Una Ragione per Salvarsi . Блейк Пирс

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Название Una Ragione per Salvarsi
Автор произведения Блейк Пирс
Жанр Современные детективы
Серия Un Mistero di Avery Black
Издательство Современные детективы
Год выпуска 0
isbn 9781640293731



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e violento.

      La ciliegina sulla torta era il fatto che le mancava la mano sinistra. Il moncherino ancora sanguinante indicava che era stata tagliata meno di sei ore prima.

      Gridò da sopra la spalla verso il gruppo di detective. “Segni preliminari di stupro?”

      “Niente di visibile,” gridò a sua volta uno di loro. “Non lo sapremo per certo fino a quando non l’avremo portata via di qui.”

      Lei percepì l’acidità in quel commento ma l’ignorò. Riprese a muoversi lentamente intorno alla donna. Finley la guardava da una distanza di sicurezza, con l’aria di qualcuno che avrebbe voluto essere in una qualsiasi altra parte del mondo. Studiò il corpo, la sua natura. Era stato fatto da un uomo che aveva bisogno di dimostrare qualcosa. Quello era ovvio.

      È per questo che vogliono collegarlo ad Howard, pensò. È appena scappato, era stato imprigionato per i suoi crimini e forse vuole dimostrare di essere ancora pericoloso, a se stesso e alla polizia.

      Ma non le sembrava giusto. Howard era un folle ma quello era quasi barbarico. Era al di sotto di lui.

      Howard non ha problemi a uccidere, né a farlo in modi che attirino l’attenzione dei media. Ha sparso le parti dei corpi delle sue vittime attorno a tutta Harvard, in fondo. Ma mai niente del genere. Questo è oltre l’oscenità. Gli omicidi di Howard erano violenti, ma c’era qualcosa di quasi pulito in essi… le prove dicono che prima strangolasse le sue vittime e poi le facesse a pezzi. E anche i tagli delle parti del corpo erano fatti con una certa precisione.

      Quando finalmente si allontanò, registrando tutti i dettagli nella propria mente, Finley si fece avanti. “Che cosa pensi?” chiese.

      “Ho un’idea,” rispose lei. “Ma a O’Malley non piacerà per niente.”

      “Che sarebbe?”

      “Howard Randall non ha niente a che vedere con questo caso.”

      “Cazzate. E la mano? Vuoi scommettere che è nascosta da qualche parte nel campus di Harvard?”

      Avery rispose con un semplice mmmhhh. Era lecito pensarlo, ma non ne era convinta.

      Fecero per tornare verso l’auto, ma prima ancora che potessero arrivare al nastro della scena del crimine, vide una macchina inchiodare stridendo davanti al marciapiede in strada. Non la conosceva, ma riconobbe il volto. Era il sindaco.

      Che cosa ci fa qui quel cretino? si domandò. E perché sembra così arrabbiato?

      L’uomo si avvicinò come una furia ai detective rimasti, che gli fecero strada come un sol uomo. Mentre lo lasciavano passare, Avery si chinò sotto il nastro della scena del crimine per andargli incontro. Decise di fermarlo prima che potesse infilare il becco nel casino sanguinolento che lo aspettava dietro di lei.

      Il volto del sindaco Greenwald era una maschera rossa di pura rabbia. Avery si aspettava che cominciasse a schiumare dalla bocca.

      “Avery Black,” sibilò, “che accidenti credi di fare qui?”

      “Beh, signore,” esordì lei, non sapendo bene come rispondergli.

      A quanto pareva, non aveva importanza. Un’altra auto arrivò a gran velocità sul ciglio del marciapiede, quasi fermandosi sul retro di quella del sindaco. Quell’auto la riconobbe. Si era appena parcheggiata quando O’Malley uscì dal lato del passeggero. Connelly spense il motore e uscì a sua volta, raggiungendo il capitano il più rapidamente possibile.

      “Sindaco Greenwald,” esclamò O’Malley. “Non è come pensa.”

      “Questa mattina, che cosa mi hai detto?” replicò Greenwald. “Mi hai detto che tutte le prove indicano che è opera di Howard Randall. Mi hai assicurato che ti saresti occupato della questione e che la scena del crimine avrebbe potuto offrire degli indizi su dove si nasconda quel figlio di puttana. Non è così?”

      “Sì, signore, l’ho fatto,” rispose O’Malley.

      “E vorresti dirmi che affidare il caso ad Avery Black sarebbe il tuo modo di occuparti della questione? La stessa detective che la stampa sa essersi incontrata con lui in privato in moltissime occasioni?”

      “Signore, le assicuro, non si sta occupando del caso. L’ho chiamata solo per una consulenza. Dopo tutto, conosce Howard Randall meglio di chiunque altro in polizia.”

      “Non mi importa. Se la stampa lo viene a sapere… se gli viene anche solo il dubbio che la detective Black si stia occupando del caso, avrò talmente tanta merda da spalare che userò i vostri stipendi per comprare le vanghe.”

      “Sì, capisco, signore. Ma il…”

      “La città è già terrorizzata con Randall a piede libero,” continuò il sindaco, ormai lanciato. “Sai bene quanto me che arrivano almeno trenta chiamate al giorno di cittadini in ansia sicuri di averlo visto. Quando sapranno dell’omicidio, e parliamoci chiaro, è solo una questione di tempo, capiranno che è stato lui. E se Avery Black del cazzo si sta occupando del caso, o è anche solo nei paraggi…”

      “Non ha importanza,” lo interruppe Avery, avendo sentito abbastanza.

      “Che cosa hai detto?” praticamente gridò il sindaco Greenwald.

      “Ho detto che non ha importanza. Non è stato Howard Randall a uccidere questa donna.”

      “Avery…” cominciò Connelly.

      Nel frattempo, O’Malley e il sindaco Greenwald la guardavano come se le fosse spuntato un terzo braccio.

      “Dici sul serio?” chiese Greenwald.

      E prima che potesse rispondere, con sorpresa di nessuno O’Malley prese le difese del sindaco. “Black… lo sai che è opera di Howard Randall. In nome di Dio, perché credi che non sia così?”

      “Rileggete i suoi fascicoli,” ribadì lei. Poi guardò Greenwald e aggiunse: “Lo faccia anche lei. Controlli i fascicoli su Howard Randall. Trovi uno dei suoi omicidi che sia simile a questo, così esagerato e sanguinolento. Lo smembramento è una cosa, ma questo è quasi predatorio. Howard prima strangolava le sue vittime. Quello che vedo in quest’ultimo assassinio è ben diverso da lui.”

      “Howard Randall ha spaccato la testa di una donna con uno stramaledetto mattone,” esclamò Greenwald. “Direi che è abbastanza brutale e sanguinario.”

      “Lo è. Ma quella donna è stata colpita due volte e il rapporto dice che è stato il secondo colpo a ucciderla, non il primo. Howard Randall non lo faceva per l’eccitazione o la violenza o la strumentalizzazione. Anche nello spargimento delle parti del corpo, c’era una quantità minima di sangue. È quasi come se avesse voluto evitarlo, nonostante le sue azioni. Ma questo omicidio… è troppo. È gratuito. E anche se è un mostro e di certo un assassino, Howard Randall non è gratuito.”

      Notò un mutamento sul volto di O’Malley. Almeno ci stava pensando, prendendo i suoi esempi con le pinze. D’altra parte il sindaco Greenwald non voleva dare retta.

      “No. È opera di Howard Randall ed è ridicolo pensare altrimenti. Per quel che mi riguarda, questo omicidio ha acceso un fuoco sotto tutto il dipartimento A1, che diavolo, sotto ogni agente di tutta la città! Voglio Howard Randall in manette o cadranno delle teste. E con effetto immediato, voglio Black lontana dal caso. Non deve essere coinvolta in nessuna veste!”

      Detto ciò, Greenwald tornò a grandi passi all’auto. Avery si era dovuta sorbire molte riunioni insieme a lui in passato e stava iniziando a pensare che si aggirasse a grandi passi in ogni occasione. Non lo aveva mai visto camminare normalmente.

      “Sei tornata in servizio da mezz’ora,” commentò Connelly, “e sei già riuscita a far incavolare il sindaco.”

      “Non sono in servizio,” sottolineò lei. “E comunque come faceva a sapere che ero qui?”

      “Non ne abbiamo idea,” rispose O’Malley. “Crediamo che dei giornalisti ti abbiano vista uscire dalla centrale e