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padre e lo scudo siano in qualche modo connessi a tutto questo?” Caitlin chiese. “Credi che andare nei posti in cui si trovava Gesù ci condurrà da mio padre?”

      Caleb chiuse quasi gli occhi, mentre sembrava riflettere a lungo.

      “Non lo so,” il marito rispose infine. “Ma chiaramente, tuo padre sta custodendo un segreto molto importante. Un segreto non soltanto per la razza vampira, ma per l'intera umanità. Uno scudo o un'arma, che cambierà la natura dell'intera razza umana, per sempre. Dev'essere molto potente. E suppongo che se qualcuno dovrà guidarci da lui, allora si tratta di qualcuno di molto potente. Come Gesù. Per me, avrebbe senso. Forse, per trovare l'uno, dobbiamo trovare l'altro. Dopotutto, è la tua croce che ha consentito l'accesso a molte chiavi e che ci ha condotti qui. E quasi tutti i nostri indizi si trovavano in chiese e monasteri.”

      Caitlin provò a mettere insieme tutti i pezzi del puzzle. Era possibile che suo padre conoscesse Gesù? Era uno dei suoi discepoli? L'idea era sconvolgente, e il suo senso di mistero attorno a lui s'infittiva.

      Lei si sedette sul pozzo, guardando intorno nel villaggio dormiente, stupefatta. Non aveva idea nemmeno di dove cominciare a cercare. Nulla le veniva in mente. E per di più, disperava di trovare Scarlet. Sì, voleva trovare suo padre più di tutto; sentiva che le quattro chiavi praticamente stavano bruciando nella sua tasca. Ma non vedeva alcun modo ovvio per utilizzarle— ed era difficile persino concentrarsi su di lui, con il pensiero di Scarlet in mente. L'idea che fosse tutta sola lì fuori la distruggeva. Come poteva sapere se era al sicuro?

      Ma, alla fine, non aveva nemmeno idea di dove cercare Scarlet. Provava un crescente senso di disperazione.

      Improvvisamente, vide un pastore oltrepassare la porta e camminare lentamente verso la piazza della città, seguito dal suo gregge di pecore. Indossava una veste bianca e lunga, e il capo era coperto da un cappuccio, che lo riparava dal sole: sembrava che si dirigesse verso di loro, con in mano un bastone. Inizialmente, a Caitlin sembrò che li cercasse. Ma poi capì: il pozzo. Stava soltanto venendo a prendere dell'acqua da bere, e loro si trovavano proprio lì.

      Appena arrivati nella piazza, le pecore sciamarono tutte intorno a lui, riempiendo la piazza, dirette verso il pozzo. Sapevano che era il momento di abbeverarsi. Nell'arco di pochi istanti, Caitlin e Caleb si trovarono nel mezzo del gregge, con gli animali che li spingevano via così da potersi avvicinare all'acqua. Il loro belato impaziente colmò l'aria, mentre aspettavano che il loro pastore desse loro da bere.

      Caitlin e Caleb si spostarono lateralmente, mentre il pastore si avvicinava al pozzo, tirando la corda arrugginita, e sollevando il secchio lentamente. Mentre lo sollevava, si abbassò il cappuccio.

      Caitlin fu sorpresa nel vedere che era giovane. Aveva lunghi capelli biondi, una barba bionda e lucenti occhi blu. Sorrise, e lei poté scorgere le rughe illuminate dal sole, intorno agli occhi, e sentire il calore e la gentilezza che promanavano dalla sua persona.

      Il pastore afferrò il secchio, pieno d'acqua fino all'orlo, e, benché fosse visibilmente assetato, la fronte imperlata di sudore, si voltò e lo rovesciò nell'abbeveratoio alla base del pozzo. Le pecore si fecero avanti, belando, spingendosi tra loro mentre bevevano.

      Caitlin improvvisamente avvertì che forse quell'uomo sapeva qualcosa, che forse era apparso sulla loro strada per una ragione. Se Gesù viveva in quell'epoca, si chiese, forse quell'uomo aveva sentito parlare di lui …

      Ansiosa e tesa ad un tempo, si schiarì la gola e si rivolse al pastore: “Mi scusi?”.

      L'uomo si voltò e l'intensità del suo sguardo la trafisse.

      “Stiamo cercando qualcuno. Mi chiedevo se lei potesse sapere se vive qui.”

      L'uomo quasi chiuse gli occhi, e, in quell'istante, Caitlin percepì chiaramente che lui stava guardando attraverso di lei. Fu inspiegabile.

      “Lui vive,” l'uomo rispose, come se le leggesse la mente. “Ma non è più qui.”

      Caitlin riusciva a malapena a crederci. Era vero.

      “Dov'è andato?” intervenne Caleb. Caitlin sentì l'intensità nella sua voce, e poté percepire quanta disperazione ci fosse nel desiderio di sapere.

      L'uomo posò ora lo sguardo su Caleb.

      “In Galilea,” il pastore rispose, come se fosse una cosa ovvia. “Verso il mare.”

      Caleb quasi chiuse gli occhi.

      “Cafarnao?” Caleb chiese con esitazione.

      L'uomo annuì in segno di risposta.

      Gli occhi di Caleb si spalancarono per l'ammissione.

      “Ci sono molti seguaci lungo la strada,” l'uomo disse in maniera misteriosa. “Cercate e troverete.”

      Improvvisamente, il pastore abbassò la testa, si voltò e cominciò ad allontanarsi, seguito dalle pecore, riattraversando la piazza.

      Caitlin non riusciva a lasciarlo andare. Non ancora. Doveva saperne di più. E sentiva che stava portando qualcosa indietro.

      “Aspetta!” gridò.

      Il pastore si fermò, voltandosi a guardarla.

      “Conosci mio padre?” gli chiese.

      Con sorpresa di Caitlin, l'uomo annuì lentamente.

      “Dov'è?” Caitlin domandò.

      “Tu devi scoprirlo,” rispose. “Sei la sola che possiede le chiavi.”

      “Lui chi è?” Caitlin chiese, desiderosa di sapere.

      Lentamente, l'uomo scosse la testa.

      “Sono soltanto un pastore lungo la strada.”

      “Ma non so nemmeno dove cercare!” Caitlin rispose, disperata. “Ti prego. Devo trovarlo.”

      Il pastore sorrise.

      “Sempre, il miglior luogo dove cercare è proprio dove ti trovi,” lui disse.

      E, detto ciò, si coprì la testa, si voltò e riprese ad attraversare la piazza. Passò attraverso la porta, e, un istante dopo, scomparve, seguito dalle sue pecore.

      Sempre il miglior luogo dove cercare è proprio dove ti trovi.

      Le sue parole riecheggiavano nella mente di Caitlin. In qualche modo, sentiva che si trattava più di un semplice indovinello. Più ci pensava, più sentiva che aveva un significato letterale. Come se le avesse detto che c'era un indizio proprio lì, dove lei si trovava.

      Improvvisamente, Caitlin si voltò e cercò nel pozzo, il luogo in cui era rimasta seduta. Ora, sentiva qualcosa.

      Sempre il miglior luogo dove cercare è proprio dove ti trovi.

      S'inginocchiò e fece scorrere le mani lungo l'antica e liscia parete in pietra. La tastò tutta, ed era sempre più certa che ci fosse qualcosa, che fosse stata condotta ad un indizio.

      “Che cosa stai facendo?” Caleb chiese.

      Caitlin cercò freneticamente, controllando tutte le fessure poste nelle pietre, cercando di trovare qualcosa.

      Infine, quando già aveva esplorato metà del muro del pozzo, si fermò. Trovò una fessura che era leggermente più grande delle altre. Grande abbastanza da consentirle di infilarci un dito. La pietra intorno ad essa era leggermente troppo liscia, e la fessura era proprio leggermente troppo grande.

      Caitlin si abbassò e l'aprì. Presto, la pietra cominciò a ondeggiare e poi a muoversi. La pietra si mosse, venendo fuori dalla base del pozzo. Dietro di essa, improvvisamente si rivelò una piccola cavità nascosta.

      Caleb si avvicinò, guardando da sopra la sua spalla, mentre lei esplorava quel buco buio. Caitlin sentì qualcosa di freddo e metallico nella sua mano, e la tirò fuori lentamente.

      Sollevò la mano alla luce, e aprì lentamente il suo palmo.

      Non riusciva a credere a quello che teneva in mano.

      CAPITOLO CINQUE

      Scarlet era bloccata con Ruth, alla fine di quel vicolo cielo, le spalle