Tracce di Peccato . Блейк Пирс

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Название Tracce di Peccato
Автор произведения Блейк Пирс
Жанр Современные детективы
Серия Un Thriller di Keri Locke
Издательство Современные детективы
Год выпуска 0
isbn 9781640293496



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A bloccare l’ingresso dal resto della casa c’era una grande tenda di velluto rosso, come quella di uno scadente numero di magia. Mentre il ragazzo dai capelli lunghi richiudeva la porta dietro di loro, Dean scostò la tenda e le portò nel soggiorno.

      Sarah rimase scioccata da ciò che vide. La stanza era piena di divani, amorini e pouf. Su ognuno c’erano delle coppie che limonavano, e in alcuni casi che facevano di più. Tutte le ragazze sembravano avere l’età di Sarah, e la maggior parte sembrava fatta. Alcune sembravano anche svenute, il che non fermava i ragazzi, i quali sembravano tutti più vecchi, dal fare ciò che volevano. La vaga inquietudine che aveva provato avvicinandosi alla casa tornò, però molto più forte adesso.

      Non ci voglio stare in questo posto.

      L’aria era densa di erba e di qualcosa di più dolce e più forte che Sarah non riconosceva. Quasi a farlo apposta, Dean porse a Lanie uno spinello. Lei fece un gran tiro prima di passarlo a Sarah, che rifiutò. Decise che ne aveva abbastanza di quel posto, che sembrava il set di un vecchio film porno.

      Prese il telefono per chiamare un Uber ma scoprì che ancora non c’era ricezione.

      “Dean,” urlò per sovrastare la musica, “Devo chiamare mia madre per farle sapere che farò tardi ma non prende. Hai un telefono fisso?”

      “Certo. È in camera mia. Ti faccio strada,” si offrì lui, ancora una volta mostrando quel sorriso caldo e aperto prima di rivolgersi a Lanie. “Dolcezza, mi prenderesti una birra in cucina? È da quella parte.”

      Lanie annuì e puntò nella direzione che lui le aveva indicato, e Dean fece cenno a Sarah di seguirlo lungo un corridoio. Non sapeva neanche lei perché avesse mentito su chi dovesse chiamare. Ma qualcosa della situazione le faceva pensare che non sarebbe stato un bene dire che voleva filarsela.

      Dean aprì la porta alla fine del corridoio e si fece da parte per lasciarla passare. Lei si guardò intorno ma non vide nessun telefono.

      “Dov’è il fisso?” chiese, voltandosi verso Dean mentre udiva chiudersi la porta. Vide che aveva già girato la serratura e che stava attaccando la catena accanto alla cima della porta della camera.

      “Scusa,” disse stringendosi nelle spalle, ma con un tono per nulla dispiaciuto. “Devo averlo spostato in cucina. Credo di essermene dimenticato.”

      Sarah valutò quanto aggressiva dovesse essere. C’era qualcosa di sbagliatissimo, nella situazione. Era chiusa a chiave in una camera da letto di quello che sembrava un bordello in una zona squallida di Little Armenia. Non sapeva quanto sarebbe stato efficace sfidarlo, viste le circostanze.

      Sii dolce. Fa’ la scema. Cerca di andartene.

      “Okay,” disse con fare allegro, “allora andiamo in cucina.”

      Mentre parlava udì lo sciacquone del bagno. Si voltò e vide la porta del bagno aperta su un enorme ispanico che indossava una t-shirt bianca sollevata su una gigantesca pancia pelosa. Aveva la testa rasata e la barba lunga. Dietro di lui, sul pavimento di linoleum, era stesa una ragazza che non poteva avere più di quattordici anni. Aveva su solo le mutandine e sembrava svenuta.

      Sarah sentì stringersi il petto e respirare si fece difficile. Cercò di nascondere il panico crescente che provava.

      “Sarah, lui è Chiqy,” disse Dean.

      “Ciao, Chiqy,” disse, sforzandosi di tenere la voce calma. “Mi dispiace ma devo lasciarvi subito, vado in cucina a fare una telefonata. Dean, potresti aprirmi la porta?”

      Decise che invece di cercare di trovare la cucina, dove dubitava ci fosse un telefono comunque, avrebbe puntato dritta all’uscita. Una volta fuori, avrebbe fatto l’autostop. Poi avrebbe chiamato il 911 per chiedere aiuto per Lanie.

      “Lascia che ti dia un’occhiata migliore,” ordinò Chiqy con voce roca, ignorando quel che lei aveva detto. Sarah si voltò e vide che il grosso uomo la squadrava. Dopo un istante, si leccò le labbra. A Sarah venne da vomitare.

      “Che ne pensi?” gli chiese Dean con impazienza.

      “Credo che le mettiamo un prendisole con le codine e ne tiriamo fuori un buon reddito.”

      “Adesso vado,” disse Sarah, e si precipitò alla porta. Con sua sorpresa, Dean si fece da parte, con aria divertita.

      “Hai usato il jammer in modo che non potesse usare il telefono?” udì dire da Chiqy alle sue spalle.

      “Sì,” rispose Dean. “L’ho guardata bene. Ci ha provato un sacco ma sembra non aver mai avuto ricezione. Vero, Sarah?”

      Lei armeggiava con la catena della serratura, e l’aveva quasi aperta quando una grossa ombra le bloccò improvvisamente la luce. Fece per girarsi ma prima di riuscirci sentì una botta alla nuca e poi tutto diventò nero.

      CAPITOLO UNO

      La detective Keri Locke aveva il cuore che andava a mille. Anche se si trovava nel mezzo dell’enorme stazione di polizia, non prestava attenzione a nulla di ciò che la circondava. Riusciva a malapena a pensare razionalmente mentre fissava l’email sul telefonino, rifiutandosi di credere che fosse vera.

      disponibile a incontrarti se segui le regole. mi farò sentire presto.

      Le parole erano semplici ma il significato era colossale.

      L’aveva aspettato per sei lunghe settimane, sperando contro ogni speranza che l’uomo che sospettava le avesse rapito la figlia cinque anni prima si mettesse in contatto con lei. E adesso l’aveva fatto.

      Keri allontanò il telefono sulla scrivania e chiuse gli occhi, cercando di rimanere composta mentre tentava di cogliere appieno la situazione. Quando per la prima volta aveva scoperto il contatto dell’uomo conosciuto solo come il Collezionista, aveva organizzato un incontro. Ma lui non si era fatto vedere.

      Gli aveva scritto per scoprire cosa fosse accaduto. Lui aveva detto che lei non aveva seguito le regole, ma aveva accennato che magari in futuro si sarebbe fatto risentire. Ci erano volute tutta la disciplina e la pazienza del mondo per non cercare di contattarlo di nuovo. Voleva farlo disperatamente, ma temeva che se ci fosse andata troppo pesante lui l’avrebbe presa male e avrebbe eliminato completamente l’indirizzo email, lasciandola senza modo di trovarlo – o di trovare Evie.

      E ora, dopo le angoscianti settimane di silenzio, finalmente si era rimesso in contatto con lei. Certo, lui non lo sapeva che stava comunicando con la madre di Evie, e nemmeno che era una donna. Tutto ciò che sapeva lui era che si trattava di un potenziale cliente con cui stava discutendo di un lavoro di rapimento.

      Questa volta Keri avrebbe preparato un piano migliore. L’ultima volta aveva avuto meno di un’ora per arrivare al luogo scelto da lui. Aveva cercato di mandare qualcun altro al posto suo per controllare la situazione da lontano. Ma lui comunque lo sapeva che il ragazzo che lei gli aveva mandato non era il suo cliente, e non si era fatto vedere. Keri non poteva permettere che accadesse ancora.

      Resta calma. Sei arrivata fin qui e sta funzionando. Non rovinare tutto agendo d’impulso. Adesso non c’è niente che tu possa fare, comunque. Tocca a lui. Rispondigli con semplicità e aspetta che si faccia risentire.

      Keri digitò una sola parola:

      okay

      Poi mise il telefono in borsa e si alzò dalla scrivania, troppo nervosa e agitata per restarsene seduta. Sapendo che non c’era altro che potesse fare, cercò di togliersi il Collezionista dalla testa.

      Puntò alla stanza del personale per prendere qualcosa da mangiare. Erano passate le sedici e aveva lo stomaco che si lamentava, anche se non sapeva se fosse perché aveva saltato il pranzo o per l’ansia generale.

      Quando arrivò vide il suo partner, Ray Sands, che frugava nel frigorifero. Era famoso perché acchiappava qualsiasi pietanza non etichettata con cura. Fortunatamente la sua insalata di pollo, con il nome “Keri” scritto a chiare lettere sul contenitore, era nascosta nell’angolo