavaliere, Erede, Principe |
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Автор произведения | Морган Райс |
Жанр | Героическая фантастика |
Серия | Di Corone e di Gloria |
Издательство | Героическая фантастика |
Год выпуска | 0 |
isbn | 9781632919267 |
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Jacket image Copyright Captblack76, used under license from Shutterstock.com.
INDICE
CAPITOLO UNO
Anche senza tutti i nobili di Delo a guardarlo, Tano si sarebbe sentito nervoso come ogni sposo nel giorno del suo matrimonio. Si trovava davanti all’altare preparato nel più grande salone da banchetto del castello e in qualche modo riusciva a stare perfettamente fermo, ma solo perché il suo allenamento da soldato lo tratteneva dal mostrare qualsiasi genere di paura. Lì in piedi davanti a tutti sentiva lo stomaco attorcigliarsi per la pressione.
Tano si guardò attorno mentre aspettava la sua sposa. Il salone era inondato di sete bianche e brillava di diamanti: c’era a malapena una superficie che non luccicasse. Addirittura i servitori che si occupavano dei nobili indossavano abiti che avrebbero umiliato qualsiasi mercante. E per quanto riguardava i nobili stessi, oggi sembravano essere usciti direttamente dal racconto di un bardo, vestiti di seta e velluto e carichi di oro e argento.
Per Tano era anche troppo, ma a dire il vero non aveva avuto voce nei preparativi. I reali di Delo avevano preparato il matrimonio che il re e la regina avevano deciso, e qualsiasi cosa non fosse perfetta avrebbe irritato la sua sposa. Si girò e li vide: re Claudio e la regina Atena sedevano insieme sui troni di legno massiccio ricoperti di foglia d’oro. Si mostravano fieri, ovviamente deliziati dalla sua decisione di aver accettato la sposa scelta da loro per lui.
Il sommo sacerdote, vestito con una tunica che rifletteva i raggi del sole, era in piedi accanto a lui. Sembrava un uomo benevolo e Tano, sentendosi più solo che mai, avrebbe voluto prenderlo da parte e chiedergli: Cosa faresti se non fossi sicuro di quale fosse il tuo posto?
Ma non poteva.
Non si trattava solo di essere nervoso per il matrimonio. C’erano così tante altre cose. C’era il fatto che ad Haylon i ribelli contavano su di lui perché li aiutasse a liberare l’Impero. Quel pensiero portò un lampo di determinazione, perché lui li avrebbe aiutati, a qualsiasi costo. Eppure si trovava in quel salone, circondato dai suoi nemici.
C’era anche il fatto che Lucio era lì, in piedi in un angolo, vestito con i paramenti regali viola e d’argento, intento ad adocchiare le ragazze della servitù. Tano dovette trattenersi per non andargli vicino e strangolarlo a mani nude.
E poi c’era il pensiero che mai l’avrebbe abbandonato:
Ceres.
Quello portava con sé una punta di dolore che anche adesso lo faceva sentire come se il petto potesse esplodergli. Stentava ancora a credere che fosse morta e sparita per sempre, perduta in una nave prigione mentre lui stava ad Haylon. Il solo pensiero minacciava di trascinarlo nel buio che lo aveva consumato quando era venuto a sapere della notizia.
Stefania l’aveva tirato fuori da tutto questo. Era stata lei il punto luminoso, l’unica persona a Delo che gli avesse donato una qualche