La moglie perfetta . Блейк Пирс

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Название La moglie perfetta
Автор произведения Блейк Пирс
Жанр Современные детективы
Серия Un emozionante thriller psicologico di Jessie Hunt
Издательство Современные детективы
Год выпуска 0
isbn 9781640296664



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spiegò Jessie. “Hanno aperto una succursale qui all’inizio di quest’anno e recentemente gli affari si sono ampliati. È una cosa grossa per loro, perché la PFG è una struttura piuttosto conservatrice. Ad ogni modo, gli hanno chiesto di dare una mano nella conduzione. E allora abbiamo pensato che forse era giunto il momento di fare un cambiamento, dato che abbiamo idea di mettere su famiglia.”

      “Oh, visto quanto è grande questa casa, avevo dato per scontato che aveste già figli,” disse Kimberly.

      “No, ma siamo ottimisti,” rispose Jessie, cercando di nascondere l’improvviso imbarazzo che fu sorpresa di provare. “Tu hai bambini?”

      “Due. Una bimba di quattro anni e un maschietto di due. In effetti davo andare a prenderli all’asilo tra poco.”

      Kyle arrivò e le cinse la vita con un braccio mentre allungava l’altro per stringere la mano a Kimberly.

      “Ciao,” disse calorosamente.

      “Ciao, benvenuto,” gli rispose. “Mioddio, tra voi due i vostri futuri figli saranno dei giganti. Mi sento minuscola vicino a voi.”

      Seguì un breve e impacciato silenzio, mentre sia Jessie che Kyle si chiedevano come rispondere.

      “Grazie?” disse lui alla fine.

      “Scusa. Sono stata una maleducata. Mi chiamo Kimberly, la vostra vicina che sta in quella casa lì,” disse indicando dall’altra parte della strada.

      “Piacere, Kimberly. Io sono Kyle Voss, il marito di Jessie.”

      “Voss? Pensavo di aver capito Hunt.”

      “Lui è Voss,” spiegò Jessie. “Io sono Hunt, almeno per ora. Sto continuando a rimandare la compilazione delle carte per cambiare il cognome.”

      “Capisco,” disse Kimberly. “Da quanto siete sposati?”

      “Quasi due anni,” ammise Jessie timidamente. “Ho dei veri problemi con la procrastinazione. Questo potrebbe spiegare perché io stia ancora studiando.”

      “Oh,” disse Kimberly, chiaramente sollevata di poter lasciar cadere il delicato argomento cognome. “Cosa studi?”

      “Psicologia forense.”

      “Wow, sembra emozionante. Fra quanto sarai ufficialmente una psicologa?”

      “Beh, sono un po’ in ritardo,” disse Jessie, condividendo la storia obbligatoria propinata a ogni festa avessero frequentato negli ultimi due anni. “Ho iniziato con la psicologia infantile quando eravamo alla USC prima di laurearci: è lì che ci siamo conosciuti. Stavo anche facendo un tirocinio per la specialistica quando mi sono resa conto che non ero in grado di gestirlo. Gestire i problemi emotivi dei bambini era troppo per me. Quindi ho cambiato.”

      Evitò appositamente di includere alcuni altri dettagli del motivo per cui aveva lasciato il suo tirocinio. Non c’era quasi nessuno che li conoscesse, e lei certo non aveva intenzione di condividerli con una vicina di casa che aveva appena incontrato.

      “Quindi trovi meno problematico gestire la psicologia dei criminali rispetto a quella dei bambini?” chiese Kimberly stupita.

      “Strano, eh?” le concesse Jessie.

      “Rimarresti a bocca aperta,” si intromise Kyle. “Ha questa propensione a infilarsi nelle teste della gente cattiva. Diventerà una profiler grandiosa alla fine. Qualsiasi potenziale Hannibal Lecter là fuori farà bene a stare in guardia.”

      “Davvero,” disse Kimberly con voce debitamente impressionata. “Hai dovuto avere a che fare con serial killer e roba del genere?”

      “Non ancora,” ammise Jessie. “La maggior parte della mia formazione è stata accademica. E con il trasloco ho dovuto cambiare scuola. Quindi farò il mio corso pratico alla UC-Irvine con l’inizio di questo semestre. È l’ultimo, quindi mi laureo in dicembre.”

      “Corso pratico?” chiese Kimberly.

      “È un po’ come uno tirocinio, solo che con minore coinvolgimento. Verrò assegnata a una prigione o a un ospedale psichiatrico, dove osserverò e interagirò con detenuti e pazienti. È quello che ho sempre desiderato fare.”

      “La possibilità di fissare i cattivi negli occhi e vedere le loro anime,” aggiunse Kyle.

      “Forse così è un po’ esagerato,” disse Jessie dandogli un pugno amichevole sulla spalla. “Ma alla fine, sì.”

      “È tutto molto elettrizzante,” disse Kimberly con espressione sinceramente coinvolta. “Sono sicura che avrai delle storie pazzesche da raccontare. Approposito, hai detto che vi siete conosciuti a scuola?”

      “Dormitorio, primo anno,” disse Kyle.

      “Oh,” incalzò Kimberly. “Finiti insieme mentre facevate il bucato, quel genere di cosa?”

      Kyle lanciò un’occhiata a Jessie e prima che potesse anche solo dire una parola, lei capì che stava per tuffarsi nella loro solita storia da cocktail party.”

      “Ecco la versione ridotta,” iniziò. “Eravamo amici, ma abbiamo iniziato a uscire insieme a metà del primo semestre, dopo che lei è stata scaricata da uno stronzo. Lui è stato buttato fuori dalla scuola, non per aver smesso di uscire con lei, direi. Però credo che lei abbia schivato una pallottola. Ci siamo mollati il terzo anno, ma siamo tornati insieme durante l’ultimo. Abbiamo continuato a uscire per un anno poi, prima di andare a vivere insieme. Siamo rimasti così per un altro anno, e poi ci siamo fidanzati. E abbiamo pronunciato il sì dieci mesi dopo. In ottobre saranno due anni di magnifico matrimonio.”

      “Quindi siete innamoratini del college. Che romantico.”

      “Sì, so che sembra così,” disse Kyle. “Ma c’è voluto un po’ per averla vinta su di lei. E per tutto il tempo venivo respinto a bastonate. Come puoi immaginarti, praticamente ogni tizio che la vedesse era subito invaghito della signorina Jessica Hunt. E questo solo guardandola. Poi, quando la conosci, resti ancora più cotto.”

      “Kyle,” disse Jessie diventando rossa. “Mi stai mettendo in imbarazzo. Risparmiane un po’ per ottobre.”

      “Sapete,” disse Kimberly con un sorriso. “Mi è appena venuto in mente che devo andare a prendere i bambini adesso. E mi sento come se avessi improvvisamente interrotto il programma di una famiglia felice che vuole inaugurare la nuova casa. Quindi vado. Ma prometto che vi presenterò alla gente di qui. Abbiamo veramente un quartiere di amiconi. Si conoscono tutti. Organizziamo barbecue settimanali in strada. I bimbi si fermano tutto il tempo a dormire dagli amichetti. Tutti fanno parte del circolo nautico locale, anche se non hanno una barca. Una volta sistemati, scoprirete che questo è un posto meraviglioso dove vivere.”

      “Grazie Kimberly,” disse Kyle accompagnandola alla porta. “Non vediamo l’ora di conoscere tutti. E grazie tante ancora per i brownie.”

      Dopo che se ne fu andata, Kyle chiuse la porta facendo un siparietto per dare a vedere che girava la chiave a più mandate.

      “Mi è sembrata simpatica,” disse. “Speriamo che siano tutti così.”

      “Sì, mi è piaciuta,” confermò Jessie. “Un po’ impicciona, ma immagino che la gente qua sia così. Immagino che sia ora di abituarmi a non avere più un’anonimità.”

      “Ci si abituerà,” disse Kyle. “Ma penso che a lungo termine preferiremo conoscere i nomi dei nostri vicini e avere la possibilità di lasciare le porte aperte.”

      “Però ho notato che ora l’hai appena chiusa,” puntualizzò Jessie.

      “Questo perché stavo pensando a quello che ha detto Kimberly su quella cosa dell’inaugurare la nostra nuova casa,” le disse avvicinandosi e levandosi la seconda camicia in dieci minuti. “E non mi piace essere interrotto durante un’inaugurazione.”

      *

      Più tardi quella