Ombra Di Morte. Amy Blankenship

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Название Ombra Di Morte
Автор произведения Amy Blankenship
Жанр Ужасы и Мистика
Серия Legami Di Sangue
Издательство Ужасы и Мистика
Год выпуска 0
isbn 9788873045403



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      Aurora piegò la testa all’indietro e si inarcò... questa volta non emise alcun suono perché era senza fiato, e fu inondata dall’estasi.

      Prima di riuscire a trattenersi, Michael affondò le zanne affilate nel suo collo, escoriando la pelle mentre arrivava in modo violento, facendo esplodere il proprio seme caldo dentro di lei.

      Aurora sussultò e aprì la bocca quando sentì le sue zanne. Anche Samuel l’aveva fatto, nutrendosi del potere del suo sangue. Il suo primo istinto fu quello di lottare, ma l’improvvisa scarica di orgasmi sconvolgenti non glielo permise. Gemette per il piacere accecante, rendendosi conto che lui non era un caduto.

      Michael sentì i loro cuori iniziare a battere all’unisono quando risucchiò la sua essenza vitale. Si sentì disorientato quando il sangue di lei entrò in circolo nelle proprie vene, scatenando in lui qualcosa di cui non era a conoscenza. Ritraendo le zanne, il rumore del loro respiro affannoso riempì il silenzio assordante.

      Aurora gli afferrò la parte anteriore della camicia e fissò quei brillanti occhi color ametista, sentendosi tradita mentre il potere di lui aumentava. Non fidandosi di ciò che stava accadendo, usò ogni grammo di forza che aveva e lo spinse via, facendolo finire oltre la ringhiera.

      Strinse tra le dita il pezzo di stoffa strappato dalla sua camicia, poi guardò alla sua sinistra quando sentì un altro potere avvicinarsi ad un ritmo pericolosamente veloce. Le sfuggì un singhiozzo che riecheggiò nel tunnel quando sentì le pulsazioni dell’orgasmo che non aveva avuto abbastanza tempo per essere soddisfatto.

      Michael colpì il binario elettrificato così forte che, per un attimo, rimase disteso lì, ancora in preda alle conseguenze provocate dal sangue di lei. La corrente elettrica non era niente per lui, si aggiunse soltanto al ronzio frenetico che lui sentiva già. Il mondo intorno a lui pulsava con il battito del suo cuore mentre si rialzava lentamente.

      Guardando la ringhiera rotta ringhiò non vedendo più lei. Girandosi intorno, il suo ringhio si intensificò quando non la trovò da nessuna parte.

      â€œNo!” Michael ruggì e strinse i pugni, non capendo ciò che era appena accaduto e non contento di ciò che stava ancora accadendo.

      Volgendo lentamente lo sguardo nella direzione da cui era venuto, percepì una lieve scintilla e corse più veloce che poté. Attirando le ombre attorno a sé, superò gli esseri umani nella stazione e percorse le scale fin quando non fu investito dalla luce del sole.

      Michael rimase senza fiato quando il dolore lo bruciò e gli ci volle un po’ per capire che era un effetto del sole. Combattendo il dolore fece per toccarsi il ciondolo in confusione, poi ringhiò quando non lo trovò.

      Proteggendosi gli occhi sensibili, rientrò nella stazione e si appoggiò al muro, desiderando che il mondo smettesse di girare un attimo solo per fargli schiarire la mente. Non era stato il sole... era stato il sangue di lei.

      Guardando verso l’uscita si chiese se lei sapesse che cos’era il ciondolo per lui e se glielo aveva preso per impedirgli di seguirla.

      Prendendo il cellulare dalla tasca, Michael lo guardò quando lo sentì scricchiolare nella propria mano. Non credendo ai propri occhi, concluse che forse aveva bisogno di rinfrescarsi e aspettare che il sole tramontasse. Ritornando nel punto in cui avevano fatto l’amore, si guardò intorno per cercare qualsiasi indizio della sua provenienza, visto che era comparsa all’improvviso.

      L’intersezione si suddivideva in cinque cunicoli ma soltanto due erano da quel lato. Non trovando alcuna traccia del suo passaggio afferrò il guardrail, cedendo alla rabbia. Strappandolo via dal cemento lo lanciò così forte verso uno dei tunnel che, quando finalmente incontrò un ostacolo contro cui schiantarsi, l’eco fu a malapena un sussurro. Come aveva osato fargli questo e poi sparire come un fantasma...

      Sentendo il proprio potere pulsare di nuovo in modo inquietante, alzò lo sguardo e notò il tremolio della luce lungo uno dei due tunnel. Non era una sola luce a tremolare, ne erano tante... era come un’ondata di oscurità diretta verso di lui.

      Gli occhi ametista di Michael brillarono e le sue zanne si allungarono proprio quando l’oscurità lo assalì e una mano possente lo afferrò alla gola.

      Le labbra di Samuel accennarono un ghigno quando lui guardò l’uomo. S’incuriosì subito poiché stava usando tutta la sua forza solo per tenerlo fermo lì. Aveva seguito Aurora da quando erano usciti dalla crepa ma, ogni volta che le si avvicinava, lei lo respingeva con quella dannata spada e fuggiva. Non poteva evocare la spada nel mondo dei demoni ma, giungendo in questo mondo, aveva in qualche modo sbloccato il suo potere.

      Adesso sembrava aver adottato una nuova tattica per evitarlo... nascondersi nelle zone in cui gli altri demoni stavano ancora combattendo. Non gli era rimasta altra scelta che aiutarla ad uccidere i demoni che le si avvicinavano, nel caso in cui uno di loro fosse abbastanza forte da rivendicare ciò che gli apparteneva.

      I suoi occhi scuri si concentrarono su quello che credeva fosse un vampiro maestro che odorava di sesso e del sangue di Aurora.

      â€œVedo che hai trovato la mia Aurora.” Samuel inalò l’odore persistente di un accoppiamento passionale e sentì l’afflusso dei propri ricordi nutrire la gelosia. Voleva sapere come aveva fatto quell’uomo a sfuggire alla sua spada. “Sento il suo odore su di te.”.

      Michael sogghignò, ringraziando silenziosamente il demone per avergli detto il nome della donna che lo aveva abbandonato. Sentendo la propria gelosia emergere, rispose con voce fredda “Non mi sembrava che fosse tua quando, pochi minuti fa, ero dentro di lei.”.

      Samuel socchiuse gli occhi, nascondendo le proprie intenzioni più oscure “Pensi di poter prendere il mio posto facendo l’amore con lei una volta? È mia da oltre mille anni e un incontro nella metropolitana non infrangerà il diritto che ho sul suo corpo.”.

      Michael sentì una rabbia innegabile pervaderlo mentre immaginava Aurora con quel demone. Gli era stato insegnato che era peccato mettersi tra un uomo e la sua compagna ma quello non era un uomo e, al momento, non gliene importava affatto.

      Samuel si bloccò quando gli occhi dell’uomo iniziarono a brillare pericolosamente e un potere a lui sconosciuto gli solleticò la mano nel punto in cui lo stava toccando. Sarebbe stato un errore mostrarsi impaurito.

      Sporgendosi, Samuel fece un sorrisetto e mentì “Se lei è rimasta così colpita allora perché ti ha lasciato per venire a cercarmi?” Si rese conto del proprio errore quando il tunnel iniziò a tremare sotto i suoi piedi e capì che la causa di quel terremoto era proprio davanti ai suoi occhi.

      Michael sentì la pelle iniziare a formicolare come quando aveva colpito la ringhiera prima... e la cosa gli piaceva. Sentendo il rombo di un treno in avvicinamento, rivolse al demone un sorriso agghiacciante e poi lo spinse all’improvviso. Il sorriso di Michael si oscurò quando il demone finì oltre la ringhiera, dritto davanti al treno.

      Esso si scontrò con il mezzo ma, in una frazione di secondo, Michael vide che il demone si era girato e si era aggrappato al treno come per farsi dare un passaggio. Prima di riuscire a seguirlo e finirlo, Michael sentì la terra tremare e muoversi proprio mentre un pezzo di cemento si schiantò accanto a lui.

      Ignorandolo, volse lentamente il proprio sguardo furioso nella direzione in cui il treno aveva portato il demone. Non gli importava se il mondo sarebbe crollato, avrebbe prosciugato ogni goccia di sangue da quel figlio di puttana. Muovendosi più velocemente del treno, si schiantò contro una fiancata, così forte da farlo oscillare sui binari.

      Prima di potersi arrampicare sul tetto, sentì qualcosa sbattergli contro la schiena e lottò contro il dolore bruciante, cercando di liberarsi da qualunque cosa fosse.

      Syn aveva sentito il sole sfiorare