Название | Il Quartiere Perfetto |
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Автор произведения | Блейк Пирс |
Жанр | Современные детективы |
Серия | Un emozionante thriller psicologico di Jessie Hunt |
Издательство | Современные детективы |
Год выпуска | 0 |
isbn | 9781640297050 |
“Il senso di colpa è travolgente,” disse lei, stando al gioco.
“Ci scommetto. Devo dire che le cose apparentemente non andranno molto bene per il tuo futuro ex marito. Anche se l’accusa non parla di pena di morte, dubito che metterà mai il naso fuori di galera.”
“Detto da lei…” mormorò Jessie, non avendo certo bisogno di finire la frase.
“Passiamo a un argomento più allegro, che dici?” suggerì Hernandez. “Come puoi ricordare, o forse anche no, dalla mia visita alla tua classe, lavoro per un’unità speciale nella divisione Omicidio con Furto. Si chiama Sezione Speciale Omicidi, o SSO in breve. Ci specializziamo in casi di alta levatura, quelli che generano un sacco di interesse da parte dei media o di osservazione da parte del pubblico. Questo potrebbe includere incendi dolosi, omicidi con vittime multiple, omicidi di persone importanti, e ovviamente serial killer.”
“Come Bolton Crutchfield, il tipo che lei ha aiutato a catturare.”
“Esattamente,” rispose lui. “La nostra unità impiega anche dei profiler. Non sono esclusivi per noi. L’intero dipartimento ha accesso a loro, ma noi abbiamo la priorità. Può darsi che tu abbia sentito parlare del nostro profiler senior, Garland Moses.
Jessie annuì. Moses era una leggenda nella comunità dei profiler criminali. Ex agente dell’FBI, era stato spostato sulla Costa occidentale per andare in pensione alla fine degli anni Novanta, dopo aver passato decenni a rimbalzare in giro per il paese a caccia di serial killer. Ma il Dipartimento di Polizia di Los Angeles gli aveva fatto un’offerta e lui aveva accettato di lavorare come consulente. Veniva pagato dal dipartimento, ma non era un dipendente ufficiale, quindi poteva andare e venire a suo piacimento.
Aveva più di settant’anni ora, ma si faceva vedere al lavoro ancora tutti i giorni. E almeno tre o quattro volte all’anno Jessie aveva letto storie di lui che risolveva un caso che nessuno altro era riuscito a decifrare. Doveva avere un ufficio al secondo piano di quell’edificio, all’interno di quello che si diceva fosse un ex sgabuzzino per le scope.
“Lo incontrerò?” chiese Jessie, cercando di controllare il proprio entusiasmo.
“Non oggi,” disse Hernandez. “Forse se prendi il lavoro e ti stabilisci per un po’, te lo presenterò. È un tipo un po’ scontroso.”
Jessie sapeva che Hernandez si stava comportando in modo diplomatico. Garland Moses aveva la reputazione di essere uno stronzo taciturno e con poca pazienza. Se non fosse stato eccezionale ad acciuffare assassini, probabilmente non avrebbe mai trovato un posto di lavoro.
“Quindi Moses è un po’ come il profiler emerito del dipartimento,” continuò Hernandez. “Fa vedere la sua faccia solo per casi davvero grossi. Il dipartimento ha un numero di altri dipendenti e liberi professionisti che usa per situazioni meno celebrate. Sfortunatamente il nostro profiler junior, Josh Caster, ha presentato ieri le sue dimissioni.
“Perché?”
“Ufficialmente?” chiese Hernandez. “Voleva spostarsi in una zona più adatta a una famiglia. Ha moglie e due bambini che non vede mai. Quindi ha accettato una posizione a Santa Barbara.”
“E non ufficialmente?”
“Non ce la faceva più. Ha lavorato per la omicidi con furto per cinque o sei anni, è andato al programma di formazione dell’FBI, è tornato eccessivamente zelante e ha spinto veramente tanto come profiler per due anni poi. E alla fine è andato a sbattere contro un muro.”
“Cosa intende dire?” chiese Jessie.
“Questo è un brutto affare, Jessie. Non mi sento di dovertelo dire, con quello che è successo con tuo marito. Ma una cosa è essere sfiorati da violenza e morte. Un’altra è vedersela davanti tutti i giorni, vedere cosa possono farsi l’un l’altro i più orrendi esseri umani. È difficile mantenere la propria umanità sotto agli attacchi di quella roba. Ti scardina. Se non hai un posto dove mettere via tutto alla fine della giornata, può davvero incasinarti la vita. È una cosa alla quale devi pensare, considerando la mia offerta.
Jessie decise che non era il momento di raccontare al detective Hernandez che la sua esperienza con Kyle non era stata la prima volta in cui aveva visto la morte da vicino. Non era certa che dover assistere a suo padre che assassinava più persone quando era ancora una bambina, inclusa sua madre, potesse interferire con le sue prospettive di lavoro.
“Qual è esattamente la sua proposta?” gli chiese, cambiando del tutto argomento.
Avevano raggiunto la scrivania di Hernandez. Lui le fece cenno di sedersi davanti a lui mentre continuava a parlare.
“Sostituire Caster, almeno provvisoriamente. Il dipartimento non è pronto ad assumere un nuovo profiler full-time al momento. Avevano messo un sacco di risorse in Caster, e ora si sentono esauriti. Vogliono fare una grossa selezione del giusto candidato prima di assumere qualcuno che lo sostituisca permanentemente. Nel frattempo, stanno cercando qualcuno di giovane a cui non interessi non essere impiegato a tempo pieno o essere sottopagato.”
“Questo di certo richiamerà i migliori applicanti,” disse Jessie.
“Sono d’accordo. Questa è la mia paura: che nell’interesse di tenere basso il costo, andranno a finire con uno che non ha le ossa. Io? Piuttosto proverei qualcuno che magari sembra inesperto, ma ha talento, piuttosto che ricadere su chi non è in grado di stendere un misero identikit.”
“Lei pensa che io abbia talento?” chiese Jessie, sperando di non suonare come quella che va a caccia di complimenti.
“Penso che tu abbia del potenziale. L’hai dimostrato nel caso presentato in aula. Rispetto il tuo professore Warren Hosta. E lui mi dice che hai un vero talento. Non è andato nello specifico, ma ha indicato che ti è stato dato il permesso di interrogare un detenuto di grosso valore, e che hai stabilito un rapporto che potrebbe dare i suoi frutti in futuro. Il fatto che non abbia potuto darmi più informazioni su quello che sta facendo una giovane neo laureata, dimostra che non sei esattamente l’ultima arrivata. E poi sei riuscita a svelare il complicato piano omicida di tuo marito quando era ancora in corso. Non sono cose da lasciar passare inosservate. So anche che sei stata accettata dall’Accademia nazionale dell’FBI, pur senza nessuna esperienza nella polizia. Non succedere praticamente mai. Quindi vorrei provare a puntare su di te, lanciando il tuo nome nella mischia. Sempre che ti interessi. Ti interessa?”
CAPITOLO CINQUE
“Quindi non andrai a quella cosa dell’FBI?” le chiese Lacy incredula mentre assaporava un altro sorso di vino.
Erano sedute sul divano con mezza bottiglia di vino davanti, alle prese con il takeaway cinese che gli era appena stato recapitato a casa. Erano le 8 di sera passate e Jessie era esausta per la lunghissima giornata: non ne passava una del genere da mesi.
“Lo farò, solo che non adesso. Mi hanno concesso una proroga una tantum. Potrò entrare in un’altra classe accademica, fintanto che mi inserisca nei prossimi sei mesi. Altrimenti dovrò rifare domanda. Dato che sono stata fortunata ad essere selezionata questa volta, è una sufficiente garanzia che ci andrò presto.”
“E stai mollando tutto per andare a fare un noioso lavoro al Dipartimento di Polizia di Los Angeles?” chiese Lacy incredula.
“Ti ripeto: non sto mollando tutto,” sottolineò Jessie mandando giù un grosso sorso dal suo bicchiere, “solo posticipando. Già ero indecisa con tutte le cose che ho per mano, tra la vendita della casa e il mio recupero fisico. Questo è stato il fattore determinante. E poi mi sembra una figata!”
“No, per niente,” disse Lacy. “A me sembra una noia mortale. Anche il tuo amico detective ha detto che ti assegneranno compiti di routine, gestendo i casi più marginali di cui nessun altro vuole farsi carico.”
“All’inizio. Ma non appena avrò